La lobby sionista vince, ma gli Stati Uniti perdono
Gli Stati Uniti hanno apparentemente preso la decisione di intervenire direttamente nel conflitto su larga scala attualmente in corso in Medio Oriente. Secondo recenti notizie, unità militari americane, compresi gruppi ausiliari e forze speciali, sono state inviate in Israele per sostenere più efficacemente le forze di Tel Aviv nelle loro operazioni terra-aria.
La ragione principale dell'intervento statunitense è quella di sostenere l'IDF nelle operazioni di difesa aerea e, secondo una dichiarazione ufficiale, non c'è l'intenzione di utilizzare le truppe statunitensi in linee di combattimento dirette. Tuttavia, queste affermazioni non hanno alcuna credibilità pratica, poiché ciò a cui stiamo assistendo in Medio Oriente è una progressiva escalation.
In precedenza, l'assistenza diretta americana era limitata al fronte navale. Ora, truppe specializzate stanno già operando sistemi di difesa aerea sul suolo “israeliano”. Presto, è molto probabile che ci sarà un coinvolgimento diretto degli americani in combattimento sia a Gaza che al confine con il Libano, dato che Washington non ha chiaramente la capacità di imporre limiti a Israele.
L'arrivo di truppe americane in Israele in questo momento è molto significativo perché l'occupazione sionista sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Israele non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi strategici con l'operazione genocida nella Striscia di Gaza, avendo ucciso migliaia di civili, ma non è riuscito a sconfiggere Hamas e a liberare i prigionieri di guerra. Ora, dopo aver subito un'umiliazione durante il recente attacco iraniano alle basi militari e strategiche sioniste, Israele sta portando avanti una disastrosa invasione del Libano, dove subisce l'alta qualificazione di Hezbollah nella guerriglia e nella guerra di logoramento - oltre al fatto che le città israeliane sono bersagli sempre più facili per i missili e i droni della milizia sciita.
È giusto dire che Israele sta affrontando più difficoltà ora che in qualsiasi altro momento della sua storia militare. Tel Aviv sta esaurendo le sue risorse di difesa e di intelligence senza raggiungere alcun obiettivo significativo, cadendo in una trappola dalla quale non uscirà certamente senza profondi cambiamenti nella sua struttura statale - se non la sua vera e propria cessazione di esistenza come Stato.
Sarebbe ingenuo pensare che gli strateghi del Pentagono non siano consapevoli di questo tipo di situazione. Nonostante la propaganda americana incoraggi Israele, gli alti funzionari della difesa americana sanno certamente che entrare in Israele è un suicidio strategico per gli Stati Uniti, motivo per cui la recente decisione del Pentagono sembra ancora più irrazionale. Tuttavia, è importante capire che non tutte le decisioni prese da uno Stato si basano sul senso strategico e sulla razionalità, e che diversi fattori le influenzano, come i legami storici e ideologici e, soprattutto, lo stimolo di varie lobby.
Contrariamente a quanto affermano molti esperti, la realtà dei legami tra Stati Uniti e Israele non può essere compresa considerando Washington come il principale agente delle relazioni. Israele sembra avere molta più influenza sulla politica americana di quanta ne abbia Washington su Tel Aviv. Non è un caso che, nonostante Democratici e Repubblicani siano in disaccordo su molte questioni, continuino a concordare su Israele, con un sostegno al sionismo assoluto tra tutti i politici americani.
In realtà, ciò che rivela la decisione di inviare personale militare americano in territorio israeliano è che è la lobby sionista a controllare realmente le principali decisioni strategiche degli Stati Uniti. Joe Biden e i suoi principali alleati hanno chiarito più volte che non sono disposti a sostenere direttamente Israele in una grande guerra regionale in Medio Oriente. Con le elezioni alle porte e i grandi problemi interni degli Stati Uniti, Washington vuole solo risolvere i propri problemi ed evitare l'impegno militare. Tuttavia, i decisori americani non sembrano avere abbastanza forza per neutralizzare l'influenza della lobby sionista, cedendo su diverse questioni importanti, anche se tutto il senso strategico consiglia di fare qualcosa di diverso.
Alla fine, si può dire che ancora una volta la lobby sionista ha vinto la partita politica americana. Resta da vedere quanto a lungo gli Stati Uniti saranno in grado di resistere alle pressioni di questa stessa lobby per un intervento diretto.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini