Luce ed Ombra: Roma eterna ed i suoi raggi di Luce squarciano l'ombra imperante
"Giorno e notte, un fuoco divino ci spinge ad aprire la via. Su vieni! Guardiamo nell'Aperto, cerchiamo qualcosa di proprio, sebbene sia ancora lontano". (F. Holderlin).
Siamo in guerra. Non esiste una "crisi" caduta dal cielo, un fenomeno economico indipendente dalla volontà di tutti. Ma se così la vogliamo chiamare, dobbiamo essere consapevoli del fatto che la crisi è stata creata a tavolino da chi oggi ci presenta i suoi servi, con la maschera dei salvatori, per fingere di risolverla senza mettere in discussione il "meccanismo generale".
Per chi domina il mondo è relativo che si produca troppo o troppo poco. Non è fondamentale che si cresca, in termini economici, né tanto meno decrescere (che non significa niente). Questi sono fenomeni secondari, che pur producono tragedie sociali, disperazione, alienazione, che qui non si vogliono certamente negare. Secondari perché non cause ma effetti di una guerra che viene combattuta da molto tempo..
Ad un livello più alto, in una partita a scacchi che dura da millenni, luce ed ombra si fronteggiano. L’avanzata e l’arretramento dell’una o dell’altra producono le evidenze sulle quali si attestano le attenzioni ipnotizzate dei popoli “lucidamente e responsabilmente vigili sui democratici destini del mondo”.
Se volessimo calare nella storia lo schema apparentemente manicheo, potremmo dire che questa è l’ennesima guerra, l'ultimo confronto tra Roma e Cartagine, tra l’ordine ed il caos, tra il bello e la distruzione, tra i boschi ed il deserto, tra la vita e la morte. Nel mondo cancerogeno e radioattivo appare difficile identificare un fronte luminoso. Più semplice, per i pochi che posseggono i mezzi per una lettura “strutturata” della storia, l’identificazione di un fronte oscuro, organizzato piramidalmente, dal livello esoterico fino a quello politico culturale, passando per le élite sapienziali e quelle tecno-finanziarie.
Ma se Cartagine è viva ed in buona salute, Roma dov’è? Roma è presente ovunque vi sia vita, speranza, luce. Roma è il simbolo di un mondo nel quale il ghiacciaio concede acqua al fiume, trasportata da esso agli esseri viventi, che la assumono quale parte dinamica e vitale di sé. I nemici di questo mondo desiderano intensamente, ossessivamente, che quel fiume sparisca e che al suo posto vi sia solo sabbia, pietrisco e polvere.
Essi bramano la distruzione di ogni foresta, l’inquinamento di ogni mare o fiume o lago. Vogliono la fine di ogni luogo silenzioso ed ispiratore, odiano l’arte, la vera arte, ed ogni forma di viaggio che porta l’uomo a staccarsi per un attimo dal suo proprio corpo per poi tornare con in sé, scrivendo una musica struggente, incidendo tratto fascinoso col pennello, scolpendo un muscolo virile segno di potenza.
Odiano tanto gli uomini quanto gli animali, e progettano l’estinzione degli uni attraverso le tecnologie genetiche e l’omologazione razziale (attraverso il meticciato), culturale e linguistica, e degli altri attraverso l’attacco ad ogni residuo habitat naturale che permetta l’esistenza di un microcosmo equilibrato ed indipendente dalle distruzioni moderne.
Il mondo delle origini e delle meraviglie della natura (e le civiltà che in esso nacquero e si estinsero) era nel suo insieme, la luce, il bello, l’armonia, l'equilibrio, l'ordine. Tutto quello che la Roma delle origini volle rappresentare, anzi, il motivo stesso per il quale Roma fu fondata: oltre il millennio etrusco ed il caos imminente: un principio di affermazione di luce e splendore. Non la perfezione, orribile orizzonte psichico di natura giacobina, che alcuni modernissimi anti-moderni agitano sconsideratamente contro chi ricorda le civiltà antiche ispirate ed orientate verso l’alto.
