USA: Hillary Clinton è la candidata dei banchieri e della finanza
Le e-mail pubblicate da WikiLeaks spiegano, secondo il "Wall Street Journal", per quale motivo la candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, abbia scelto di non pubblicare le trascrizioni dei suoi colloqui a porte chiuse con gli esponenti di Wall Street, e anche "per quale ragione tanti cittadini statunitensi non la ritengano onesta o degna di fiducia".
Stando alle rivelazioni del sito web fondato da Julian Assange, Clinton ha cominciato a corteggiare i banchieri in vista della sua candidatura presidenziale sin dalla conclusione del suo mandato come segretario di Stato, nel 2012. I banchieri, da un lato, "erano ansiosi di concederle lauti compensi: ben 4,1 milioni di dollari in due anni, stando ai documenti pubblicati da Wikileaks. Clinton, dal canto suo, era ansiosa di compiacere i banchieri con quanto volevano sentirsi dire".
Ad un evento organizzato da Goldman Sachs, nel 2013, Clinton ha affermato che "esiste un pregiudizio nei confronti di chi ha avuto una vita di successo". Gente come lei, chiosa il "Wall Street Journal", che sottolinea come queste ed altre dichiarazioni di Clinton, mai rese pubbliche, siano agli antipodi rispetto alla dialettica su cui ha imperniato la propria campagna elettorale.
A una conferenza organizzata da Deutsche Bank, Clinton ha addirittura affermato che la vera riforma del settore finanziario "deve venire dall'industria in sé". Un'affermazione, scrive il quotidiano, di cui certamente la senatrice progressista Elizabeth Warren e l'ex governatore socialista Bernie Sanders non erano a conoscenza, quando hanno concesso il loro endorsement alla Clinton.