La consultazione nazionale dell’Ungheria sulle sanzioni dell’UE è la forma più pura di democrazia occidentale

18.10.2022

Più di un mese e mezzo dopo che “il ministro degli Esteri tedesco ha screditato l’intero concetto di democrazia occidentale” dichiarando ostinatamente che il suo governo continuerà a sanzionare la Russia nonostante le difficoltà che ciò ha comportato per il popolo tedesco, l’Ungheria ha colto l’occasione per salvare quello stesso concetto attraverso la sua imminente consultazione nazionale su questo tema. Il Primo Ministro Orban, che è un vero e proprio visionario conservatore-multipolare che ha giurato di raddoppiare la sua politica estera indipendente in completa sfida ai nemici politici del suo Paese dopo aver vinto la rielezione, solleciterà il feedback dei suoi cittadini su sette domande rilevanti per il loro benessere nazionale che recitano come segue:

“1. Siete d’accordo con le sanzioni petrolifere di Bruxelles?

  1. Siete d’accordo con le sanzioni sulle forniture di gas naturale?
  2. Siete d’accordo con le sanzioni sulle materie prime?
  3. Siete d’accordo con le sanzioni sul combustibile nucleare?
  4. Siete d’accordo sul fatto che gli investimenti del Paks debbano essere coperti dalle sanzioni?
  5. Siete d’accordo con le sanzioni che hanno l’effetto di limitare il turismo?
  6. È d’accordo con le sanzioni che causano l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari?”.

Attraverso un sondaggio inviato per posta a ogni famiglia per valutare la posizione dei cittadini sulla posizione che i loro rappresentanti eletti dovrebbero avere nei confronti di questo problema, l’Ungheria sta praticando la forma più pura di democrazia occidentale. Sta anche cercando saggiamente di evitare le proteste che hanno scosso la vicina Praga all’inizio di settembre, che non sono state causate dalla “propaganda russa”, come hanno falsamente affermato i funzionari cechi, ma dalle politiche controproducenti di quegli stessi funzionari legate alle sanzioni anti-russe. Lungi dall’essere il cosiddetto “fascista” che i suoi nemici non si stancano di paventare, Orban è oggettivamente l’ultimo praticante della vera democrazia occidentale rimasto al mondo.

Questa osservazione porta a diverse conclusioni “politicamente scorrette”. In primo luogo, lo Stato più favorevole alla Russia del blocco è anche il più democratico. In secondo luogo, la sua leadership apprezza sinceramente il feedback dei cittadini quando formula la sua politica nei confronti delle sanzioni anti-russe dell’UE. In terzo luogo, se la maggioranza dei cittadini rifiuta le richieste di Bruxelles, sarebbe antidemocratico per il blocco punire l’Ungheria per essersi rifiutata di rispettarle. In quarto luogo, l’esempio di Budapest potrebbe ispirare altre società dell’UE a manifestare pacificamente per consultazioni simili su questo tema. Infine, a giudicare dalla posizione ostinata del ministro degli Esteri tedesco, Berlino potrebbe incoraggiare i suoi vassalli a reprimere violentemente queste manifestazioni.

Il risultato è che gli Stati che si trovano su traiettorie radicalmente anti-russe sono anche i meno democratici, nonostante la loro retorica contraria, il che rende questo concetto vuoto ogni volta che viene menzionato dai loro rappresentanti. Hanno dato per scontato che al loro popolo sia stato fatto con successo il lavaggio del cervello per fargli considerare la democrazia occidentale come una “religione secolare” i cui “sacerdoti politici” non possono essere messi in discussione, ma questo e la stessa “fede” artificialmente fabbricata non sono sempre stati altro che illusioni che sono state smascherate come false solo dopo che la gente ha dovuto scegliere tra il sacrificio per questo “sistema di credenze” e la conservazione del proprio benessere socio-economico.

Invece di rimettersi ai propri cittadini, lasciando che siano loro a decidere democraticamente come i loro rappresentanti eletti debbano formulare le relative politiche, l’élite dell’UE (molti dei quali non sono mai stati eletti direttamente) crede di “saperne di più” e non ha paura di imporre con la forza la propria volontà a tutti gli altri nel caso in cui quegli stessi cittadini si riuniscano pacificamente per le proprie consultazioni nazionali. Alla luce di ciò, non c’è dubbio che la democrazia occidentale non esista più in pratica in nessuna parte del mondo, a parte l’Ungheria, essendosi trasformata in una dittatura unipolare-liberale che oggi è completamente scollegata dai desideri della gente comune, esattamente come ha notato di recente il Presidente Putin.

Pubblicato in partnership su One World

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini