La Guerra invertita: l’immensa vittoria della Resistenza
29.03.2018
Damasco, Mosca, Teheran ed Hezbollah sono emerse come le più grandi potenze politicamente e militarmente dopo il conflitto siriano. Gli analisti militari hanno concluso che stia diventando sempre più probabile un conflitto tra questo asse della Resistenza e i sionisti, sauditi e gli americani. Inoltre, hanno valutato che parteciperebbero allo scontro le due maggiori organizzazioni di resistenza palestinesi, Hamas ed il Movimento della Jihad Islamica.
I sionisti minacciano frequentemente che il Libano possa essere sottoposto ad un enorme bombardamento aereo nei giorni di apertura degli attacchi, al confine settentrionale con la Siria e il Libano. Benjamin Netanyahu, il primo ministro sionista, ha minacciato che il suo aggressivo esercito sarebbe intervenuto, piuttosto che permettere alla resistenza di Hezbollah di stabilire la propria posizione ai confini.
Il 21 marzo 2018, il ministro della Guerra Avigdor Lieberman ha detto che i soldati sionisti potrebbero dover operare in profondità nei territori libanesi e manovrare sul campo di battaglia in caso di guerra, avvertendo dei tentativi di Hezbollah di armarsi con missili di precisione prodotti in Libano.
Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Sayyed Nasrallah, ha affermato che qualsiasi conflitto futuro potrebbe svolgersi all'interno del territorio palestinese occupato, dicendo: "Non ci sarà posto fuori dalla portata dei razzi della resistenza". Aggiunge: "Finché c'è un missile che viene sparato dal Libano e bersaglia i sionisti, finché c'è un combattente che spara il suo fucile, finché c'è qualcuno che pianta una bomba contro gli israeliani".
Inequivocabilmente, i sionisti riconoscono che la resistenza di Hezbollah è emersa dalla guerra imposta dalla Siria come un attore militare indurito dalla battaglia e come il più resiliente nella regione araba, con combattenti e riservisti altamente addestrati. Inoltre, il suo sistema di missili è stato pesantemente rifornito, nonostante dozzine di attacchi aerei sui suoi convogli e depositi.
La NATO ed in particolare il piano di Washington di frammentare la Siria, il Libano ed altri Stati arabi in unità più piccole ha superato le aspettative e ha dimostrato il suo completo fallimento. L'amministrazione di Trump continua a sostenere la devastante guerra dei sauditi contro lo Yemen, negoziando anche un accordo sulle armi da un miliardo di dollari per assumere una posizione aggressiva nei confronti di Hezbollah, il regime siriano e l'Iran.
L'amministrazione Trump ha già segnalato che perseguirà una politica più conflittuale contro l'Iran e che ci sarà un sostegno senza precedenti per i sionisti in ogni conflitto, indipendentemente da come sia condotta una tale guerra.
Ovviamente, i sauditi hanno spostato la loro attenzione sul Libano. Amos Harel, il commentatore militare del quotidiano israeliano Ha'aretz, ha riferito: "Se l'Arabia Saudita sta deliberatamente alimentando le fiamme tra le parti [Israele e Hezbollah], questo diventa un pericolo tangibile." L'ex ambasciatore statunitense all'entità sionista Dan Shapiro ha anche avvertito: "È plausibile che i sauditi stiano cercando di creare il contesto per un diverso modo di confrontare l'Iran in Libano - una guerra israeliana-Hezbollah".
I nemici della Resistenza non sono riusciti a ristabilirsi come potenza egemonica in Medio Oriente, con il controllo assoluto sulle risorse naturali incluso petrolio, gas e acqua. Inoltre, non sono riusciti a controllare lo Yemen, a scacciare il coraggioso presidente siriano Bashar al-Assad e a fermare le continue vittorie della Resistenza.
Storicamente parlando, l'invasione sionista del sud del Libano, nel 1982, volta a demolire l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha trasformato l'OLP in un potere forte; tuttavia, mancava della mobilità dimostrata da Hezbollah nei successivi quattro decenni. Anche se i sionisti si scagliarono contro la resistenza due volte, nel 1993 con Operation Accountability e nel 1996 con Operation Grapes of Wrath, non fecero guadagni sul campo di battaglia e la resistenza continuò a sparare razzi Katyusha fino alla completa vittoria del 25 maggio 2000.
Nel 2006, il nemico sionista colpì il quartier generale di Hezbollah e le strutture di comando e bombardò le infrastrutture libanesi. Dopo la vittoria del 2006, la Resistenza ha accumulato centinaia di migliaia di missili balistici e missili in grado di trasportare testate chimiche oltre ad esplosivi convenzionali, oltre a mortai in grado di raggiungere non solo le zone di confine ma anche i terreni nemici. Sicuramente, i sionisti si stanno preparando a condurre questa nuova guerra in modo più deliberato e calcolato. Per questo motivo, stanno rimandando la guerra in quanto qualsiasi conflitto in arrivo potrebbe mettere a repentaglio la possibilità finale sionista e americana in Medio Oriente. I nemici mirano a minare il paradigma di guerra di Hezbollah e a ridurre l'influenza iraniana e russa nella regione.
Nella prossima guerra, l'economia sionista si ridurrà immensamente, il che potrebbe causare danni devastanti a lungo termine alla reputazione del nemico come attore chiave nell'economia globale. Allo stesso modo, la loro infrastruttura non sarebbe resiliente ai pesanti attacchi missilistici di Hezbollah. I sionisti non sarebbero in grado di sopportare la dislocazione derivante dagli attacchi di terra, mare e aria della Resistenza.
Il principe ereditario sionista-saudita, Mohammed bin Salman, ha sostenuto che l'Iran è una delle principali minacce e l'unico modo per superare la disputa in Medio Oriente è attraverso l’aperta normalizzazione di legami armoniosi con il nemico sionista. Indiscutibilmente, se gli sciocchi sauditi decidessero di intraprendere questa guerra, i governanti tirannici di Bani Saud collasseraebbero [Bani Saud come l'uso arabo di "Al" è un titolo onorevole di una dinastia legittima, come la famiglia del Profeta Mohammad (PBU’em); Al-Hashem].
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Articolo originale di Sondoss Al Asaad:
Traduzione di Costantino Ceoldo – Pravda freelance