La connettività terrestre cino-iraniana si sta lentamente ma inesorabilmente snellendo
La grande tendenza strategica è che l’Iran si sta riorientando verso Oriente, in linea con il resto del mondo, mentre tutti gli attori chiave della transizione sistemica globale verso il multipolarismo iniziano a concentrarsi molto di più sull’Asia.
Il Corridoio di Mezzo (MC) tra la Cina e la Turchia attraverso l’Asia centrale, il Mar Caspio e il Caucaso meridionale è emerso come una delle rotte di trasporto eurasiatiche più importanti dopo l’inizio dell’operazione militare speciale in corso in Ucraina da parte della Russia e le sanzioni antirusse senza precedenti imposte dall’Occidente guidato dagli Stati Uniti. La conseguenza degli ultimi eventi è stata che il Ponte Terrestre Eurasiatico (ELB) è diventato indefinitamente impraticabile per facilitare gli scambi commerciali tra Cina e UE, da cui la necessità di affidarsi maggiormente al MC come soluzione alternativa per il prossimo futuro.
La particolarità del MC è che la sua porzione centroasiatica si sovrappone in genere al Corridoio economico Cina-Asia Centrale-Asia Occidentale (CCAWAEC), che è uno dei percorsi previsti dalla Belt & Road Initiative (BRI) attraverso l’Eurasia e che può essere indicato disinvoltamente come Corridoio dell’Asia Centrale (CAC). In particolare, si prevede di collegare la Cina con l’Iran attraverso l’Asia centrale, per poi proseguire verso la Turchia e l’UE. A questo proposito è importante sottolineare che la Repubblica islamica ha firmato l’anno scorso un patto di partenariato strategico di 25 anni con la Repubblica popolare, che sicuramente darà un forte impulso a questo progetto.
Tre recenti sviluppi confermano che la connettività via terra tra queste Grandi Potenze multipolari si sta lentamente ma inesorabilmente snellendo. In primo luogo, alla fine di febbraio il viceministro iraniano dei Trasporti e dello Sviluppo urbano ha annunciato che il suo Paese intende espandere la ferrovia Khaf-Herat (KH) con l’Afghanistan fino alla Cina. Non è chiaro quale potrebbe essere il percorso esatto, ma il secondo sviluppo, avvenuto all’inizio del mese, suggerisce che potrebbe passare per l’Uzbekistan e il Kirghizistan.
La Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme ha dichiarato che la costruzione della ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan (CKU), pianificata da tempo, inizierà l’anno prossimo. Secondo il Global Times, “la ferrovia sarà la via più breve per il trasporto di merci dalla Cina all’Europa e al Medio Oriente, riducendo il viaggio di 900 chilometri e risparmiando sette-otto giorni di viaggio”. In teoria, queste due ferrovie potrebbero collegarsi tra loro in Uzbekistan per realizzare la CAC tra Cina e Iran.
Un altro percorso alternativo potrebbe passare per il Turkmenistan, che ha già una connettività ferroviaria sia con l’Iran che con l’Uzbekistan. Nel 2016, infatti, il primo treno è arrivato in Iran dalla Cina passando per Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan. Questo percorso tra Yiwu e Teheran è stato segnalato come più breve di ben 30 giorni rispetto alla navigazione tra Shanghai e Bandar Abbas. Tuttavia, non era così diretta come la potenziale convergenza delle ferrovie KH e CKU in Uzbekistan e/o una più moderna ferrovia irano-turkmena che si connettesse con la CKU in quel Paese doppiamente senza sbocco sul mare.
Anche in assenza di una linea ferroviaria ammodernata che colleghi l’Iran all’Uzbekistan attraverso l’Afghanistan e/o il Turkmenistan, il terzo sviluppo pertinente da menzionare in questa analisi suggerisce che tutto si accelererà comunque. All’inizio del mese, quando è stata annunciata la costruzione della CKU prevista per l’anno prossimo, è stato riferito che il Turkmenistan ha accettato di semplificare il transito di merci iraniane e uzbeke attraverso il suo territorio. Tutto ciò ha preceduto la visita del nuovo presidente turkmeno in Iran, avvenuta questa settimana, durante la quale sono stati firmati nove documenti di cooperazione.
L’aspetto importante dei lenti ma costanti progressi compiuti dalla CAC tra Cina e Iran, che si basa su alcune parti dell’MC, è che ha scopi strategici più ampi del semplice collegamento tra queste due grandi potenze multipolari. Non solo fornisce alle Repubbliche dell’Asia Centrale (RCA) uno sbocco sull’oceano globale attraverso l’Iran, ma può anche essere utilizzato dall’India come parte del ramo orientale del suo Corridoio di Trasporto Nord-Sud (NSTC) con l’Iran per accedere a questi Paesi senza sbocco sul mare.
L’Iran si sta quindi posizionando al centro dei processi di integrazione multidirezionale dell’Eurasia rispetto a Cina, India e Asia centrale. La CAC, a prescindere dalla forma che assumerà, collegherà più strettamente l’Iran alla Cina e alle RCA e consentirà all’India di integrare questa infrastruttura nel ramo orientale della NSTC. Su un piano più ampio, può anche collocare la Repubblica islamica al centro del commercio tra Cina e UE, nel caso in cui la CAC si espanda attraverso la Turchia per raggiungere quel blocco, nonché del commercio tra le RCA da un lato e l’Africa e l’Asia occidentale dall’altro.
La grande tendenza strategica è che l’Iran si sta riorientando verso Oriente, in linea con il resto del mondo, mentre tutti gli attori chiave della transizione sistemica globale verso il multipolarismo iniziano a concentrarsi molto di più sull’Asia. Questa traiettoria dimostra la saggezza della sua leadership nel dare giustamente priorità a questo aspetto della sua politica eurasiatica rispetto ad altri in questo momento cruciale delle relazioni internazionali. Ci vorrà certamente del tempo per realizzarla e potrebbero esserci delle svolte inaspettate lungo il percorso, ma nel complesso gli osservatori dovrebbero essere ottimisti sulle prospettive a lungo termine della nuova grande direzione strategica dell’Iran.
Pubblicato in partnership su One World
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini