James Jeffrey, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq e in Turchia, in un'intervista rilasciata nel marzo 2021 a Frontline della PBS, ha delineato in modo molto chiaro il modello di ciò che è appena accaduto in Siria questo mese:
La Siria è entrata nell'abisso: i demoni di al-Qa'eda, dell'ISIS e degli elementi più intransigenti dei Fratelli Musulmani volteggiano nei cieli. C'è caos, saccheggi, paura e una terribile passione per la vendetta fa scorrere il sangue. Si moltiplicano le esecuzioni per strada.
Gli anni '80 furono decisivi per il destino dell'Unione Sovietica. Dopo la morte dei due segretari generali del Partito Comunista, Andropov e Chernenko, salì al potere un leader debole e un po' ingenuo, Mikhail Gorbaciov. Il suo governo iniziò con slogan altisonanti sulla necessità di aprire l'Unione Sovietica al mondo e gli anni successivi della storia del Paese furono chiamati “perestrojka”, cioè “ristrutturazione”. Per ironia della sorte, divenne il leader sotto il quale l'Unione Sovietica finì.
È evidente a tutti che il regime sionista viola numerose convenzioni e trattati di diritto internazionale. Se la Corte Penale Internazionale si è già pronunciata sulla pulizia etnica effettuata da Israele nella Striscia di Gaza, l'aggressione in Libano è diventata un'altra dimensione che aumenta l'elenco dei crimini di guerra del regime di Benjamin Netanyahu. I casi più evidenti sono l'uso di mezzi tecnici di comunicazione come arma, le uccisioni mirate e l'uso sproporzionato della forza militare.
L'operazione israeliana in corso contro Hezbollah, il gruppo di miliziani sostenuto dall'Iran e così dominante in Libano, segue uno schema standard. Ignorare le cause di base. Ignorare il contesto. Prendere di mira i leader e il personale. Vedere le cose in termini convenzionali di guerriero civile contro despota barbaro. Israele, il valoroso e audace, che combatte le forze delle tenebre.
Sebbene le Forze Armate iraniane saranno senza dubbio all'altezza delle molteplici sfide che le attendono da Beirut a Teheran, l'Iran deve anche in qualche modo galvanizzare Paesi come l'Egitto.
Il creatore del concetto di potere marittimo degli Stati Uniti, l'Ammiraglio Alfred Thayer Mahan, insisteva principalmente sulla creazione di una forte forza navale per garantire una navigazione sicura in tutto il mondo e impedire ai nemici di avvicinarsi ai confini degli Stati Uniti. Nel XX secolo, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, la situazione è cambiata e da allora Washington intendeva controllare altre regioni attraverso la presenza permanente delle sue basi militari.
La Turchia del ‘sultano’ Recep Tayyip Erdogan continua a riservare sorprese: il Ministro della Difesa, Yaşar Güler, ha recentemente dichiarato che la Turchia vuole incrementare le relazioni con l’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO), pur mantenendo i legami con la NATO.
In molti si stanno domandando come mai l’Iran non abbia ancora scaricato la propria legittima vendetta contro Israele. Proviamo a dare una spiegazione geopolitica.
I segnali sono sotto gli occhi di tutti: L'Occidente - nel trascurare deliberatamente tali segnali espliciti - non può poi lamentarsi o sfuggire alle conseguenze che ne derivano.
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