LA WADA “ONESTA”

20.09.2016

Un gruppo di hacker che si fa chiamare “Fancy Bear” ha crackato il sito dell’Agenzia  Mondiale Antidoping (World Anti-Doping Agency, WADA) e di seguito diffuso su Internet  informazioni molto interessanti circa la "purezza" di numerosi atleti provenienti da diversi Paesi.

Si è venuto così a sapere che le sorelle Williams, famose tenniste statunitensi, per molti anni hanno usato farmaci proibiti ad altri atleti, e questo con l'approvazione della WADA stessa.

L’organizzazione ha confermato l'autenticità dei documenti diffusi in Rete dagli hacker. Una delle sorelle ha detto che è rimasta molto dispiaciuta che sconosciuti abbiano potuto avere accesso alla sua cartella clinica.

Inoltre la ginnasta statunitense Simone Biles, che alle ultime Olimpiadi ha vinto cinque medaglie, di cui quattro d'oro, è risultata più volte positiva ai test antidoping fin dall'inizio dei Giochi Olimpici. L’atleta ha risposto   dicendo di soffrire di “sindrome da deficit di attenzione” e di usare a tal fine farmaci appropriati alla cura fin dalla sua infanzia. Nel suo caso la WADA era stata avvisata della presunta malattia.
"Malattie" di altri due atleti degli Stati Uniti sono state rese note al pubblico.

Dopo due giorni dal primo rilascio, gli hacker hanno pubblicato, come promesso in precedenza, un’altra tranche di informazioni riguardanti altri atleti.

Fino ad oggi gli hacker hanno pubblicato dati per quattro volte, confermando l’uso da parte di molti atleti di droghe illecite con il permesso della stessa WADA.

Le informazioni sono disponibili sul sito fancybear.net.

Ricordiamo ai lettori che la WADA ha confermato l’autenticità dei dati diffusi.

Come si può incappare, pur avendo ragione, nell’antidoping

Prendete, per fare un confronto, il caso di Maria Sharapova, la famosa tennista russa che, dietro prescrizione medica, ha usato per 10 anni il “Meldonium” fino a quando la WADA, all'inizio dell'anno, ha introdotto il farmaco nella lista delle sostanze vietate.

Naturalmente, al momento delle analisi antidoping successive all’introduzione del divieto, l’esito ha dato risultato positivo. Maria ha fornito le informazioni e i documenti richiesti, che confermavano la necessità di assumere quei farmaci, ma la WADA l’ha squalificata lo stesso per due anni.

Si scopre così che non tutti gli atleti sono uguali, alcuni cioè sono più uguali degli altri.

È ovvio che la WADA gioca a sfavore degli atleti russi.

L’Europa resta nella media

Va notato come in Europa la diffusione delle decisioni irregolari della WADA o non è stata diffusa o, in alcuni Paesi, lo è stata in misura minima. I mass-media controllati dagli Stati Uniti non vogliono rovinare la bella immagine del trionfo olimpionico degli americani.

Trattamento simile è successo con i tifosi russi durante il Campionato del mondo di calcio in Francia lo scorso giugno, quando i supporter russi sono stati provocati dagli omologhi inglesi i quali hanno poi ricevuto una risposta adeguata, in molti Paesi europei sono state diffuse quotidianamente informazioni sui "barbari russi" non prestando invece attenzione al fatto che notizie simili di scontri provengono anche da altri Paesi in tutti i campionati. Così, per esempio è accaduto per tifosi provenienti dalla Germania, dall’Ucraina, dalla Polonia e da altri Paesi.

“C'est la vie”

C’è l’impressione che tutto questo sia stata una provocazione preparata da un anno, al fine di screditare gli atleti russi, la Russia e il suo leader e per non consentire, come inizialmente previsto, la regolare partecipazione della squadra russa alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi.

Ma, come spesso accade, l’ aggressore ottiene il benservito.