Vertice di Capi di Stato Maggiore di Turchia, Russia ed USA su lotta ad Isis in Siria

Martedì, 7 Marzo, 2017 - 12:45

I capi di Stato maggiore di Turchia, Stati uniti e Russia si sono riuniti oggi ad Antalya, nel Sud della Turchia, per discutere "questioni di interesse comune relative alla sicurezza regionale, in particolare in Siria e Iraq".

I colloqui, a cui hanno partecipato il turco Hulusi Akar, l'americano Joseph Dunford e il russo Valery Gerasimov, si sono concentrati in particolare sulla lotta contro i jihadisti dello Stato islamico. I tre paesi sono da tempo coinvolti nel contrasto all'Isis, nonostante si siano schierati su posizioni diverse in Siria.

La riunione avviene in un momento in cui Ankara si oppone alla partecipazione delle milizie curde sostenute dagli Usa alle operazioni anti-Isis. In particolare, le principali divergenze fra i tre Paesi partecipanti sono cristallizzate attorno alla città siriana di Minbej, prossimo obiettivo dell'offensiva militare che la Turchia sta portanto avanti al confine siriano. Minbej è ora controllata dalle Forze democratiche siriane, un gruppo dominato dai combattenti curdi sostenuto dagli Usa. Nell'area è inoltre intervenuta anche la Russia con l'invio di veicoli blindati.

Nelle ultime ore, proprio alla vigilia del colloquio odierno, la Turchia ha comunque annunciato un parziale passo indietro sulla sua intenzione di intervenire a Minbej anche senza la cooperazione di Mosca e Washington. "Non ha senso lanciare un'operazione a Minbej senza la cooperazione della Russia e degli Stati Uniti", ha avvertito il primo ministro turco Binali Yildirim in un'intervista televisiva. Il Pentagono, da parte sua, ha inviato truppe nel nord della Siria per assicurarsi che le forze in campo, dentro e intorno Minbej, possano rimanere concentrate sulla lotta all'Isis, senza dedicarsi a conflitti con obiettivi diversi. Intanto il portavoce della polizia di Minbej, Mahmoud Othman Khalaf, ha reso noto che le forze di sicurezza hanno arrestato una ventina di persone sospettate di essere jihadisti infiltrati tra la popolazione civile in fuga. "Non permetteremo a nessuno di mettere in pericolo la nostra città", ha commentato.