Moldova: a tre giorni dalle votazioni, le elezioni presidenziali sono sempre più una corsa a due tra Dodon e Sandu
In vista delle elezioni presidenziali di domenica 30 ottobre, la scena politica della Moldova è in fermento.
I partiti di destra stanno cercando di unirsi e sostenere un unico candidato, il leader del Partito azione e solidarietà (Pas), Maia Sandu.
Dopo che ieri sera il leader del Partito democratico (Pd) Marian Lupu ha annunciato il suo ritiro in favore della candidatura della Sandu, anche il leader socialista Igor Dodon ha chiesto alla sinistra di fare la stessa cosa compattandosi attorno alla sua nomina.
Essendosi ritirato il candidato dei democratici, la vera lotta è sempre di più una competizione ristretta a due candidature: il socialista filo-russo Dodon e il candidato pro-europeo Sandu. Molto probabilmente si arriverà al secondo turno elettorale per l'elezione diretta del capo dello Stato in Moldova in quanto altri sette candidati, oltre a Dodon e Sandu, sono comunque rimasti in gara a tre giorni dalle elezioni.
Tutti gli analisti evidenziano che la posta in gioco delle presidenziali nella Moldova non è solo politica, ma anche geopolitica. Una vittoria di Dodon seppellirebbe, nuovamente ed a tempo indeterminato, l'iter che porterebbe Chisinau ad entrare nell'Unione Europea. Il leader dei socialisti, Dodon ha infatti promesso di cambiare la direttrice di politica estera, di volgere le spalle a Bruxelles e di integrare la Moldova nell'Unione Russia-Bielorussia-Kazakstan.
L'insoddisfazione popolare, causata in particolare dalla diffusa corruzione tra i partiti filo-UE, potrebbe alla fine risultare determinante.