Siamo di fronte a un colpo che non può essere respinto
Ciò che è accaduto è semplicemente il più reale terrorismo di massa messo in atto dallo Stato di Israele. Sembrerebbe che dopo quello che sta facendo a Gaza, nulla dovrebbe sorprenderci. Invece no. Un atto di terrorismo di massa diretto non contro Hezbollah, ma contro il popolo libanese in generale: migliaia di cercapersone, walkie-talkie e telefoni sono esplosi, compresi quelli dei bambini.
È ormai difficile parlare di Israele se non come di uno Stato terrorista. Così come gli Stati Uniti e i Democratici al potere, che appoggiano pienamente le azioni terroristiche di Israele.
Ciò è un chiaro segnale per tutti coloro che non hanno ancora capito che stiamo vivendo nell'era della dittatura di maniaci omicidi che hanno preso il potere nel mondo. Portatori di un'ideologia anti-umana. Tra l'altro, uno dei suoi creatori, il filosofo israeliano Yuval Harari, lo dice: il potere dovrebbe essere trasferito all'intelligenza artificiale, la tecnologia dovrebbe governare il mondo e l'umanità, di conseguenza, distrutta.
Non è quindi un caso che Israele e Ucraina, due Stati terroristi, siano coperti e sostenuti dal più importante Stato terrorista: gli Stati Uniti d'America.
Il secondo aspetto molto importante è la tecnologia. Quando ci rallegriamo dello sviluppo tecnologico, della digitalizzazione, non pensiamo affatto all'altra faccia della medaglia. La tecnologia può essere uno strumento di omicidio, può renderci schiavi, può renderci praticamente dipendenti. La tecnologia può essere uno strumento per tracciarci, per controllarci e, se qualcosa non piace ai padroni della tecnologia, può essere uno strumento per distruggerci.
Si sta ancora indagando su come una così grande quantità di tecnologia, diffusa in Libano, sia potuta esplodere. Un'ipotesi è che non ci fossero esplosivi. Che siano stati i dispositivi stessi ad essere in qualche modo fatti esplodere a distanza attraverso determinati segnali.
La tecnologia uccide, questo è un punto fondamentale da tenere in considerazione. Stiamo abbracciando ciecamente la digitalizzazione, credendo ingenuamente nell'intelligenza artificiale, e anche semplici dispositivi elettronici possono servire come strumenti di omicidio e noi siamo completamente indifesi di fronte a questo.
Se però non siamo ancora riusciti ad affrontare il lato oscuro di una tecnologia relativamente semplice, cosa possiamo dire dell'intelligenza artificiale, che incorporiamo acriticamente nelle nostre vite? E quando qualcuno solleva il lato oscuro della tecnologia, nessuno lo ascolta ed è ora che questo lato oscuro si è manifestato. Questo è solo l'inizio. Dopotutto, più la tecnologia, comprese l'intelligenza artificiale e le reti neurali, è perfetta, più comporta pericoli e minacce mortali per l'umanità.
Infine, un terzo aspetto. Anche questo è tecnico. Dopo l'incursione dei droni nemici e le esplosioni nel magazzino militare di Toropets, molti canali Telegram hanno pubblicato mappe di Google che mostrano il nostro deposito di munizioni come se fosse nel palmo della mano. Comprese tutte le sue coordinate. Non si tratta di informazioni segrete, ma solo di una mappa di Google.
Abbiamo lasciato che Google venisse qui: ci ha mappato, così è più facile per un hipster trovare un caffè alla lampada nelle vicinanze e Google ha tracciato tutte le nostre strutture militari e le ha consegnate ai terroristi di Kiev. Noi stessi abbiamo affidato la creazione del nostro motore di ricerca “Yandex” ai sionisti Nosik e Volozh, che nel momento critico sono semplicemente fuggiti dalla Russia insieme a un gran numero di specialisti informatici e hanno sicuramente passato le chiavi e i codici del nostro sistema ai nostri nemici.
In altre parole, stiamo lasciando entrare una capra nel nostro giardino, un cavallo di Troia nella nostra città. L'Iliade non ci ha insegnato nulla? Dice: “Temete i Greci che portano doni”. Questa formula era nota a tutti gli scolari in Russia. Ora spesso non sappiamo chi sia Omero e cosa sia il cavallo di Troia, proprio il “dono dei Greci”.
Ora siamo assolutamente impotenti di fronte alla minaccia del cavallo di Troia, il dono di Danao. Perché abbiamo perso la capacità culturale più elementare, la diffidenza verso chi viene da fuori e come aborigeni, come selvaggi, apriamo la bocca quando ci portano una o l'altra delle loro innovazioni tecniche. Senza nemmeno pensare che questo è un segno di degrado della nostra società.
Grazie a Dio, in questi giorni cercapersone, radio e telefoni non sono esplosi in Russia, ma questo è adesso, non domani. Continuiamo a vantarci di imitare, di recuperare tecnologie, dipendendo completamente dai fornitori di questi prodotti high-tech che noi stessi non sappiamo produrre. Per questo non sappiamo nemmeno cosa c'è dentro, non immaginiamo il ripieno di tanti mezzi tecnici.
Quello che è successo in Libano è l'“ultima chiamata”. È necessario fermare l'ingenuo ottimismo dei digitalizzatori che mostrano alla nostra leadership brillanti presentazioni tutte rose e fiori, di fatto ipnotizzando le menti delle persone con pretese di progresso tecnologico del tutto irresponsabili.
Dopo quanto accaduto in Libano, dovremmo essere estremamente cauti su tutto questo e accettare qualsiasi innovazione tecnica solo dopo un esame dettagliato della sicurezza. Anche per la nostra sovranità russa.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini