La corte suprema delle Filippine autorizza il ritorno dei soldati americani nel paese

La Corte Suprema delle Filippine approva l’accordo con gli Stati Uniti per il ritorno delle truppe americane nel paese, dopo quasi due decenni. Per gli Stati Uniti è una vittoria significativa se vista nell’ambito del contrasto alla crescente influenza della Cina nel Mar Cinese Meridionale

La Corte Suprema delle Filippine, il 12 gennaio scorso, ha approvato, con 10 voti favorevoli e 4 contrari, l’accordo che consentirà alle truppe e alle armi dell’esercito americano di stazionare nelle basi delle Filippine.

La decisione arriva dopo più di due decenni dal voto di Manila d’espellere dal paese le truppe americane.

La sentenza di martedì si è conclusa dopo mesi di speculazioni sull’accordo di difesa (Enhanced Defense Cooperation Agreement) tra i due paesi, raggiunto nel 2014, ma rimasto fermo per quasi due anni, tra sfide legali e la lentezza del sistema giudiziario.

Ci sarebbero state anche proteste da parte di alcuni filippini per l’approvazione dell’accordo, contro la presenza militare americana, accusata di violare la sovranità territoriale filippina.

Secondo quanto riportato in un articolo del New York Times, la decisione potrebbe in qualche modo aumentare le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, che cerca di affermarsi come potenza dominante nella regione, soprattutto dopo le recenti costruzioni di infrastrutture militari sulle scogliere sommerse nel Mar Cinese Meridionale, rotta principale di navigazione.

Zhu Feng, direttore esecutivo del Centro cinese per gli Studi di collaborazione del Mar Cinese Meridionale, dell’università di Nanjing ha dichiarato “il Mar Cinese Meridionale sarà più affollato, e il rischio di un conflitto militare è destinato ad aumentare”.

L’accordo sarà della durata di 10 anni e darà agli Stati Uniti una roccaforte a meno di 500 miglia dalla isole costruite dai cinesi. Nell’ambito dell’accordo le truppe americane possono contribuire ad addestrare le forze filippine, costruire strutture militari e dislocare aerei e navi sul territorio filippino.

Recentemente, la Cina, in una dimostrazione di determinazione, ha dichiarato che sulle piste di atterraggio di recente completate nelle Isole Spratly, per la prima volta, sono atterrati aerei civili, possibile precursore per gli aerei militari.

L’obiettivo principale degli Stati Uniti rimane la dissuasione, il contenimento e il contrasto dell’espansione cinese nella regione, aumentando il pattugliamento in mare nell’area e fornendo più aiuti militari agli alleati come le Filippine.

Sempre secondo il NYT, il Vietnam, che, di recente, ha cercato legami più stretti con gli Stati Uniti, ha protestato con rabbia per la decisione della Cina di fare atterrare aerei civili sulle isole. Singapore, il mese scorso, ha accettato di consentire agli Stati Uniti di dispiegare aerei spia per pattugliare il Mar Cinese Meridionale, dalle sue basi aeree.

Secondo un portavoce del presidente Benigno S. Aquino III, l’accordo permetterà un “salto generazionale” nelle capacità di difesa delle Filippine, che è considerata la più debole in Asia.

Il Ministero degli Affari Esteri cinese non ha commentato la decisione della corte ma ha accusato gli Stati Uniti di militarizzare inutilmente la regione, minacciando di rovinare la pace.