Trattato CETA: i Valloni bloccano l'accordo di libero scambio UE-Canada
Si avvita la crisi intorno al Trattato commerciale di libero scambio (CETA) tra l'Unione Europea ed il Canada, provocata dal dissenso della regione belga della Vallonia: lo ha riferito il quotidiano "La Libre Belgique" dopo che il ministro-presidente vallone, il socialista Paul Magnette, alle 21 di ieri sera giovedì 20 ottobre ha convocato una conferenza stampa per annunciare che il suo esecutivo regionale rifiutava ancora una volta il testo del CETA; di conseguenza, il governo federale del Belgio non avrà il potere di firmare il trattato nella solenne cerimonia prevista il 27 prossimo a Bruxelles, alla presenza del primo ministro canadese Justin Trudeau.
Magnette, ha evidenziato la "Libre", non ha neppure atteso che scadesse l'ultimatum della Commissione europea, che gli chiedeva di rispondere entro la sera di oggi, venerdì 21. E stamattina alle 9:30 si è presentato davanti al Parlamento regionale per spiegare ai deputati valloni le ragioni del "No" che sta bloccando l'accordo.
In precedenza Magnette aveva ricevuto una versione rivisitata del testo del CETA accompagnato da una lettera del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker: "Ci sono dei progressi", ha detto il presidente vallone, "ma non sono sufficienti". Magnette ha poi rivelato di avere avuto dei contatti con la ministra del Commercio canadese, Chrystia Freeland, affermando che "secondo i canadesi ci sarebbero ancora dei margini di trattativa, contrariamente a quanto sostiene la Commissione europea"; ed ha annunciato che oggi incontrerà di persona la Freeland ed il suo capo-negoziatore, "per vedere insieme se sia ancora possibile far evolvere il testo" del trattato CETA.