Ayatollah al-Nimr: un capro espiatorio sull'altare della libertà

04.01.2019

Il 2 di gennaio si celebra il 3° anniversario del martirio dell'ayatollah Nimr Baqir al-Nimr, che è stato brutalmente giustiziato dal regime autocratico saudita. L'ayatollah al-Nimr è stato un importante leader di fede, riformista, capo religioso e sostenitore delle continue proteste pacifiche contro il governo, dal 2011, nella provincia orientale saudita, dove la maggioranza sciita è stata a lungo emarginata a vari livelli.

Il martire ayatollah al-Nimr è un emblema rivoluzionario, intellettuale e politico che ci richiede di sezionare e approfondire i suoi discorsi al fine di preservare la sua eccezionale eredità come figura di orgoglio e modello per i rivoluzionari del mondo. È stato un leader innovativo condannato a morte semplicemente perché aveva spesso e costantemente respinto l'ingiustizia del regime oppressivo inflitta ai suoi concittadini nella penisola arabica; sacrificando la sua vita sull'altare della libertà e della dignità.

 

Infatti, l'ayatollah al-Nimr è stato accusato di essere un “terrorista”. Sotto regimi repressivi, i riformisti, gli attivisti per i diritti umani, i blogger e i sostenitori del multiculturalismo, del dialogo e del pacifismo sono considerati terroristi. Questi dissidenti sono destinati a essere imprigionati, processati e condannati; i loro diritti fondamentali negati. L'ayatollah al-Nimr è sempre stato perseguitato e preso a bersaglio con ogni mezzo, semplicemente perché era attivo nel lavoro di consapevolezza sociale e politica e nel sostenere l'emancipazione e l'integrazione delle donne nella vita pubblica.

 

Non c'è dubbio che l'esecuzione dell'ayatollah al-Nimr all'inizio del 2016 abbia aperto un nuovo capitolo di escalation e l'identificazione criminale del terrorismo saudita è stata rivelata. È diventato chiaro che questo regime totalitario non rispetta i principi dei diritti umani; principalmente il diritto alla libertà di espressione e alla libertà religiosa. Ovviamente, le cellule cancerose terroristiche di questo regime hanno ucciso milioni di innocenti in Siria, Yemen ed altrove.

 

Nei suoi sermoni, l'ayatollah al-Nimr mette in risalto lo status quo della Ummah a causa delle politiche vergognose dei suoi governanti tirannici, che deve accendere i popoli della regione per ribellarsi ferocemente contro di loro. Sottolinea che l'ingiustizia, la difesa dei detenuti e il non rinunciare ai diritti perduti sono una grande responsabilità.

Rivolgendosi alle autorità, l'ayatollah al-Nimr ribadisce che le loro famigerate prigioni, finte prove e false accuse non spaventano gli oppressi, aggiungendo che i codardi, che rimangono in silenzio di fronte all'oppressione intollerabile del regime e alle palesi violazioni, sono complici.

“L'imprigionamento è un onore e un privilegio” afferma sua Eminenza, elaborando che più vi è repressione, più vi è fermezza. Ricorda a quei monarchi illegittimi, in Arabia Saudita e Bahrain, del destino dei tiranni precedenti la cui ricchezza, palazzi, tesori, ecc. non li hanno mai salvati.

L'accortezza e la competenza dell'ayatollah al-Nimr avevano portato l'illuminazione e la consapevolezza ai suoi seguaci, che erano soliti predicare di tanto in tanto, su una vasta gamma di argomenti, inclusa la collera del wahhabismo. Disegna un'analogia tra i principi dell'Islam autentico e la versione contraffatta dell'Arabia, basata sul tradimento e la sottomissione agli Stati Uniti. Il martire chiede: “È possibile che loro di non siano rovesciati dagli oppressi?”

Esigendo il diritto del popolo di scegliere chi li governa, egli sostiene che l'ideologia del regime saudita non ha nulla a che fare con l'Islam, poiché invece di seguire l'ideologia ed i principi del Santo Profeta Maometto, rivendica ed utilizza l'identità islamica per diffondere il terrorismo e la criminalità.

