Il comandante iraniano Soleimani ha incontrato il leader del Pkk Cemil Bayik
Il leader della brigata al Quds, il ramo delle Guardie della rivoluzione iraniana per le operazioni all’estero, Qassem Soleimani, ha incontrato recentemente in Iraq Cemil Bayik, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), nella città di Sulaymaniyya, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Secondo quanto riferito dalla stampa curda, Soleimani avrebbe chiesto a Bayik di inviare miliziani del Pkk a Sinjar per prendere parte all’operazione in corso per riprendere il controllo della città di Mosul, nel nord dell’Iraq.
Soleimani avrebbe anche promesso al leader curdo che l’Iran aumenterà i suoi finanziamenti e il suo appoggio militare al Pkk se i suoi miliziani prenderanno parte alla campagna di Mosul. Secondo il sito curdo “Basnews”, l’incontro tra i due è avvenuto poco dopo che il governo di Baghdad “ha fornito al Pkk una sede operativa nella capitale irachena”.
Shahfan Abdullah, un deputato curdo e membro della commissione Sicurezza del parlamento iracheno, ha detto tuttavia che, secondo un accordo con la coalizione internazionale a guida Usa contro lo Stato islamico, i miliziani del Pkk potrebbero essere colpiti nel caso in cui si avvicinino a Mosul da Sinjar. Lo stesso vale per le milizie sciite Hashd al Shaabi, filo-iraniane (Pmu). Le milizie sciite sono però già attive nell'area a ovest di Mosul. Il loro coinvolgimento a ovest di Mosul rappresenta una scelta strategica calcolata, secondo gli esperti, e non sarebbe limitato a completare l’accerchiamento degli islamisti per favorire la conquista della città da parte delle forze regolari irachene.
Fonti militari e dell’intelligence di Baghdad citate dal sito “Debka file” vicino ai servizi segreti israeliani sottolineano che l’offensiva verso Tal Afar, città sulla strada che collega Mosul a Raqqa, in Siria, serve soprattutto per posizionare le forze dei Guardiani della rivoluzione iraniana e di Hezbollah in modo da poter offrire sostegno alle forze del presidente siriano Bashar al Assad in Siria, sfruttando proprio gli stessi collegamenti utilizzati dall’Is.