Wikileaks: si è concluso dopo due giorni l'interrogatorio di Assange
Contrariamente alle previsioni, presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra si è concluso dopo appena due giorni l'interrogatorio di Julian Assange da parte degli inquirenti giunti appositamente dalla Svezia, il procuratore aggiunto Ingrid Isgren e l'ispettrice di polizia Cecilia Redell, che dal 2010 conducono un'inchiesta per reati di natura sessuale a carico del co-fondatore e leader di Wikileaks.
Nessuna indiscrezione sull'andamento nè sull'esito della procedura, per i quali sono stati subito invocati il segreto istruttorio e la massima riservatezza imposta dalle particolari condizioni con cui vi si è arrivati all'interrogatorio: una complicata trattativa diplomatica tra Quito e Stoccolma, sfociata in un accordo che prevedeva fosse il ministero della Giustizia del Paese scandinavo a fornire l'elenco delle domande da sottoporre all'inquisito, ma che a formularle materialmente e a raccogliere le risposte fosse il magistrato ecuadoriano Wilson Toainga, presente al colloquio per tutto il tempo insieme all'ambasciatore Carlos Ortiz e a uno degli avvocati di Assange, loro connazionale.
Non è invece stata autorizzata nemmeno la pur minima presenza del legale svedese del 45enne ex hacker australiano, Per Samuelsson, il quale nel frattempo ha annunciato che impugnera' la propria esclusione.
In una nota diffusa dalla Procura di Stoccolma si precisa che il verbale definitivo sara' stilato nello Stato sud-americano e che soltanto "successivamente ci sara' trasmesso per iscritto". Una volta che il documento sara' a disposizione, prosegue la nota, "si prendera' posizione" sull'eventuale "prosecuzione delle indagini preliminari".
A sua volta Wikileaks in un commento ha sottolineato come il suo leader si sia per la prima volta deciso a fornire la propria versione dei fatti "in parte per assicurarsi che le autorita' della Svezia non dispongano di ulteriori scuse per non interrompere" l'investigazione. Assange, è stato puntualizzato, ha fornito piena collaborazione. Il giornalista e programmatore australiano deve ormai rispondere di una sola delle quattro accuse mossegli a suo tempo, le altre essendo cadute.
Nel frattempo il capo di Wikileaks dovra' continuare a rimanere asserragliato nella legazione ecuadoriana, dove vive in un'angusta stanza e, da qualche tempo, senza neppure accesso a Internet.