Iraq: Bentornato 2014!
Traduzione di Alessandro Napoli
Ci sono tutti i segnali secondo cui l’Iraq stia tornando agli eventi del 2014, quando l’ISIS si fece strada alle porte di Baghdad. L’allora crisi nelle province sunnite portò il paese a una potenziale disintegrazione, di cui approfittarono gli americani e i loro alleati regionali. Erano i burattini del Grande Satana che stavano attivamente armando i resti delle agenzie di intelligence di Saddam, che stavano aspettando il loro momento per approfittare delle proteste ad Anbar. La rivolta dei baathisti e dei takfiri era predeterminata, perché già nel 2013 l’autorità di Baghdad ha dovuto far fronte all’attivazione di insurrezioni locali in alcuni distretti di Anbar, Ninive e Salah ad-Din, ma la situazione negativa in Siria ha dato un forte impulso agli ex di Saddam con il loro piano per realizzare le loro ambizioni, fallito nel 2014. Oggi la storia si ripete, sono cambiati solo gli attori principali e il piano per smembrare l’Iraq è diventato più sofisticato.
Così a fine gennaio, con l’appoggio del Presidente del Parlamento Mohammad Al-Khalbusi, il gruppo Desert Hawks [1] è diventato più attivo, il capo del Partito del Progresso ha persino permesso ai militanti di entrare a Baghdad, presumibilmente per “proteggere i loro sostenitori e alleati” dalla minaccia dell’ISIS [2]. Tuttavia, in effetti, Halbusi ha invitato i “falchi” per provocare scontri con le Forze di mobilitazione popolare, tali scaramucce dovrebbero servire da pretesto per futuri conflitti civili sulla base del madhhab [3], dopodiché il presidente del parlamento del paese chiederà il ritiro delle province sunnite dall’Iraq, dove si assicurerà un dittatura autoritaria. È importante notare che i membri della NATO hanno preso parte all’addestramento dei “falchi” [4] e, a prescindere dalla facciata, la copertura politica è stata fornita dagli alleati “sunniti” regionali di Washington (EAU, Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Turchia). Pertanto, gli States e i loro satelliti regionali hanno compiuto progressi significativi nell’attuazione del piano per dividere l’Iraq in tre soggetti. Vale la pena ricordare qui che il piano per creare una “autonomia sunnita” è stato attivamente promosso dal 2017, subito dopo che l’allora Primo Ministro Abadi ha annunciato la vittoria sull’ISIS; Ankara, Abu Dhabi e gli altri alleati del Grande Satana di cui sopra si sono mossi per creare una “alternativa” al Califfato sotto la bandiera dei “sunniti laici” per continuare il progetto di separazione delle province sunnite dall’Iraq.
A riprova dell’influenza dannosa di questi alleati degli Stati Uniti in relazione alla Mesopotamia, farò un esempio. Dopo che si è sviluppata una spaccatura all’interno del tandem Halbusi-Khanjar per il controllo di alcune province sunnite e a maggioranza sunnita, la coppia è andata da Erdogan per “risolvere la controversia”. Osservatori iracheni notano che il fatto della presenza di Hakan Fidan (il capo del MIT) [5] all’incontro tra Erdogan con Halbusi e Khanjar dimostra ancora una volta che il leader del Partito del Progresso e il capo dell’alleanza AZM soddisfano semplicemente l’agenda turca. Descrivendo il ruolo di Ankara, non bisogna dimenticare la parte del leone del parassitismo degli Emirati, la cui protezione è in realtà utilizzata da Halbusi e Khanjar.
Gli americani continuano i loro tentativi di destabilizzare l’Iraq, dove ancora una volta la principale carta vincente di Washington è il separatismo nelle “regioni sunnite” del Paese. Dopo che il progetto del takfirismo (Zarqawi, ISIS) si era esaurito, sono entrati in azione i “sunniti laici”. Inoltre, le azioni della quasi-élite politica pseudo “sunnita” hanno raggiunto due obiettivi: separatismo e “normalizzazione“. Simbolicamente, i tentativi di dividere l’Iraq in tre enclavi hanno coinciso con la presidenza di Biden, che aveva proposto un’idea simile nel 2006.
Note:
[1] I “Desert Hawks” sono comparsi subito dopo la tempesta di sabbia ad Anbar, un disastro naturale ha fornito un eccellente travestimento per i terroristi.
[2] Al-Qaeda della Mesopotamia e Isis sono banditi nella Federazione Russa.
[3] Consenso giuridico-religioso. [N.d.T.]
[4] I separatisti di Anbar non si limitano ai laici locali, ma includono gli ex combattenti dell’ISIS.
[4] Il MIT è l’intelligence turca.