Brexit: la Corte Europea di Giustizia potrebbe essere chiamata ad esprimere un pronunciamento
In un'intervista al "Financial Times", Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia dell'Unione Europea, ha affermato che i giudici di Lussemburgo potrebbero essere chiamati "in molti diversi modi" a pronunciarsi sull'uscita del Regno Unito dall'Ue, svolgendo così un ruolo cruciale nel processo della Brexit: l'articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Le conseguenze legali impreviste della Brexit da sottoporre alle Cgue potrebbero essere innumerevoli, ha sottolineato il giudice: "Non riesco neanche a immaginare come e dove e da quale angolazione potrebbero provenire". Il parere della Corte, in particolare, potrebbe essere chiesto in merito alla possibilità di revoca dell'articolo 50 dopo la notifica formale. La sua giurisdizione, inoltre, potrebbe estendersi alle implicazioni della Brexit per i diritti dei cittadini, delle istituzioni e delle imprese garantiti dai trattati europei.
Per Steve Law, docente di diritto comunitario all'Essex University, è solo questione di tempo perché la Corte europea di giustizia, che è obbligata a esaminare le istanze che riceve, decida su qualche aspetto della Brexit, una prospettiva piuttosto "ironica" considerando le critiche dei Brexiter sulle interferenze della Cgue. Secondo fonti europee, inoltre, la Gran Bretagna sarebbe vincolata a una serie di impegni specifici presi come paese membro dell'Ue anche dopo l'uscita e potrebbe, quindi, dover affrontare lunghi contenziosi nel tribunale di Lussemburgo.
Nel Regno Unito, intanto, si avvicina l'udienza di appello alla Corte Suprema sul diritto del governo di attivare la clausola di uscita dall'Ue senza un voto parlamentare. Il caso poggia sull'assunto che l'invocazione dell'articolo 50 sia irreversibile, ma la questione dell'irreversibilità potrebbe essere messa in discussione in questo o in altri procedimenti.