Gran Bretagna: per l'economista Ashoka Mody la svalutazione della sterlina seguita al Brexit può riequilibrare l'economia
Il crollo della sterlina, dopo anni di sopravvalutazione, è una benedizione e può aiutare a spezzare la morsa delle elite finanziarie sull'economia del Regno Unito. È questa l'opinione di Ashoka Mody, ex vice direttore per l'Europa del Fondo monetario internazionale e docente alla Princeton University, espressa sul quotidiano britannico "The Telegraph", ripresa poi dall'agenzia di stampa Nova.
L'esperto, che ha guidato la troika costituita da Fmi, Banca centrale europea e Commissione europea nel salvataggio finanziario dell'Irlanda, è convinto che la sterlina sia stata spinta a livelli eccessivi tra il 2011 e il 2015 da speculatori immobiliari internazionali ed elite bancarie e che ciò abbia causato gravi danni alla base manifatturiera e alla competitività a lungo termine.
Londra, principale centro finanziario europeo, ha attratto come un magnete speculatori russi, cinesi, mediorientali e di altre aree del mondo; ad alimentare la bolla speculativa ha contribuito, inoltre, il credito a basso costo in dollari erogato dalle banche globali attive nella City. Mentre si è saldato un "nesso banche-proprietà", "il resto dell'economia è stato lasciato a soffrire": solo l'1,4 per cento dei prestiti è andato al settore manifatturiero. Si è manifestata una variante del "male olandese", legata a un dipendenza eccessiva dalla finanza.
"La Gran Bretagna – ha argomentato Mody – ricorreva al prestito per il cinque-sei per cento del Pil all'anno per importare e vivere al di sopra dei propri mezzi. La sterlina forte andava bene per comprare Mercedes o fare vacanze in Spagna, ma la prosperità era un'illusione"; prima della campagna per la Brexit la moneta era sopravvalutata del 20-25 per cento. La svalutazione è un fattore di riequilibrio dell'economia, secondo Mody, che considera auspicabile un ulteriore calo: la giusta quotazione rispetto al dollaro dovrebbe essere intorno a 1,10, quindi circa l'undici per cento al di sotto di quella attuale.