Viva la cultura! Un’introduzione generale alla storia della cultura a Cuba

29.05.2023
Una panoramica generale della storia culturale cubana

La cultura è la “vetrina” della nostra società, i cui tratti distintivi sono stati modellati dal tempo e da alcuni fattori interni ed esterni che l’hanno accompagnata. E in ognuna delle principali culture c’è un certo insieme di temi e idee che sono le riflessioni fondamentali di questa o quella cultura. Ed è ancora più interessante rintracciare questo stesso insieme di idee in tutte le grandi culture, come quella domestica, americana, britannica, francese, italiana, tedesca, giapponese, cinese e… diciamo cubana, di cui si parlerà brevemente oggi e che, facendo un salto in avanti, non è meno interessante delle altre citate.

Prima di tutto, però, bisogna ricordare che Cuba è un paese colonizzato. Quando si parla di luoghi come questo, la loro cultura, la loro mentalità, le loro regole e tradizioni sono il prodotto della cultura di quei coloni, combinata con gli usi e i costumi locali. Di solito ci troviamo di fronte a qualcosa composto da due elementi: la cultura della popolazione locale e la cultura dei colonizzatori che vi sono arrivati.

A Cuba questa sintesi culturale non è duplice, ma triplice, perché alla popolazione locale e ai colonizzatori si è aggiunto un terzo elemento, gli schiavi africani, che erano arrivati lì con gli spagnoli.

Di conseguenza, quando è passato abbastanza tempo (per chi non lo sapesse, lo sbarco di Colombo a Cuba è avvenuto nel 1492, mentre l’insediamento degli spagnoli è iniziato nel 1510), abbiamo a disposizione una cultura bizzarra, punto d’incontro di tre strati storico-sociali completamente diversi (senza contare le influenze socialiste che si verificheranno a metà del XX secolo).

In generale, tra la varietà di temi e di pensieri che hanno ossessionato l’arte cubana nel corso della sua storia, se si dovesse individuare il tema principale, fondamentale, sarebbe quello della lotta, della rivoluzione, della liberazione dall’oppressione dall’alto, dell’amore per la patria e del patriottismo. Ed è importante notare che questo lirismo, nonostante il suo carattere pronunciato a metà del XX secolo sullo sfondo dei sentimenti socialisti, si era manifestato nella cultura cubana molto prima, poiché già un secolo prima esistevano stati d’animo di liberazione e desideri di essere un Paese libero e non un’appendice coloniale di qualcuno. È stato così nel 1886, quando la schiavitù è stata abolita in mezzo al sentimento rivoluzionario. È stato così nel 1897, quando Cuba ha ottenuto l’autonomia ed è stata proclamata repubblica nel 1902, il che non ha calmato completamente il Paese, perché fino a quando Castro e la sua squadra non sono saliti al potere, hanno lottato contro le influenze esterne dei vicini del nord, cioè gli Stati Uniti.

La schiavitù, il colonialismo e la mescolanza razziale (alcuni degli scrittori più famosi di questo periodo sono Cirilo Villaverde e il suo romanzo storico “Cecilia Valdes” del 1839), il patriottismo e la lotta per l’indipendenza, che fiorì a partire dai primi anni Sessanta, sono tra i temi dell’arte cubana. Scrittori, poeti, musicisti, pittori, artisti di strada e fotografi come Alfonso Carda con la sua serie di foto di Ernesto Che Guevara forniscono una ricca fonte di ispirazione. Anche la creazione della scuola di balletto cubana, rinomata a livello internazionale, è stata un riflesso di questa “lotta”, dal momento che, già nel 1958, il balletto nazionale era stato abbandonato per mancanza di interesse da parte dello Stato, ma il bisogno di arti si era dimostrato maggiore.

A dire il vero, già negli anni post-rivoluzionari il governo si occupò seriamente delle questioni relative alla cultura e all’istruzione, non solo iniziando a risolvere il problema dell’alfabetizzazione universale, ma anche incoraggiando in tutti i modi possibili le figure pronte a lavorare a vantaggio della costruzione di un nuovo ordine sociale e dello sviluppo della cultura del Paese nel suo complesso (compresi i temi che sono stati scanditi sopra).

Ma non dobbiamo pensare a questi temi come gli unici, perché così rischiamo di limitare la storia culturale del Paese alla lotta infinita contro i nemici stranieri. Come già accennato, Cuba ha assorbito tre strati culturali molto diversi: quello indigeno, quello spagnolo (i primi colonizzatori provenivano per lo più da Castiglia, Catalogna, Isole Canarie, ecc.) e quello africano. E questa peculiare sintesi, che ha iniziato a realizzarsi innanzitutto nelle piantagioni, ha portato a ciò che abbiamo oggi in tutti i principali tipi di arte.

Per esempio nella musica, che si rivela un eloquente riflesso dei processi di questa stessa sintesi di culture. “Una storia d’amore tra la chitarra spagnola e il tamburo africano: così descrive questo stile Fernando Ortiz, antropologo e musicologo che ha illuminato l’identità dell’arte cubana nella prima metà del XX secolo. Questa miscela di motivi africani e tradizioni canore popolari spagnole ha portato allo specifico suono cubano, alla salsa e alla rumba, risultato di questa miscela, e al rock’n’roll come genere popolare alternativo tra i giovani.

Vale la pena considerare anche la questione della religione nel territorio della Cuba contemporanea. Il fatto è che, per la maggior parte della sua storia, i cubani non hanno avuto una religione propria. O per essere più precisi: è stata perseguita. Questo stato di cose si è protratto fino agli anni Settanta del XX secolo ed è terminato solo nel 1992, quando la Costituzione ha inserito l’articolo sulla libertà religiosa. E nonostante la preponderanza di cattolici praticanti, molti (anche tra loro) praticano la Santeria, un misto di cristianesimo e religioni africane. In altre parole, le credenze del popolo cubano sono un misto di chiesa laica tradizionale, con le stesse festività tradizionali della chiesa (il che, tuttavia, non impedisce loro di festeggiare il Capodanno il 1° gennaio, che, va ricordato, è anche associato a eventi rivoluzionari), e la pratica del voodoo e della stregoneria, nonché i propri importanti eventi storici, uno dei quali è il 10 ottobre, ovvero il giorno della ribellione contro la dominazione spagnola.

Questi, naturalmente, sono solo la punta dell’iceberg, il suo strato superiore, il suo inizio e i primi passi per cogliere tutta la diversità di questa cultura. Ma anche loro, questi primi passi, sono già in grado di stupire e ispirare, così come l’intera storia di Cuba, il cui esempio di lotta per il proprio “io” politico e culturale è degno di ammirazione ed emulazione…