Sulla costruzione di un esercito europeo Francia e Germania vogliono andare fino in fondo. Anche senza l'assenso del Regno Unito
Avendo osservato i ministri della Difesa tedesco e Francese, Ursula von der Leyen e Jean-Yves Le Drian, prima e durante il vertice dei ministri della Difesa a Bratislava, si potrebbe pensare che Berlino e Parigi non siano mai andati tanto d’accordo. I ministri della Ue hanno discusso martedì per la prima volta, su iniziativa franco-tedesca, il deciso rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza e di difesa. I sostenitori dell'iniziativa - insieme a Germania e Francia, anche Italia e Spagna – propongono l'istituzione di un quartier generale Ue permanente per il coordinamento delle operazioni civili e militari (attualmente, la leadership militare della Ue è distribuita su 5 centri nevralgici) e un migliore utilizzo delle forze di combattimento comuni, i "gruppi da battaglia" di 1.500 a 3.000 uomini già istituiti, ma sinora mai concretamente mobilitati. Inoltre Germania e Francia vogliono rafforzare l'Eurocorps e istituire un comando sanitario europeo, per portare medici e cliniche mobili rapidamente nei punti di crisi. “Durante la crisi del virus Ebola l'Unione Europea non è stata in grado di agire”, ha sottolineato a tal proposito von der Leyen. Inoltre i quattro paesi intendono conseguire una maggiore cooperazione nel settore dei materiali commerciali, nella condivisione di informazioni satellitari e negli investimenti. Chi sperava che i britannici abbandonassero la loro riluttanza dopo il Brexit si è ingannato. Il Governo federale tedesco, però, replica alle obiezioni di Londra sostenendo che un singolo Stato non può impedire l'adozione di misure concordate a maggioranza qualificata dal Consiglio europeo. Tuttavia, la prospettiva di una difesa europea comune non è vista di buon occhio nemmeno da Svezia, Olanda, Polonia, Lettonia e Lituania. L'Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, ha chiesto più cooperazione fra gli Stati, e lo stesso ha fatto il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Entro metà novembre gli Stati dovranno prendere una posizione in vista di una decisione finale per dicembre