Dopo il terremoto, un accordo turco-siriano è più urgente

28.02.2023

Martedì 14 febbraio, un comunicato stampa del MAE russo sull'incontro tra Mikhail Bogdanov, rappresentante speciale del Presidente russo, e Kadri Jamil, uno dei leader dell'opposizione siriana, ha dichiarato che: “la parte russa ha sottolineato la necessità di stabilire una cooperazione pratica tra Damasco e Ankara per superare le conseguenze del terremoto del 6 febbraio”.

Questa dichiarazione conferma il perseguimento da parte della Russia di un accordo siro-turco, che nei sette mesi precedenti il terremoto è stato il principale punto all'ordine del giorno del Formato di Astana (per i colloqui di pace in Siria). La prima indicazione pubblica di ciò è stata una dichiarazione del Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian durante la sua visita a Damasco il 2 luglio 2022, in cui ha detto: “(Stiamo) lavorando per risolvere le incomprensioni esistenti tra i due Paesi vicini attraverso la diplomazia e il dialogo”. L'uso della parola “incomprensioni” si è rivelato intenzionale e indicativo della convinzione dell'Iran che la controversia tra i due Paesi possa e debba essere risolta.

Poco dopo, la Russia ha annunciato che anche lei sta lavorando “da molti anni” per raggiungere la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi vicini.

Per quanto riguarda la Turchia, il 19 agosto il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato ai giornalisti che “non può mai escludere il dialogo e la diplomazia con la Siria”. Ha inoltre affermato che è “necessario compiere ulteriori passi con la Siria”. In seguito, ha espresso la sua disponibilità a tenere un incontro con il presidente siriano.

L'insieme di queste dichiarazioni ha chiarito che il lavoro su un accordo turco-siriano è uno sforzo congiunto del trio di Astana (Turchia, Russia e Iran). Questo progetto è andato avanti rapidamente, come dimostra il primo incontro a livello ministeriale dopo oltre 12 anni tra i ministri della Difesa di Siria e Turchia, tenutosi a Mosca il 28 dicembre 2022. Inoltre, nel gennaio 2023 funzionari turchi e russi hanno annunciato che sono in corso i preparativi per un incontro tra i ministri degli Esteri siriano e turco, nonché per un incontro tra i presidenti siriano e turco.

Sul fronte opposto, Washington ha respinto questo approccio attraverso dichiarazioni che non menzionavano esplicitamente la Turchia, ma ribadivano il rifiuto della normalizzazione con le autorità siriane. In una dichiarazione del 4 gennaio, il ministro degli Esteri turco Cavusoglu ha confermato la posizione di Washington sulla questione, affermando che: “capiamo e sappiamo che gli Stati Uniti sono contrari alla normalizzazione delle nostre relazioni con la parte siriana”.

Il gruppo di Astana contro il gruppo “Like-Minded”

Per capire l'importanza di una soluzione turco-siriana è necessario comprendere la dimensione internazionale della crisi siriana, che può essere riassunta dalla contraddizione tra due gruppi internazionali legati alla Siria.

Il primo gruppo è il Formato Astana - Russia, Turchia e Iran - che si è praticamente formato con il primo incontro tripartito dei presidenti di questi Paesi sulla questione siriana alla fine del 2016, a cui sono seguiti cinque vertici a livello presidenziale e molti incontri a livelli inferiori. Nonostante le difficoltà, questo gruppo è riuscito a raggiungere un cessate il fuoco globale in Siria entro la metà del 2019.

Il secondo gruppo (occidentale) è il cosiddetto gruppo “Like-Minded” guidato dagli Stati Uniti, che comprende Regno Unito, Francia, Germania, KSA, Egitto, Giordania, oltre alla Turchia, che si trova nei due gruppi contraddittori. La prima apparizione riconoscibile di questo gruppo può essere datata alla fine del 2017, da quando ha agito come gruppo anti-Astana. Il lavoro di questo gruppo è ruotato principalmente intorno al coordinamento delle sanzioni sulla Siria e delle azioni contro il gruppo di Astana.

La presenza della Turchia in entrambi i gruppi riflette, in larga misura, il posizionamento strategico della Turchia stessa, nonché gli sviluppi e gli spostamenti di tale posizionamento. Se nel 2011 la Turchia era più vicina all'Occidente, da allora ha iniziato a muoversi lentamente e deliberatamente per adattarsi alle nuove realtà a livello internazionale, soprattutto al ritiro americano e all'ascesa delle potenze emergenti.

Il tentato colpo di Stato in Turchia nel 2016 ha rappresentato un importante punto di svolta nello spostamento del posizionamento della Turchia a livello internazionale, ha accelerato le crescenti intese tra Turchia, Russia, Cina e Iran e ha approfondito i problemi con gli Stati Uniti e i Paesi europei. Un segnale molto indicativo è che, per la prima volta, la Turchia non ha partecipato all'ultima riunione del gruppo “Like-Minded” del 24 gennaio. Vale la pena notare che anche la KSA, l'Egitto e la Giordania non hanno partecipato all'incontro.

Importanza di un accordo turco-siriano

Il raggiungimento di un accordo turco-siriano significherebbe che il gruppo occidentale guidato dagli Stati Uniti sulla Siria non solo perderebbe il suo unico membro attivamente presente ai confini siriani, ma anche che il gruppo perderebbe una delle sue funzioni principali, in particolare quella di isolare la Siria e soffocarla attraverso le sanzioni.

I confini turco-siriani sono anche i confini della Siria con le crescenti potenze regionali e internazionali, in particolare Russia, Iran, Cina e India. Ciò significa che raggiungere un accordo turco-siriano significa collegare la Siria alle potenze in ascesa e ridurre significativamente la capacità degli Stati Uniti di controllare la Siria attraverso le sanzioni, riducendo ulteriormente il peso degli Stati Uniti nell'intero Medio Oriente.

Inoltre, per tutta la seconda metà del XX secolo, Siria e Turchia si sono trovate su due fronti internazionali contraddittori: “Oriente” e “Occidente”, rispettivamente. Per la prima volta dopo decenni, è molto probabile che i due Stati si trovino non solo sullo stesso fronte internazionale, ma soprattutto su quello corretto, basato sugli interessi dei due Paesi e dei loro popoli.

Traduzione di Costantino Ceoldo