Secondo il ministro Jambon da 3 a 5.000 jihadisti potrebbero tornare in Europa
Il progressivo sfaldamento dello Stato islamico in Iraq ed in Siria (Isis) sotto l'assalto concentrico degli eserciti regolari di Baghdad e Damasco, dei ribelli siriani e dei miliziani curdi, attivamente sostenuti dalla coalizione occidentale, potrebbe provocare un "danno collaterale": il ritorno in Europa di migliaia di jihadisti.
E' quanto ha affermato di temere il ministro dell'Interno belga, il nazionalista fiammingo Jan Jambon; secondo cui sarebbero "da 3 a 5 mila" i giovani musulmani europei che potrebbero essere spinti a rientrare in patria. Parlando ad una trasmissione televisiva in occasione del primo anniversario delle stragi terroristiche del 13 novembre 2015 a Parigi, il ministro ha valutato in circa 200 il numero dei jihadisti belgi attualmente in Siria che nel prossimo futuro potrebbero decidere di tornare in Belgio o che i vertici dell'Isis potrebbero decidere di rimandare in patria per commettervi attentati.
"I servizi di sicurezza stanno seguendo con attenzione l'evolversi della situazione", ha assicurato Jambon; ma "se questa ondata dovesse arrivare" il Belgio deve farsi trovare pronto, ha ammonito il ministro. Jambon ha ricordato che finora "117 combattenti belgi dell'Isis sono rientrati in patria: la metà sono stati arrestati e sono attualmente in prigione", ha rivelato, "mentre i rimanenti sono stati posti sotto sorveglianza" di servizi di sicurezza del paese.