La Commissione Europea ha varato un piano da 177 miliardi di investimenti per la politica energetica
Più isolamenti degli edifici e meno importazioni di petrolio e gas: sono due punti del pacchetto invernale sull'energia deliberato dalla Commissione europea che aspira, tra le altre cose, a generare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro connessi alla transizione energetica continentale. La Commissione ha studiato quattro direttive e quattro regolamenti per un totale di 177 miliardi di investimenti fino al 2021, e 900 mila nuovi posti di lavoro.
L’efficienza energetica dovrebbe arrivare nel 2030 al 30 per cento. Inoltre, secondo la Commissione gli interventi di efficientamento dovrebbero comportare un risparmio di 500 euro l’anno a famiglia. L’Europa, avverte la Commissione, non è preparata ad un mercato dell’elettricità maturo e interconnesso. La Germania, ad esempio, non è ancora in grado di trasmettere efficacemente l'energia prodotta dall'eolico nel nord del Paese ai consumatori del sud.
La Commissione ritiene che in futuro gli operatori di rete nazionali dovrebbero cooperare meglio attraverso le frontiere, coordinate da centri operativi regionali. Questo impedirebbe ulteriori esborsi fino a 9,5 miliardi di euro. In futuro, vento, acqua ed energia solare saranno preferite solo quando ci sarà un sovraccarico delle reti.
Secondo i critici, però, la Commissione limita ancora la piena potenzialità delle energie rinnovabili. Uno di questi è Claude Turmes, portavoce per la politica energetica dei Verdi presso il Parlamento europeo. Anche alcune organizzazioni non governative (Ong) criticano il pacchetto della Commissione. La Ue, per bocca del Commissario sul clima Miguel Arias Canete, ha invece difeso le nuove politiche energetiche.