L'insurrezione del Bahrain e la causa dei suoi emarginati sono stati sufficientemente considerati dal martire al-Nimr, una questione cardine che non ha mai ignorato. È lui che dice che il cosiddettao “Shield Force” del Consiglio di Cooperazione del Golfo deve combattere il nemico sionista invece di sopprimere gli indifesi e disarmati abitanti del Barhein.

 “Il martirio in difesa degli oppressi è un onore”, sottolinea e commentando che miliardi di dollari sono destinati alle vendite di armi con gli Stati Uniti, che “mungono l’Arabia Saudita”. L'ayatollah al-Nimr si fa beffe anche della costruzione di cliché del regime contro i detenuti che servono “programmi esterni”; affermando che è esso stesso soggetto all'agenda degli Stati Uniti.

“Gli Stati Uniti non vi difendono dall'Iran, che è una repubblica avanzata dal punto di vista militare, ma stanno difendendo i propri interessi, e sicuramente vi rovesceranno quando vi opporrete ai loro interessi. Ricordatevi [gli ex presidenti egiziano e tunisino] Hosni Mubarak e Zine El Abidine Ben Ali, due agenti che sono stati rovesciati dagli Stati Uniti, posti all'ombra della storia e che sarebbero stati maledetti dalle generazioni a venire”, afferma.

Il martire Al-Nimr ha ripetutamente invitato i suoi compatrioti a seguire la via della libertà contro la tirannia, con grande determinazione e fermezza. Egli associa il regime, che perseguita i suoi cittadini, al tribalismo e al brigantaggio; partendo dal presupposto che deve onorare la sua gente e offrire loro sicurezza e tranquillità. “Sulla base di questo fatto, gli oppressi devono affrontare l'oppressore [anche se sono senza braccia e vulnerabili] e combatterlo con fede, pazienza e sacrificio”, deduce la sua eminenza.

L'ayatollah al-Nimr aggiunge che la volontà, la fermezza e i principi fermi della gente rovesciano i regimi più potenti e scuotono i troni dei tiranni. Egli stabilisce che se un rivoluzionario muore, vivrà attraverso i suoi principi; dicendo: “Attraverso il martirio, sicuramente sopravvivrà e trionferà.”

D'altra parte, l'Ayatollah al-Nimr dedica un ampio spazio nei suoi discorsi per discutere della sedizione e di come le potenze imperialiste hanno utilizzato il regime saudita per distruggere la regione. Sostiene che il regime tirannico infiamma scontri regionali, settari, sociali ed etnici; concentrandosi in particolare sull’incitamento settario, l’odio e la logica dei Takfiri.

Il martire al-Nimr sostiene che la differenza di opinione e di espressione e la critica costruttiva basata sulla confutazione, la prova e la dimostrazione sono un diritto ed una necessità. Ribadisce che la politica di differenziazione del regime saudita è uno stato psicologico aggressivo che deve essere curato e dovrebbero a loro volta essere migliorate le opportunità di riavvicinamento e dialogo. Il martire al-Nimr sottolinea che l'ampio divario economico tra governanti e i governati, entrambi sunniti o sciiti, richiede consapevolezza e azione comune per mettere fine a quei furti corrotti che saccheggiano la ricchezza ed il benessere del popolo.

Tre anni dopo il macabro omicidio dell'Ayatollah al-Nimr; il cui corpo sacro è ancora detenuto dalle autorità autocratiche, gli rendiamo omaggio per i suoi sacrifici e valori rivoluzionari. Innegabilmente, la visione rivoluzionaria, lo scopo della conoscenza e la storia onorevole di questo straordinario personaggio difficilmente possono essere scritti. Risveglia ogni oppresso ad assumersi la responsabilità e per dotarsi di determinazione fino a quando libertà e giustizia non vengano ripristinate.

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Articolo originale di Sondoss Al Asaad:

https://www.geopolitica.ru/en/article/ayatollah-al-nimr-scapegoat-freedoms-altar

 

Traduzione italiana di Costantino Ceoldo – Pravda freelance