REFERENDUM: Pesante ingerenza dell’ambasciatore USA a favore del SI. Le opposizioni: “L’Italia non è una colonia”
Pesante ingerenza da parte dell’ambasciatore americano a Roma negli affari interni italiani. Parlando questa mattina del Referendum costituzionale, John Phillips ha affermato che la vittoria del NO alla riforma voluta dal governo Renzi “sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”. L’ambasciatore Phillips, intervenuto ad un convegno sulle relazioni transatlantiche organizzato nella Capitale dall’Istituto di Studi Americani, nel ricordare che il 18 ottobre Matteo Renzi sarà ospite alla Casa Bianca del presidente Obama, ha incalzato affermando che “quello che serve all’Italia è la stabilità e le riforme assicurano stabilità, per questo il referendum apre una speranza. Molti Ceo di grandi imprese Usa guardano con grande interesse al referendum. La vittoria del Sì sarebbe una speranza per l’Italia, mentre se vincesse il No sarebbe un passo indietro”.
A distanza di poche ore, con sorprendente coincidenza, anche il managing director dell’agenzia di rating Fitch a detto la sua durante una conferenza a Londra: “Se ci fosse una vittoria del No lo vedremmo come uno shock negativo per l’economia e il merito di credito dell’Italia.
In ogni caso, alle parole dell’ambasciatore Phillips le opposizioni sono insorte. In particolare il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta ha ricordato al delegato USA che in base alla Costituzione “la sovranità appartiene al popolo italiano”, mentre il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Fi), si è spinto ancora più oltre dichiarando senza mezzi termini “l’Italia non è una colonia”. Dello stesso tenore le dichiarazioni del leader della Lega Nord, Matteo Salvini che ha anche auspicato la vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA in quanto “ha già garantito che si occuperà delle questioni di casa sua”. Critiche all’ambasciatore USA sono giunte anche dal membro dell’esecutivo di Sinistra Italiana Nicola Fratoiann.