Da Putin a Dugin, la Russia non è come ce la raccontano (con Lorenzo Maria Pacini, 26/01/2024)
La Russia? Non è come ce la raccontano, non è il prodotto delle sanzioni e della russofobia che istituzioni e media mainstream spargono a mani larghe, non è nemmeno un paese criminale che ha invaso il Donbass senza alcuna ragione.
Riguardo alla situazione in Donbass rimando alle numerose interviste a Vincenzo Lorusso, giornalista freelance di Donbass Italia, inviato in Donbass
Dugin è stato definito il “filosofo più pericoloso del mondo” e il pericolosissimo ideologo di Putin, definizioni che non hanno fatto altro che attirare maggiore odio contro di lui, culminato nel vile attentato, con il quale è stata brutalmente assassinata, sua figlia Dar’ja Dugina, ma il vero obiettivo era proprio il filosofo.
Come riporta perfino Wikipedia, l’omicidio di Dar’ja Dugina è stato commesso in un attentato del 20 agosto del 2022 a Bol’šie Vjazëmy, in Russia presso Mosca. La Dugina, giornalista e analista politica ventinovenne, è rimasta vittima dell’esplosione della Toyota Land Cruiser della quale era alla guida di ritorno da un festival culturale. Il movente dell’attentato è parso legato alla politica estera di Putin o al dissenso interno alla Russia.
Dar’ja era infatti figlia di Aleksandr Gel’evič Dugin, filosofo di estrema destra e sostenitore dell’invasione russa dell’Ucraina, ritenuto da molti analisti consigliere in politica estera di Vladimir Putin, e lui stesso possibile bersaglio dell’attentato. Il filosofo sarebbe infatti dovuto tornare nella capitale russa a bordo della Toyota guidata dalla figlia, ma all’ultimo momento aveva deciso di cambiare vettura.
Dugin è l’ideologo di Putin? Quali sono le sue idee?
Ma Dugin è davvero il filosofo più pericoloso del mondo e l’ideologo di Putin in grado di influenzare le decisioni politiche della Russia? Lo chiediamo al prof. Lorenzo Maria Pacini, chi meglio di lui può rispondere, dal momento che conosce personalmente Aleksandr Dugin, con cui ha collaborato nel libro “Politica Aeterna”?
Professor Lorenzo Maria Pacini: “In realtà bisogna immediatamente sfatare questo falso mito della stampa occidentale, Dugin non è l’ideologo di Putin e le sue relazioni dirette potremmo dire la sua collaborazione anche nell’antro governativo e del governo Putiniano sono cominciate solo dopo la morte della figlia Dar’ja Dugina, ma questa definizione gli è stata data qualche anno fa, in seno alla stampa del Washington Post, che lo aveva definito come l’ideologo, come il Rasputin del Cremlino, come filosofo più pericoloso del mondo, quando ci fu nel 2014 l’azione della Federazione russa dopo il golpe di piazza Maidan a Odessa in Ucraina che fu, come ormai è ben noto, l’inizio, il principio vero del conflitto russo ucraino, che oggi si è sviluppato come un’operazione militare speciale e fu in quel contesto lì, che gli venne affibbiata questa etichetta. Questo è molto divertente perché bisogna sapere che il professor Dugin è stato sempre molto critico della politica putiniana, uscì anche in Italia un po’ di più di 10 anni fa un testo intitolato “Putin contro Putin”, dove Dugin faceva un’analisi di tipo squisitamente filosofico e un’altra di carattere squisitamente politologico, per mostrare come in realtà Putin fosse molto più filo liberale, filo occidentale di tanti altri possibili presidenti della Federazione Russa. Ovviamente la cosa è andata evolvendosi nel corso degli anni si è sviluppata, oggi effettivamente Dugin ha una collaborazione con il governo russo come consigliere, come d’altronde lo sono tanti pensatori in tutti i governi del mondo.
Perché l’evoluzione che c’è stata in seguito alla morte di sua figlia, è stato qualcosa di emblematico che in un certo senso ha fatto sì che diventasse un’icona, un simbolo, per tutta quanta la Russia e per tutti coloro che condividono una visione del mondo che è quella portata avanti dalla civiltà russa in questo momento”.
Il prof. Pacini ci restituisce una visione autentica di Dugin, del suo rapporto con Putin e della sua visione della Russia.
Chi era Dar’ja Dugina e quali le sue idee su Europa e Russia?
Professor Lorenzo Maria Pacini: “Dar’ja per me era innanzitutto un’amica, prima che una filosofa, una ricercatrice universitaria, un’analista geopolitica e una giornalista molto apprezzata in Russia ma anche all’estero, soprattutto del contesto francese e nel contesto medio orientale.
Pensate che io sono una delle ultimissime persone che ho avuto l’onore di parlare con lei, proprio poche ore prima che venisse barbaramente uccisa in quell’attentato. Di Dar’ja mi sono rimaste in maniera iconica e ve le voglio consegnare, delle parole che sono un po’ il compendio che era tutto su stile di vita, tutto il suo pensiero, tutto il modello della sua esistenza. Il suo ultimo messaggio è una frase che lei più volte ripeteva i suoi amici italiani e non soltanto, dove mi chiese così in maniera perentoria, a consacrare quella che per lei era stata una giornata bellissima dedicata allo studio della filosofia, mi chiese: “Lorenzo sei pronto a morire per le tue idee?”
Questo bisogno questa esigenza profonda maturata in lei attraverso anni di disciplina filosofica, di ricerca, di studio, di lavoro interiore, così come riportato anche nei libri che sono usciti e dedicati proprio a lei e scritti da lei l’ultimissimo “La mia visione del mondo ottimismo escatologico”, parla veramente di una Dar’ja nascosta ve lo confesso, molto nascosta anche a me. Tra pochissimo uscirà il suo diario che è una raccolta meravigliosa che fa esplorare la profondità di una ragazza che era pienamente donna, pienamente russa e pienamente innamorata dell’Europa per la quale tanto dava, tanto desiderava dare.
Poco prima che morisse avevamo completato insieme il primo capitolo di un libro, che si sarebbe chiamato “Risorgi Europa”, di cui abbiamo editato in italiano soltanto quelle poche pagine che erano state presentate, e che voleva essere una sorta di progetto per fare vedere ai giovani europei la grandezza del proprio continente, la ricchezza delle tante civiltà che in esso si trovano, che sono state il cuore del mondo per numerosi secoli e che sono ancora un grandissimo esempio, una grande attrattiva anche per tutta la civiltà russa, basti pensare a quanto i russi amino l’Italia, la cultura italiana, la musica, il cibo, l’arte, la moda, l’artigianato italiano.
In questo si riscontra davvero quella che era la sua idea, Dar’ja era una vera e propria discepola spirituale di Platone per cui ambiva alle cose alte, alle cose belle, alle idee più pure, più autentiche, da realizzare con un vero e proprio progetto di vita, che doveva essere in qualche modo disciplinato verso un rigore personale, che però mai traspariva attraverso la sua simpatia, la sua brillantezza, il suo amore per l’arte, per la musica soprattutto per il Bossa nova sudamericano e un po’ anche potremmo dire per la sua goliardia, un tratto molto più europeo che russo potremmo dire in un certo senso, laddove però si nascondeva, ripeto, questo grande rigore, questa autenticità di vita interiore, e il suo desiderio era quello di far sì che l’Europa potesse riscoprire se stessa emancipandosi dal bisogno di qualsiasi protettore, patrono o peggio ancora colono come potevano essere gli Stati Uniti d’America, ma peggio ancora come rischiava di diventare la Russia, per riaffermare un’identità pienamente europea, pienamente europeo centrica, fondata sulla grandezza dei nostri antenati, dei nostri pensatori, di tutta quella schiera sterminata di grandi nomi che abbiamo in tutti i nostri paesi europei, questo era per Dar’ja davvero la missione che voleva consegnare all’Europa, pensate che lei si era specializzata in filosofia francese proprio per fare questo, per riportare nel cuore dell’Europa, per far destare nuovamente i cuori europei a tornare alla loro grandezza”.
Le ragioni politico, filosofiche e storiche del conflitto tra Russia e Ucraina
L’intervista prosegue e il professor Pacini risponde a tante domande:
Esistono delle ragioni politiche e filosofiche nella guerra tra Russia e Ucraina?
Quali sono a suo parere le reali cause del conflitto tra Russia e Ucraina?
La narrazione occidentale parla di un Putin (e di una Russia) terrorista e di un Zelensky aggredito, di battaglioni neonazisti che diventano eroi senza macchia. Chi non è d’accordo viene censurato e l’opinione pubblica manipolata da una vera e propria propaganda. Come stanno le cose?
Russia e Ucraina due pesi e due misure, a Milano Sala autorizza la mostra sul Battaglione neonazista Azov, mentre i comuni tentano di bloccare le proiezioni del film russo “Il testimone” sui crimini di guerra ucraini. Cosa c’è di democratico in tutto questo?
Le sanzioni alla Russia, che a mio parere sono una chiara violazione, a chi servono davvero? Dal momento che la UE si sta suicidando rinunciando alle fonti energetiche russe, mentre l’economia russa vola?
Esiste ancora una filosofia politica, oppure tutto è deciso da organizzazioni sovranazionali come il Wef o il Bilderberg?
Questa intervista è un viaggio all’interno della Russia, non quella che ci raccontano i giornali, ma la Russia vista dagli occhi di chi ne conosce profondamente la cultura e che ha contatti personali con Dugin. Ma anche uno squarcio sulla visione di Dar’ja Dugina che da Russa sognava un’Europa libera da condizionamenti Usa, esattamente come la sua cara Russia.
Lorenzo Maria Pacini
Nato nel 1994, si definisce un ri-belle del pensiero, nel senso di voler ridonare bellezza al mondo.
Ha studiato fra Roma, Ferrara, Parma, Zurigo, Madrid, Hong Kong e Trieste. Attualmente è professore associato in Filosofia Politica e Geopolitica presso l’Università UniCampus HETG di Ginevra, con l’incarico di Preside della Facoltà di Scienze Strategiche e della Sicurezza, e UniDolomiti di Belluno. Svolge consulenze in contesti internazionali, diplomatici, giornalistici ed è molto attivo nell’editoria, traducendo e curando le opere di Aleksandr Dugin, di cui è direttore del primo corso accademico dedicato. Cultore delle scienze olistiche e della medicina naturale, è anche musicista e atleta di taekwondo e Tiro con l’Arco.
Nato nel 1994, ho studiato Filosofia e Teologia alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma (PUSC), con un corso di perfezionamento in Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma (APRA). Ho proseguito con la Filosofia presso l’Università degli Studi di Ferrara (UniFe) con una laurea triennale in Filosofia Estetica, e dopo la laurea magistrale presso l’Università degli Studi di Parma (UniPr), l’Università di Ferrara (UniFe) e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UniMoRe) in Filosofia Politica. In seguito ho proseguito con una specializzazione in Mindfulness e Gestione delle Emozioni presso l’Istituto Europeo di Psicologia Positiva di Madrid. Ancora, ho seguito una specializzazione presso la Honk Kong University of Science and Technology in Politica ed Economia cinese. Nell’estate del 2022 ho iniziato la Scuola Italiana di Biosimbologia presso l’Università Popolare Giordano Bruno e nel 2023 ho iniziato all’Università di Trieste un altro percorso magistrale in Diplomazia e Cooperazione Internazionale. Ho difeso il dottorato di ricerca presso l’UniToscana – Università Leonardo Da Vinci di Zurigo in Filosofia politica, con un progetto sulla metafisica politica di A. Dugin.
Sono professore associato di Filosofia politica e Geopolitica presso l’Università UniCampus HETG di Ginevra, ove ricoprii l’incarico di Preside della Facoltà di Scienze Strategiche e della Sicurezza. Sono anche professore a contratto di Filosofia politica presso l’UniDolomiti di Belluno e la Libera Università degli Studi di Bellinzona – Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm (INDEF). In precedenza, sono stato coordinatore accademico e professore a contratto presso l’Università Lorenzo De’ Medici di Firenze. Sono direttore del primo corso accademico al mondo sulla Quarta Teoria Politica di Aleksandr Dugin e del primo corso sulla Geopolitica del Mondo Multipolare.
Lavoro spesso come consulente in materia di difesa e intelligence per agenzie diplomatiche e private.
Giornalista, editore, musicista, atleta di Taekwondo e tiro con l’arco. Membro consulente della WABT – World Academy of Biomedical Sciences and Technologies; membro del consiglio di amministrazione dell’OSS – Observatory against State Sourveillance dell’ECSEL (Europen Center for Science, Ethics and Law). Sono tra i fondatori del Centro di Studi Internazionali sul Multipolarismo “Daria Dugina” e della European Multipolar Alliance. Attualmente referente italiano del Movimento Internazionale Eurasiatista. Fondatore e direttore di www.ideeazione.com
Immagini di copertina:
DUGIN: Di Fars Media Corporation, CC BY 4.0,
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DUGINA: Di 1RNK, CC BY 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=122137949
Fonte: https://www.radioroma.it/