Strategie nate nella mente
02.07.2019
Nel maggio 2019, un documento curioso è stato reso pubblicamente disponibile sotto l'egida del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e dei Capi di Stato Maggiore statunitensi [1]. È intitolato “Intenti strategici russi” ed è stato preparato come parte del programma di valutazione strategica multistrato.
Il rapporto è lo sforzo congiunto di oltre 30 autori, tra cui John Arquilla, uno dei fondatori del concetto Gerra di Rete; Marlene Laruelle, che si è specializzata nell'ideologia eurasiatica per molti anni; Daniel Flynn dell'Ufficio americano del Direttore dell'Intelligence Nazionale ed un certo numero di altri accademici e funzionari militari di organizzazioni competenti, come l'Accademia Militare degli Stati Uniti a West Point; il Consorzio Nazionale per lo Studio del Terrorismo e le Risposte al Terrorismo; l’Aviazione americana; il Centro di analisi politico-militare dell'Istituto Hudson; l'Istituto di studi strategici dell'US Army War College; il Comando Centrale degli Stati Uniti; la Scuola di Specializzazione Navale e la Divisione Strategia di USEUCOM e l'Iniziativa strategica della Russia.
L'elenco dei nomi include anche diversi specialisti in Russia, come Anna Borshchevskaya [2] del Washington Institute for Near East Policy, che ha speso anni a distribuire la propaganda russofoba ai think tank statunitensi e Pavel Devyatkin [3] di The Arctic Institute, che lavora anche con il Peace Corps degli Stati Uniti, una ONG di lunga data che promuove la propaganda statunitense e svolge attività di intelligence in altri Paesi.
Già nella prefazione, scritta dal tenente generale Theodore Martin del Comando per l'addestramento e la dottrina dell'esercito degli Stati Uniti, si afferma che “le azioni russe che si verificano all'interno della zona competitiva, o ‘zona grigia’, hanno un profondo impatto e continuano a minacciare aspetti vitali della politica nazionale degli Stati Uniti, interessi e sicurezza. Trovare un modo per capire il piano generale della campagna dietro le azioni russe permetterà agli Stati Uniti di contrastare più efficacemente Mosca”.
Quindi, l'idea è chiara. È un tentativo di pensare come fa il governo russo per sapere con certezza quali azioni intraprenderà il Cremlino in futuro. Dato che il rapporto è suddiviso in regioni - Europa, Asia centrale, Medio Oriente, Africa, America Latina e Artico - sembra che i leader militari e politici statunitensi credano che la Russia sia una minaccia per gli Stati Uniti in tutte queste aree.
Dove il recente studio della RAND Corporation [4] parla apertamente dei vari scenari da attuare al fine di indebolire direttamente o indirettamente la Russia e danneggiare i suoi interessi nello spazio post-sovietico e in aree critiche come la Siria, qui vediamo i risultati di una specie di sessione di brainstorming organizzata per “fornire alle parti interessate governative - intelligence, forze dell'ordine, militari ed agenzie politiche - preziose intuizioni e quadri analitici per assistere gli Stati Uniti, i loro alleati e partner nello sviluppo di una strategia completa per competere e sconfiggere questa sfida russa”. Sembra quasi identico all'era della Guerra Fredda.
Si sta dicendo che, l'8 maggio, lo Strategic Multilayer Assessment, insieme alla US National Defence University e all'Ufficio del Direttore dell'intelligence nazionale, ha tenuto una tavola rotonda [5] sul futuro della competizione globale e del conflitto con la Russia. L'elenco degli oratori (con altrettanti venerabili esperti e politici esperti, come il generale di brigata in pensione Peter Zwack, ex attaché militare per Stati Uniti in Russia ed Angela Stent, direttore degli Studi Eurasiatici, Russi e dell'Europa Orientale della Georgetown University, che ha anche servito una volta in quanto Funzionario dell'Intelligence Nazionale per la Russia e l'Eurasia) differivano dagli autori della relazione menzionata in precedenza, il che significa che queste due iniziative sono solo la punta di un iceberg che è visibile solo grazie alla pubblicità degli eventi.
Oltre agli attuali termini preferiti come “Zona grigia” e “Guerra ibrida”, gli esperti statunitensi annotano nel Riassunto esecutivo che “le esercitazioni militari che la Russia conduce regolarmente richiedono una mobilitazione totale della società”, “la Russia sta sempre più operando per salvare la faccia” (es. Venezuela), la Russia sta cercando di distruggere “le istituzioni in Europa” ed anche quella che la Russia ha stabilito l'Unione Economica Eurasiatica (UEE) “per estendere le regole dell'economia russa e consentire alla Russia l'accesso alle politiche delle nazioni in sfera privilegiata e prevenire ulteriormente l'invasione e l'influenza dell'Occidente”. È interessante notare che il Kazakistan, ad esempio, non ha in alcun modo ridotto le sue relazioni economiche con l'Unione Europea dopo l'istituzione dell’Unione Economica Eurasiatica, ma in realtà le ha aumentate. Non fa inoltre menzione del fatto che tutte le decisioni all'interno del UEE sono raggiunte per consenso. Quindi, quando tali accademici statunitensi cercano di far passare un pensiero illusorio come realtà e razionalizzare certi concetti (come “Putinismo”, “DNA imperiale” e una “nuova dottrina Brezhnev”), servono solo a mostrare il loro pregiudizio e l'incompetenza. Per inciso, una misteriosa serie di attività attorno alle stazioni di reclutamento dell'esercito americano è stata elencata tra le azioni ostili della Russia. Misterioso perché è menzionato solo nel contesto delle “attività di influenza della Russia” nelle elezioni presidenziali americane del 2016. Inutile dire che non vengono forniti fatti o prove.
Per quanto riguarda il rapporto sulle “intenzioni strategiche” della Russia, non ci sono tentativi evidenti di penetrare il pensiero del Cremlino, mentre si dice molto della necessità di ridurre la dipendenza dell'Europa dal gas russo, dei vicini russi all'estero (specialmente Georgia, Moldova e Donbass), delle attività del GRU e dell’FSB, della strategia di “maskirovka” (o inganno militare) e delle macchinazioni di Mosca.
C'è persino una storia fantastica sulla Russia che sfrutta i ribelli delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC). (Si fa menzione anche del canale televisivo in lingua spagnola Russia Today en Español come agente di disinformazione).
Questo punto di vista viene anche espresso dicendo che la Russia ha una “grande strategia assertiva”. Presumibilmente dietro questa strategia: il desiderio dell'élite russa che la Russia sia riconosciuta come una grande potenza; il desiderio di proteggere l'identità russa ed una più ampia identità slava; il desiderio di vedere il potere globale degli Stati Uniti limitato. Ma i desideri non sono gli stessi della pratica istituzionalizzata, che richiede risorse e determinati meccanismi per l'attuazione di un piano. È interessante osservare gli accademici statunitensi che discutono di collegamenti tra la storia millenaria della Rus', il cristianesimo, la conferenza di Yalta e la Russia odierna, naturalmente, ma si supera il limite quando queste divagazioni si confondono con l'espansione della NATO, il ruolo dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e l'UEE (Jeremy Lamoreaux) e la Russia che viene accreditata di “metodi più aggressivi [...] per raggiungere la sua visione strategica di un mondo multipolare definito da sfere di influenza esclusive” (Robert Person).
L'osservazione che le strategie della Russia e dell'America in Europa sono diverse e che ciò che Washington vuole, Mosca non vuole e viceversa, è vera, ma è una verità conosciuta da molto tempo e non necessita di ulteriori commenti.
Elencare i vari risultati delle attività di politica estera della Russia è come un riassunto del Ministero degli Affari Esteri della Russia, tranne che con un'interpretazione negativa.
Nel complesso, c'è un numero notevole di luoghi comuni e metafore esagerate.
Le proposte per combattere l'influenza russa comprendono la diffusione del liberalismo; rafforzare la NATO; reclutare un gran numero di diplomatici esperti; promuovere la cultura, la lingua e i valori americani; utilizzare il settore privato come attore delegato nei Paesi limitrofi alla Russia; ridurre le esportazioni di armi russe usando i programmi di cooperazione per la sicurezza; fornire incentivi ai Paesi che attuano riforme filo-occidentali (come l'Uzbekistan) e programmi mirati in un certo numero di Paesi in cui possono essere implementati.
L'opinione più razionale è stata probabilmente data da John Arquilla, che ha osservato: “Dovremmo pensare a potenziali ‘shock’, il più preoccupante sarebbe se Putin eseguisse un ‘reverse Nixon’ e suonasse la sua versione della ‘carta della Cina’. Il sistema mondiale e l'influenza americana in esso sarebbero completamente sconvolti se Mosca e Pechino fossero più allineate. Forse una buona strategia americana sarebbe quella di giocare una ‘carta della Russia’ per prima”.
Questa è una delle volte in cui il governo russo dovrebbe fare proprio questo, e il prima possibile. Laddove le menti degli esperti statunitensi hanno dato origine a chimere che diventeranno la base logica della loro prossima strategia, la vera strategia della Russia sarà basata su conclusioni logiche, meccanismi sostenibili e decisioni accettabili per tutti i soggetti coinvolti.
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Articolo originale di Leonid Savin: https://www.geopolitica.ru/en/article/strategies-born-mind
Traduzione di Costantino Ceoldo – Pravda freelance