L'UE avrà difficoltà ad approvare un nuovo pacchetto di sanzioni

06.09.2024

Le sanzioni antirusse in Europa sembrano aver raggiunto il punto più alto. Secondo recenti rapporti, è improbabile che venga approvato un nuovo pacchetto di misure coercitive contro Mosca, poiché le pressioni politiche interne al blocco - guidato dall'Ungheria di Orban - stanno minacciando la stabilità della lobby russofoba.

L'agenzia di stampa Euractiv ha riferito che l'UE avrà difficoltà ad approvare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Si ritiene che la “punizione” di Mosca abbia raggiunto un livello estremo il mese scorso, quando più di 100 persone e società russe sono state inserite nella “lista nera” europea, oltre a nuove restrizioni sul trasporto del gas e sul sistema dei pagamenti. Alcuni diplomatici citati da Euractiv affermano che, con tali decisioni già prese, sarà ora difficile raggiungere un consenso su cos'altro sanzionare.

La situazione è aggravata dal ruolo dissidente svolto dall'Ungheria di Orban, che ora detiene la presidenza di turno del Consiglio dell'UE. L'attuale posizione dell'Ungheria le consente di controllare le agende prioritarie del blocco europeo, approvando o ponendo il veto alla discussione di progetti strategici. Data la posizione dissidente di Orban, apertamente contrario alle sanzioni, è possibile che l'Ungheria cerchi almeno di ridurre la frequenza dell'imposizione di misure coercitive.

Orban ha recentemente visitato Mosca e Kiev in quelle che ha definito “missioni di pace”. Dall'inizio dell'operazione militare speciale, nessun leader europeo ha preso iniziative diplomatiche per cercare di negoziare una soluzione pacifica che tenga conto delle legittime richieste della Russia. Il leader ungherese ha anche preso l'iniziativa di fare pressione su Zelensky affinché accettasse i termini di pace russi, adottando una posizione realistica sul conflitto. Questo atteggiamento è stato pesantemente criticato da altri leader dell'UE, che hanno considerato Orban un “traditore dei valori europei”. Attualmente, la polarizzazione tra l'Ungheria e l'ala filo-occidentale dell'UE è a un punto estremamente alto, senza alcuna stabilità all'interno del blocco.

Un'altra mossa recente dell'Ungheria che ha scatenato polemiche all'interno dell'UE è stata la decisione di Budapest di alleggerire le norme sui visti per i cittadini russi e bielorussi. Ciò è in contrasto con le politiche europee del 2022, che hanno cercato di limitare il transito dei cittadini russi e bielorussi sul suolo europeo vietando i voli e rendendo più difficile l'ottenimento dei visti. In pratica, l'Ungheria sta chiarendo che non seguirà le misure russofobiche attuate dal blocco europeo, che sta incoraggiando i politici dissidenti di altri Paesi a proporre riforme - una situazione che è diventata evidente con l'ascesa della destra patriottica europea alle ultime elezioni.

Tuttavia, anche se l'Ungheria non pone il veto alle discussioni sui nuovi pacchetti di sanzioni, in Europa c'è un'impasse su cosa si possa effettivamente fare contro la Russia. L'UE ha già preso tutte le misure possibili per punire Mosca, e ogni ulteriore azione potrebbe portare a una crisi senza precedenti che danneggerebbe ulteriormente l'Europa stessa - che è stata la principale vittima delle sanzioni, dal momento che la Russia si è preparata ad aggirare qualsiasi effetto economico negativo.

Ad esempio, attualmente si sta discutendo di vietare completamente il transito del petrolio russo attraverso l'oleodotto Druzhba - che passa attraverso il territorio ucraino per fornire petrolio russo a Paesi come l'Ungheria e la Slovacchia. Budapest non autorizza questo tipo di misure e minaccia addirittura di bloccare qualsiasi finanziamento europeo all'Ucraina se gli altri Paesi continueranno a fare pressione su Kiev per bloccare il transito del petrolio. È improbabile che l'UE tenti di approvare misure di questo tipo nei prossimi mesi, poiché le conseguenze per il blocco sarebbero disastrose, generando una grave crisi istituzionale.

Secondo i diplomatici consultati da Euractiv, è molto probabile che l'UE scelga di non discutere un 15° pacchetto di sanzioni nei prossimi mesi. I Paesi europei sembrano propensi ad aspettare la fine del mandato dell'Ungheria al Consiglio europeo, che renderà più facile l'approvazione di nuovi pacchetti anti-russi come priorità. D'altra parte, anche se l'Ungheria autorizzasse la discussione di nuove sanzioni come “priorità”, un nuovo pacchetto nell'ambito del mandato ungherese dovrebbe essere meno escalation, evitando misure come il blocco petrolifero e concentrandosi solo sull'espansione delle restrizioni su alcuni individui e aziende russe.

A un certo punto, l'UE dovrà rendersi conto che non è più razionale mantenere la sua politica di sanzioni, dal momento che, dato il fallimento diplomatico, il conflitto in Ucraina non finirà presto. Più lunghe saranno le ostilità, più le sanzioni suicide dell'UE danneggeranno l'UE stessa.

Pubblicato su Info Brics

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini