Storie da Far West: “il buono e il cattivo”

07.06.2022

I media occidentali hanno definito fin dall’inizio l'operazione speciale condotta in territorio ucraino dalla Federazione Russa ancora in questo momento, come un confronto tra due Stati “post-sovietici”, governati da due oligarchie di burocrati rivali che si sono fatti il Potere, ma che negli ultimi 30 anni si sono evoluti in modo diverso.

Gli oligarchi russi, la cui massima espressione è l'arrogante e imprevedibile Putin, hanno intrapreso un percorso regressivo e negativo cercando di far rivivere il militarismo espansivo dell'“Impero zarista” e, sostenuti dal Patriarca ortodosso di Mosca, hanno rinvigorito il nazionalismo russo della Madrepatria; mentre dall'altra parte gli oligarchi ucraini, la cui massima espressione è il povero e sofferente comico Zelenskij, hanno intrapreso un percorso progressivo e positivo, volto all'integrazione nel “civile e ragionevole Occidente democratico”.

Indubbiamente, questa “interpretazione” è una versione ipocrita e cinica dell'ultimo minuto, dal momento che in questi ultimi tre decenni quegli occidentali hanno fatto grandi affari con coloro che ora disprezzano; ma ora, davanti agli eventi militari che si stanno verificando rapidamente, hanno bisogno di escogitare “teorie” che permettano loro di uscire indenni e senza colpe. L'Occidente conosce il mostro che ha creato in Ucraina e, per sfuggire alle proprie responsabilità, non c'è niente di meglio che “la storia dei buoni e dei cattivi”.

Questa guerra, come ulteriore espressione della profonda crisi in cui si dibatte l'attuale capitalismo globale, è la continuazione di altre “guerre periferiche” come quelle in Jugoslavia e in Kosovo (1999), in Afghanistan (2001), in Siria e in Libia (2011). A ciò si aggiungono altri conflitti minori come quello tra la Colombia - partner regionale degli USA - e il Venezuela a partire dal 2017, Yemen, oltre ad altri conflitti in Africa che la televisione non ci mostra e che sono stati sviluppati dall'asse USA-NATO, essendo quest'ultimo, infine, il triste e indegno braccio armato dell'Egemone che dirige l'attuale Sistema Globale dell'Imperialismo Neoliberale, nel suo scontro permanente di ogni tipo (non solo militare, ma anche culturale, sociale, ecc. ) contro chiunque abbia l'audacia di mettere in discussione la democrazia liberale-capitalista e la sua religione del mercato, in breve, per spazzare via dalla faccia della terra ogni vestigia di indipendenza di fronte a tale Egemonia.

È comprensibile e persino prevedibile che, di fronte all'atroce lavaggio del cervello a cui sono sottoposte le masse negli Stati Uniti e in Europa, questa “teoria del bene e del male” venga presa sul serio, dopo tutto non si tratta di una strategia nuova, già alla fine degli anni '70 ci dissero che Saddam Hussein era “il buono” contro l'Iran malvagio e negli anni '80, in “Rambo 3”, l'Occidente si entusiasmò per quei “combattenti per la libertà” provenienti dall'Afghanistan... i Talebani!!! Ricordate quando i Talebani erano i buoni? Beh... anni dopo, Saddam Hussein è stato impiccato dagli stessi che prima lo sostenevano, così come Osama Bin Laden, che è stato fatto sparire... sapevamo solo che non era più “il buono”.

Ciò che è veramente triste è vedere come, da un lato, settori che si definiscono nazionalisti finiscano per concordare con gli “analisti” liberali e con i sostenitori di una certa sinistra progressista in relazione a Putin e alla guerra in Ucraina, che apparentemente hanno preso acriticamente la versione occidentale dei buoni e dei cattivi.

Ma per fortuna non tutti siamo sotto l'ipnosi dell'Egemone: a questa versione va contrapposto uno sguardo obiettivo e critico, lontano dall'eurocentrismo russofobico.

Contro la valanga mediatica occidentale, si stanno aprendo spazi in America Latina e nei Caraibi, popoli che da 200 anni subiscono direttamente e brutalmente tutte le barbarie e le atrocità militari che l'Egemone imperialista anglosassone, prima inglese e poi americano, ha imposto loro a vantaggio del capitalismo americano, facendo precipitare tutti quei popoli sfruttati nel circolo vizioso senza fine del sottosviluppo.

È anche assurdo dire che la Russia di oggi è un'estensione dell'URSS. Il mondo ha vissuto processi di decolonizzazione, guerre coloniali, colpi di stato, guerre sperimentali di controinsurrezione, guerre ibride e l'ultima generazione. Guerre di saccheggio. Guerre mediatiche di alienazione. Guerra delle Falkland, ecc.; vale a dire che conosce l'intera gamma sociale di cui dispone l'imperialismo per soggiogare, saccheggiare e sfruttare interi popoli e continenti a proprio vantaggio.

E come se non bastasse, abbiamo vissuto per anni e in prima persona la terribile multi-crisi economica e di civiltà. Crisi in cui si dibatte l'intero Sistema Globale dell'attuale Imperialismo neoliberale, tanto da essere innocenti e credere alla storia fittizia che ciò che sta accadendo è una guerra tra buoni e cattivi.

Sembra che non ci sia alcun interesse a fare o a porre le basi per un'analisi seria e nemmeno a cercare di capire le motivazioni che hanno portato la Russia a prendere la decisione che ha preso, anche quando la Russia ha avvertito per anni che la NATO stava lentamente avanzando ai suoi confini. E non solo la Russia.... ricordiamo questo discorso:

https://www.youtube.com/watch?v=bHHTdxR_lpo

Per questo motivo, molti di noi qui in America Latina credono che, dopo il risultato in Ucraina, il Sistema Globale dell'Imperialismo avrà subito un colpo molto serio a livello economico e sovrastrutturale, come sembra si stia già iniziando a notare, un colpo che preannuncia un Nuovo Ordine Multipolare. Universale in nascita, dove non tutto passa attraverso un unico attore che impone i suoi capricci e demonizza chi non si sottomette ad essi e che nella nostra regione potrebbe essere la porta per una maggiore interazione tra il blocco eurasiatico e quello latino-americano e nel caso specifico del Sudamerica, questo potrebbe portare grandi benefici economici, scientifici e culturali.

Traduzione di Costantino Ceoldo