Viktor Dubovitsky

Il conflitto “idrico” in Asia Centrale

Il conflitto “idrico” in Asia Centrale - Image from geopoliticalfutures
30.03.2023

Per le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, così come per l’Afghanistan, l’Iran e lo Xinjiang, la disponibilità di acqua è sempre stata garanzia di benessere e di un’esistenza agiata; dopotutto, l’agricoltura della regione dipende quasi completamente dall’irrigazione durante il periodo vegetativo attivo delle colture. Ecco perché le controversie, e talvolta i conflitti armati, divampano qui proprio a causa dell ‘”umidità vivificante”. Solo negli ultimi trent’anni, tra questi si possono annoverare: un conflitto al confine tra Tagikistan e Kirghizistan a causa delle acque del fiume Isfara; minacce da parte dell’Uzbekistan di occupare la centrale idroelettrica di Kayrakkum in Tagikistan per fornire irrigazione ai campi uzbeki nel 2012; il conflitto dello scorso anno su un bacino idrico al confine tra Uzbekistan e Kirghizistan che ha quasi portato alle dimissioni del governo in quest’ultimo di questi paesi; il conflitto di confine che ha avuto luogo nel 2022 sul confine afghano-iraniano.

Il concerto delle placche continentali

14.03.2023

La visita del Segretario di Stato americano E. Blinken in Kazakistan e Uzbekistan a cavallo tra febbraio e marzo di quest’anno ha in qualche modo sorpreso la leadership di tutti gli stati dell’Asia centrale: è possibile che un alto funzionario del Paese, fuggito vergognosamente dall’Afghanistan un anno e mezzo fa, offrirà qualcosa di sensato? I dubbi non sono stati vani: l’esecuzione a cappella di una serie di proposte e minacce è stata eseguita secondo una vecchia, unta partitura, riflettendo questa volta la volontà dell’amministrazione americana di ottenere la massima riduzione possibile della cooperazione politica ed economica da parte del governo centrale degli Stati asiatici con Mosca, così come la manifestazione della moderazione nell’interazione con la Cina.