Oggi Roma resiste perché ed essa appartengono tutti i residui di vita e bellezza, di flora e fauna; perché ogni celeste del cielo e verde di selva è frutto della “mente” degli Dei che così vollero pensare e disegnare il mondo. La luce resiste perché è immensamente vasto il cosmo delle meraviglie e la sua definitiva distruzione potrà avvenire solo quando tutto, tutta la Terra avrà cessato di brillare e pulsare. Ecco perché i padri ed i figli di Cartagine vogliono distruggere tutto senza fare prigionieri, ecco perché vogliono la fine di ogni Tradizione, di ogni via al sacro, di ogni popolo, lingua. Capitalismo e tecno-finanza, sovranità monetaria usurpata, controllo dei media per narcotizzare ed ipnotizzare, sono solo dei mezzi e non il fine ultimo. Ci vogliono lasciare nei recinti muti colorati della modernità, con tanto materialismo, un po’ di decrescita, un pizzico di buddismo, vie di liberazione o islam, che qualcuno considera “ultimo baluardo della tradizione”, ed ovviamente il solito pacco di democrazia, egualitarismo, solidarietà, pacifismo, buonismo, volontariato, società civile, razionalismo.
C’è n’è per tutti, al supermercato del simulato dissenso. Da Marx e Gramsci (vero Fusaro?) alla new age, dispongono di ogni percorso e, diabolico assurdo, traggono profitto da ogni opzione, sia essa conformista o anticonformista, atea o neo spiritualista, pantofolaia o vitalistico titanica. Tanto, che tu sia buddista o cattolico o musulmano o steinariano, a loro poco importa. Puoi essere un keynesiano, un socialista, uno statalista, un liberale, un turbo capitalista od un fondamentalista ecologico. L’importante è che tu non sappia, o non creda solo anche per un attimo, che tutto avviene nello stesso recinto e che tu, in quel recinto nel quale non credi di vivere, sviluppi il tuo apparente dissenso, anch’esso sapientemente controllato.
I figli di Cartagine, attraverso l'Ente che li domina, così come il predatore di cui ci parla Castaneda, si nutrono di ogni forma di vita ed energia ed in particolare della sua forma umana (ki). Ogni forma di libertà assoluta, ogni lucidità estrema è sintomo di grandi risorse energetiche (la patina di luminosità di cui ci parla Don Juan) e come tale va attaccata e predata.
Riflettiamo per qualche momento, ma poi il predatore ci sussurra perfidamente: “Ma quale Roma e Cartagine, ma quale ombra o luce, tutto questo non esiste, è solo il delirio di un pazzo. I pazzi erano sacri solo nelle civiltà primitive, nelle caverne degli uomini preistorici con la pelliccia, la clava e la lingua scimmiesca, come ci insegna il grande Darwin. Esiste solo la storia, il suo divenire, lo sviluppo e la democrazia".
"La modernità è la meraviglia delle meraviglie che ti renderà felice, e se dovrai pagare piccoli pedaggi, un figlio morto per overdose di eroina, una strage di operai sterminati dalla chimica e dai suoi veleni, un po’ di morti in incidenti stradali durante le feste consumistiche travestite da eventi religiosi; qualche milione di aborti (perché i figli sono un lusso), ebbene non ti preoccupare: noi figli di Cartagine ci nutriamo delle energie di quei morti allo stesso modo di quelle dei vivi che nascono e muoiono nei nostri recinti. E’ un piccolissimo pedaggio alla modernità, l’era della felicità che tutti aspettavate da sempre". "E se non vorrai essere entusiasticamente moderno, non ti preoccupare, potrai scegliere di essere antimoderno, moderatamente e senza rischio, evitando di trasgredire le regole generali.".
Combattere una parte del Sistema, farà sempre e comunque vincere il Sistema. Costruiamo il nuovo mondo, dentro di noi e attorno a noi, per poi muovere guerra contro il Gigante distruttore.