Che significa l'incidente missilistico di Dimona?
Una potente esplosione ha scosso un’importante fabbrica di missili israeliana chiamata Tomer martedì durante un test per armi avanzate, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa israeliane 22 ore dopo. Intorno all'1: 30 di giovedì, poi, è stato riferito che un missile aveva colpito vicino Dimona, la struttura nucleare militare top-secret del regime occupante. L’impatto del proiettile a lungo raggio è stato un punto di svolta, complicando così la situazione ben oltre ogni semplice analisi.
Sebbene il regime sionista abbia tentato di minimizzare la gravità della situazione e di approfittarne per migliorare i suoi disparati affari interni e politici, non è risultato in grado di nascondere le sue preoccupazioni e paure. Soprattutto nel momento in cui la sua fragile struttura politica si avvia ad un quinto turno di votazioni per le elezioni generali e la dissonanza politica è esplosa all'interno del regime.
La maggior parte delle reazioni a questo incidente ha trasmesso un messaggio importante. Alcuni organi di stampa hanno scritto che i due incidenti hanno portato al regime sionista il messaggio della deterrenza della Resistenza in modo da impedirgli di giocare qualsiasi partita rischiosa sul terreno del nucleare iraniano e sull'asse della resistenza; altrimenti, il regime sarebbe testimone di un gioco altrettanto duro sui suoi impianti nucleari.
Alcuni organi di stampa hanno anche sottolineato che in Medio Oriente le regole del conflitto sono ora cambiate, con la grande esplosione vicino alla centrale nucleare di Dimona del regime sionista, nel deserto del Negev, all'interno dei territori occupati, dove il regime gestisce l'installazione estremamente controversa.
Quali sono state le reazioni?
La maggior parte dei media della regione ha reagito all'incidente di Dimona descrivendolo come un cambiamento nell'equazione e nelle regole del conflitto tra la Siria (o meglio: l'Asse della Resistenza) e il regime sionista.
Il punto importante che è stato menzionato e che i media israeliani avevano citato il ministro degli Affari militari del regime Benny Gantz come dicendo era che il sistema di difesa israeliano non è riuscito a intercettare il missile prima che colpisse il suolo [1]. Ciò riporta alla mente le parole dell'ex ministro israeliano degli affari militari Avigdor Lieberman che una volta disse che il sistema di difesa del regime era “passato”. Questa descrizione ha fatto eco a ciò che Seyyed Hassan Nasrallah, il segretario generale del movimento di resistenza libanese Hezbollah, ha detto sull'intera esistenza del regime sionista: un'entità più fragile di una ragnatela.
Gantz, che era fin troppo ansioso di sfruttare questa opportunità per rimproverare Netanyahu, ha riconosciuto il fallimento del regime nell'intercettare il missile. Prima di lui, Lieberman aveva anche detto che il missile aveva preso di mira Netanyahu più di ogni altra cosa.
Le testate [giornalistiche] israeliane, che fino a pochi giorni fa attribuivano al regime quasi tutti gli incidenti in Iran, hanno affermato che il missile era il risultato di un tiro antiaereo siriano “errante”, che ha colpito accidentalmente vicino Dimona. Un giornalista libanese ha scritto in reazione: “Mi chiedo se siano stati gli israeliani a sbagliare o il missile che è stato sparato a Dimona”.
Sebbene alcuni media arabi abbiano riferito che il missile “errante” abbia colpito a 30 chilometri vicino a Dimona in risposta ai caccia israeliani, [gli stessi media] non hanno potuto gestire [l’accaduto] con un'analisi semplicistica. Si potrebbe dire che quasi tutti parlavano dell'emergere di una nuova equazione e di un cambiamento nelle regole del conflitto.
Ciò che conta di più è che il messaggio che è stato trasmesso ad Israele è stato che le regole del gioco oggi sono cambiate, proprio come l'equazione era cambiata molto tempo fa.
La rete mediatica di Al Mayadeen ha coperto la notizia in modo diverso, descrivendo come un successo il passaggio del missile della difesa aerea siriana nello spazio aereo dei territori occupati e il suo impatto a pochi chilometri dalla centrale di Dimona e, allo stesso tempo, un messaggio chiaro al regime sionista, in un momento in cui c'erano nette contraddizioni nelle osservazioni dei funzionari del regime sionista, che o rivendicavano l'abbattimento del missile o ammettevano l'incapacità del regime di intercettarlo nei primi momenti.
Caratteristiche del missile siriano che ha preso di mira Dimona
Il missile che ha preso di mira l'impianto nucleare militare top-secret del regime occupante a Dimona è stato un SA-5 russo gestito dai sistemi missilistici S-200 russi della Siria. La difesa aerea del regime sionista non è riuscita a intercettarlo, così che alla fine è esploso nel deserto del Negev, all'interno dei territori occupati palestinesi.
Il missile S-200, denominato SA-5 dalla NATO, può essere utilizzato contro obiettivi a medio raggio e ad alta quota. È lunga 10 metri con un diametro di 100 centimetri. Pesa 7.000 chilogrammi e la sua testata è altamente esplosiva e viene lanciato da una piattaforma fissa.
Sembra che Israele debba aspettarsi tempi più duri, oltre alle turbolenze interne, alle sfide legate all'identità e alle preoccupazioni per la sicurezza nelle aree circostanti. Una questione più importante del fatto che il lancio del missile sia stato stato intenzionale o meno, è che il sistema di difesa del regime sionista non è riuscito a intercettarlo. Si prevede che questo problema influenzerà notevolmente la situazione interna della società sionista e la peggiorerà più di quanto non lo sia già, soprattutto considerando che la struttura politica del regime è al momento molto fragile e paralizzata.
[1] https://en.mehrnews.com/news/172434/Israel-air-defence-unable-to-intercept-missile-spokesman
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Articolo originale pubblicato su PEJOURNAL:
https://pejournal.online/what-does-dimona-missile-incident-mean/