Le elezioni politiche in Italia

06.03.2018
Le elezioni politiche di domenica 4 marzo hanno riservato delle grosse sorprese a molti. Il vero vincitore di questa gara elettorale è stato il Movimento 5 Stelle che, pur presentandosi da solo e senza fare parte di una qualsiasi coalizione, ha raccolto più del 32% di consensi, sia alla Camera che al Senato. Un risultato più che notevole: semplicemente fantastico. Un risultato dovuto all’impegno di uomini e donne che si sono buttati nella campagna elettorale con grande entusiasmo e senza risparmiarsi. Il loro comportamento onesto e la lealtà dimostrata nei confronti degli elettori nella passata legislatura ha valso loro la fiducia di un terzo abbondante del corpo politico italiano. 
 
Ci sono state altre sorprese: per esempio c’è gente che vota ancora Berlusconi e il suo “Forza Italia”. Ma a 82 anni, il vecchio Silvio ha perso la sua magia. Troppo il catrame in testa, troppa la colla in faccia, troppi i punti di cucitrice attorno alle labbra che gli rendono difficile farsi capire quando parla. Solo un miserabile 14% per il padrone di metà delle televisioni Italiane e con un debole per le ragazze giovani a pagamento. Sono passati i tempi in cui scendeva in campo a raccattare voti a man bassa, incantando i polli italiani ma anche le pollastre. La strada di Berlusconi è in discesa, nel senso che va a rotoli. Perfino l’attivista Femen che lo ha contestato al seggio, mostrando le tette al vento, non era delle migliori… povero Silvio! Ne è passato di tempo da quando aveva le sue groupies a pagamento in via Dell’Olgettina a Milano!
 
La Lega Nord di Matteo Salvini ha visto un risultato spumeggiante arrivando al 18% circa, più di Forza Italia nella cui coalizione si trova. I rapporti di forza sono adesso chiari e sono un altro motivo per cui Berlusconi non potrà dettare legge a suo piacimento. Ero scettico sui risultati della Lega, per gli scandali che l’avevano scossa in passato e per la gestione politica del suo fondatore Umberto Bossi e annesso entourage. A quanto pare Salvini ha giocato bene le sue carte e il risultato si è visto. Peccato.
 
Il partito francobollo “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni si conferma per quello che, appunto, è: un partito francobollo al 4%, appena sopra la soglia di sbarramento del 3%. Non contribuirà molto alla coalizione del centro-destra. Cercherà di fare da ago della bilancia ma bisogna vedere in quale bilancia.
 
L’insieme di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia arriva al 37% ma non è sufficiente a formare un governo. Se la Lega si sganciasse dagli altri e formasse una Grosse Koalition con il Movimento 5 Stelle, un governo di unità nazionale come dicono alcuni qui da noi, allora ci sarebbero i numeri per un nuovo esecutivo ma la questione al momento pare non sia in discussione: c’è ancora troppa euforia post risultati.
 
La sinistra italiana è KO: la sequela di Primi Ministri imposti da Bruxelles e che nessun italiano ha mai votato in Parlamento, le scelte economiche sbagliate, l’appoggio incondizionato alle politiche migratorie e la simpatia di cui gode George Soros presso molti esponenti di questa sinistra alla moda, tutto questo ha costituito una miscela velenosa. Il Partito Democratico (oramai erede solo a parole del passato Partito Comunista Italiano) è sceso al 19%. Corre voce che il suo segretario generale, Matteo Renzi (l’uomo con il gelato in mano: 
abbia dato le dimissioni ma non è sicuro. Nemmeno questo sa fare bene.
 
Il partito-francobollo “Liberi e Uguali” nella coalizione di sinistra ha passato lo sbarramento del 3% e si trova nel nuovo Parlamento. È stato fondato dall’ex presidente del Senato ed ex magistrato Piero Grasso un paio di mesi prima delle elezioni ma a quanto pare alcuni Italiani ci hanno creduto. Il numero sufficiente. Cose da Italiani.
 
Sparisce invece il partito-minaccia “Più Europa!” della ex militante radicale Emma Bonino, grande amica di George Soros e da cui ha sempre ricevuto cospicui finanziamenti. A settant’anni passati e reduce da un tumore, sarebbe ora che la vecchia Emma andasse in pensione visto che nessuno la vuole votare. Ma visto anche com’è l’Italia, niente di strano che continui ad aleggiare come una presenza sinistra, chiedendo più rigore economico, più immigrazione, meno sovranità nazionale, più cibi OGM, più si dice dinamicità ma si legge precarietà del lavoro. Tutte cose di cui gli Italiani sono in realtà stufi marci ma non Emma Bonino che per l’appunto è Europea e non Italiana. Non è lei a sbagliare ma gli altri a non arrivare a fine mese: è colpa della crisi economica.
 
Chi sono i veri sconfitti di queste elezioni? Ce lo dice Marcello Foa, impeccabile come sua abitudine: i grandi media mainstream. Tutti i principali media italiani hanno snobbato l’impegno di Matteo Salvini in campagna elettorale, preferendo credere che nessun italiano lo avrebbe votato a parte alcuni barbari selvaggi del Nord. Hanno anche preferito sproloquiare sul populismo piuttosto che capire le reali ragioni del distacco ma anche del disgusto e della sofferenza degli elettori italiani nei confronti delle scelte politiche operate nella passata legislatura. Nelle ultime settimane di campagna elettorale, è stato gonfiato ad arte lo spauracchio di un inesistente pericolo fascista quando invece, alla prova dei fatti, Forza Nuova e Casa Pound, i partiti di destra che si ispirano all’ideologia di Mussolini, non hanno raggiunto assieme nemmeno il 2% di voti: una quantità risibile che non costituisce alcun pericolo ma rappresenta solo un trascurabile nucleo di nostalgici senza futuro.
 
I grandi media italiani hanno attaccato senza ritegno il Movimento 5 Stelle accusandolo di incapacità, di ingenuità, di impreparazione. Accuse assurde alla luce del fatto, dolorosamente chiaro a moltissimi italiani, che la situazione di crisi generale in cui si trova l’Italia è dovuta proprio a coloro che invece si dicevano esperti.  Un punto di forza dei 5 Stelle è il mantenere le promesse fatte. Una di esse era di rinunciare a parte dello stipendio mettendolo in un fondo comune con cui finanziare piccoli imprenditori in difficoltà. Dieci deputati dei 5 Stelle hanno fatto i furbi, simulando una rinuncia che in realtà non c’è stata. È scoppiato uno scandalo e i responsabili sono finiti alla gogna. Gli italiani hanno creduto alla correttezza degli altri deputati 5 Stelle e lo hanno dimostrato nella cabina elettorale. Nessuna legge è stata violata, solo un accordo di lealtà con i propri elettori.
 
I partiti della vecchia politica hanno tutti fallito e sarebbe ora di una scelta nuova e coraggiosa: sarà possibile? Difficile. La legge elettorale con la quale siamo andati a votare è stata fatta su misura per contenere il successo del Movimento 5 Stelle e rendere ingovernabile l’Italia in caso di un suo clamoroso successo. Certo, nessuno aveva previsto il successo della Lega Nord e la misura della sconfitta del Partito Democratico. Potrebbe nascere una coalizione allargata destra-sinistra tenendo i 5 Stelle all’opposizione ma non sarebbe facile tenere assieme persone così apparentemente diverse e la mangiatoia non è più piena come una volta. Sarebbe una cosa vergognosa ma l’Italia vi è purtroppo abituata. I prossimi giorni ci diranno come sarà il governo che si presenterà nel nuovo Parlamento.