Secondo il Rapporto IHS Markit lo Stato Islamico nel 2016 ha perso un quarto del suo territorio
Lo Stato islamico (Is) ha perso il 23 per cento del suo territorio in Iraq e in Siria nel corso del 2016. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dall’istituto di ricerca Ihs Markit, con sede a Londra.
Nel 2016, il sedicente califfato dello Stato islamico ha perso 17.600 metri quadrati di territorio, passando da 78 mila a 60.400 metri quadrati.
“Lo Stato islamico ha registrato perdite di territorio senza precedenti nel 2016, incluse aree vitali per il progetto di governance del gruppo”, si legge nel rapporto, secondo il quale l’Is potrebbe essere cacciato da Mosul, sua ultima roccaforte nel nord dell’Iraq, entro pochi mesi.
“Ci aspettiamo che le forze irachene riprendano Mosul prima della seconda metà dell’anno”, ha detto Columb Strack, responsabile per il monitoraggio dei conflitti di Ihs. L’offensiva per strappare Mosul al giogo dell’Is è iniziata il 17 ottobre scorso e attualmente le forze irachene sono vicine alla conquista di tutta la parte orientale della città, a est del fiume Tigri.
A Raqqa, invece, capitale di fatto dell’Is in Siria, l’operazione contro il gruppo jihadista procede più lentamente. “Raqqa rappresenta la base dello Stato islamico ed essi non intendono lasciarla senza combattere”, si legge nel rapporto di Ihs Markit.
“Ci vorrà probabilmente un maggiore intervento di terra da parte di uno degli attori esterni, Stati Uniti, Turchia, Russia o forze governative siriane appoggiate dall’Iran, per espellere lo Stato islamico da Raqqa nel 2017”, aggiungono gli analisti di Ihs.
A partire dal 5 novembre scorso un’alleanza di forze curdo-arabe sta combattendo nelle aree intorno a Raqqa e il 10 dicembre 2016 le Forze siriane democratiche (composte in gran parte da miliziani curdi) hanno annunciato l’inizio della seconda fase dell’operazione per isolare la città e consentirne la liberazione dalla presenza jihadista