Lettera di Julius Evola a Ernst Jünger

03.01.2023

Due grandi pensatori tradizionalisti (in un senso significativamente diverso del termine), Julius Evola ed Ernst Jünger, non si sono mai incontrati di persona, anche se entrambi avevano amici in comune. Si sa che Evola ha letto con molta attenzione tutti gli scritti di Jünger e ha scritto un intero libro sul suo “Operaio”, con una peculiare interpretazione della sua figura di uomo eroico e distaccato, un aristocratico dello spirito. Evola non amava l’opera di Jünger degli anni ’40-’50, in cui vedeva concessioni all’umanesimo classico e al mito della particolare via dell’Occidente, anche se Eliopoli, a quanto pare, doveva sembrare al barone italiano più comprensibile e vicino all’opera. Purtroppo Evola non è sopravvissuto alla pubblicazione di “Evmesville” (1977) – un romanzo in cui Jünger, dopo aver creato l’immagine dell’anarca, si avvicina nuovamente al concetto evoliano dell’uomo differenziato, l’uomo isolato tra le rovine come migliore forma di sopravvivenza dei tradizionalisti nell’epoca buia dei lupi sulla terra…

Solo una volta, il 17 novembre 1953, Evola scrisse una lettera a Jünger, desiderando pubblicare ufficialmente una traduzione italiana de L’operaio. L’occasione fu un regalo assente di Jünger, che tramite il suo segretario Armin Mohler (futuro autore della Rivoluzione conservatrice) regalò a Evola una copia di Heliopolis con il suo autografo. La lettera si distingue per la sua valutazione critica del fascismo e del nazionalsocialismo che, secondo l’autore, non hanno risolto nessuno dei problemi della società moderna delineati negli scritti dei due grandi pensatori.

Quattro giorni dopo, il 21 novembre, Jünger rispose in modo evasivo, non volendo rivisitare il suo libro del 1930. Scrive che ha intenzione di rivedere il testo de L’operaio e di rimandare per il momento la traduzione. Invece dei diritti d’autore e di una copia de L’operaio, suggerì a Evola di tradurre le sue opere successive: Oltre la linea, Partendo per il bosco, Il nodo gordiano (stranamente, non La pace o Eliopoli). Evola si limitò a una recensione critica de Il nodo gordiano, pubblicata nel luglio 1954. A questo punto, il dialogo diretto tra i due pensatori si interrompe nella storia, ma non nell’eternità. Ewola citerà Jünger più di una volta nei suoi articoli.

È da notare che Ewola inviò questa lettera in italiano e subito dopo – dattiloscritta – in tedesco. La traduzione qui riportata è dal tedesco. La traduzione inglese disponibile su Internet di D.F. Williams è estremamente imprecisa.

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Caro Signore!

Il mio nome le sarà forse familiare, forse grazie alla mediazione del dottor Armin Mohler, dal quale ho ricevuto di recente una copia di Heliopolis con dedica, e anche perché avevamo molte conoscenze in comune nel Reich – come il professor Karl Schmitt e il barone von Gleichen.

Da tempo seguo il suo lavoro con particolare interesse e ho spesso colto l’occasione per fare riferimento ai suoi scritti. Di questi sono più vicino, infatti, alle opere del primo periodo, cioè prima di The Marblecliffs. È a questo proposito che oso rivolgermi a voi. Spero di poter disporre di una traduzione italiana de L’operaio. A causa dell’analogia tra il primo e il secondo dopoguerra, credo che i problemi delineati in quel libro siano di nuovo attuali – anche se le soluzioni che si pensava di aver trovato nel periodo interbellico nel Reich e in Italia erano per lo più soluzioni immaginarie, fenomeni surrogati e congiunturali. Credo anche che ai giorni nostri questo libro possa avere un effetto di “risveglio”.

Ora c’è un ostacolo da superare: non ho il libro di cui sopra ed è molto difficile procurarselo. Il dottor Mohler mi ha anche scritto che avete solo una copia per i vostri archivi. Tuttavia, potrebbe essere possibile trovare qualcuno nella vostra cerchia di conoscenti che possa vendere o prestare il libro – mentre viene controllato e tradotto in modo appropriato sotto la mia personale garanzia formale di restituzione.

Sempre a proposito di questo: a chi devo rivolgermi per i diritti di traduzione?

Mi scuso per la mia richiesta: naturalmente mi ha dato l’opportunità, sempre ritardata, di avere l’onore di entrare in contatto personale con lei.

Con particolare rispetto,

dedicato a voi

Julius Evola