Filosofo M. Cacciari su Renzi: "Incapace e megalomane"

"Ha dato alla Boschi, poco più che trentenne, il compito di riformare la Costituzione. E ho detto tutto, sarò misericordioso". Così Massimo Cacciari, intervistato dal Fatto quotidiano, ha sintetizzato la natura della classe dirigente renziana. Nel Pd di Matteo Renzi c'è il consenso, ma, secondo il filosofo, manca la classe dirigente: l'assenza di una figura forte che possa correre per il Campidoglio mette in luce le contraddizioni del partito liquido voluto dal premier. Renzi ha conquistato molto potere, me forse sacrificando la tradizione di formare una classe di amministratori locali forti.

Il filosofo - "C' è Renzi e basta - spiega Cacciari -  La sua vittoria non si innesta in alcun pensiero forte, tiene il comando in questo presente alla guida di un corteo composto da amici, parenti, affini, qualcuno incontrato per caso in piazza. I ministri, nel senso etimologico della parola, gli portano la minestra. Renzi vince perché rappresenta una novità. C' era Bersani e quel mondo lì, assolutamente indigeribile. Però rischia molto. A Milano lo sa solo Allah come andrà a finire, Roma è tra le macerie, Napoli non pervenuta. Vogliamo parlare di Torino, di quel che c' è a Bologna, di come si è ridotta l' Umbria?"

Nostalgia - "Quelli della prima Repubblica saranno stati anche fetenti, ma erano colti, leggevano libri. Ho conosciuto Chiaromonte, Amendola, Moro. Ricordo che con Fanfani si parlava di Max Weber e della scienza amministrativa. Questi qua hanno avuto la play station. Non c'è passione, manca la cultura, la competenza."

L'analisi - "Il premier è autocentrato - continua il filosofo -  ha tanta cura per sé e un corteo che lo segue. Spero vivamente che quel corteo possa trasformarsi in qualcosa di meglio. Ma la vedo dura. A Napoli è rispuntato Antonio Bassolino. Qui c' entra la psicologia. Mi spiace per lui, perché dimostra di essere un tossicodipendente della politica e purtroppo è una condizione che appartiene a molti. Ma il fatto che sia rispuntato denunciala desolazione, il nulla intorno. Se uno come Renzi deve accomodarsi sulle gambe di Vincenzo De Luca per vincere la Campania..."