Russiagate: la fantasia pura

30.05.2017

Sono mesi che si parla del cosiddetto "Russiagate" , ovvero dei legami presunti tra Donald Trump e Vladimir Putin che avrebbero influenzato il risultato elettorale delle presidenziali americane e che potrebbero essere utilizzati dagli avversari (anche interni ai repubblicani) per chiedere l'impeachment del presidente.
Praticamente nessuno, fra i media allineati e coperti nello sparare contro Trump, riporta invece quale sia il pensiero dei circoli geopolitici russi sul 45° presidente Usa. Non lo fanno perchè altrimenti il castello di carte faticosamente edificato in questi mesi crollerebbe in un soffio. I russi infatti non guardano affatto a Trump come alleato solido e sicuro e non sottovalutano affatto la sua strategia, peraltro ricca di imprevidibilità.
C'è addirittura chi lo vede prossimo ad essere incoronato "Principe del Mondo".  "Trump ci ha già regalato molte sorprese - scrive la rivista russa "Geopolitica", diretta dal filosofo Alexander Dugin, coordinatore di circoli intellettuali nazionalisti e conservatori vicini ad ambienti del Cremlino -. Dopo aver vinto le elezioni americane contro tutto e tutti, nel nome dell'antiglobalismo, in pochi mesi The Donald  ha sparigliato più volte le carte. I primi giorni alla Casa Bianca sono stati molto difficili, vista l'offensiva dei democratici e dei media globalisti contro dui lui , a causa di stretti legami con la Russia che sono inesistenti nella relatà". Primo punto da segnare: il "Russiagate" è fondato su legami "inesistenti nella realtà". Secondo "Geopolitica", un Trump in grave difficoltà decise allora (era inziio aprile) di credere alla falsa notizia dell'attacco chimico di Assad contro i civili in Siria e spedì una razione di missili "Tomahawk" contro l'esercito di Assad, facendo felici sia i seguaci di Obama, sia i neocons come Bush junior. "I media improvvsiamente parlarono bene di lui - annotano i russi -, lo sentivano finalmente diventato un burattino nelle mani dei poteri che contano in America, gli stessi che avevano sostenuto Obama e la Clinton". Ma eccoci ad un altro colpo di scena: Trump dà un brutale benservito al capo del Fbi, James Comey e subito dopo riceve alla Casa Bianca il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov,  trattenendosi con lui per oltre due ore. Al presidente turco Erdogan, ricevuto pochi giorni dopo, sono toccati appena 15 minuti di colloquio, senza salamelecchi. "In questo periodo Trump resistette alle numerose richieste di licenziare anche il suo consigliere strategico conservatore, Steve Bannon - sottolinea "Geopolitica" -, inviso ai neo-cons e anche al marito di sua figlia Ivanka, il signor Kushner. Infine parte per il suo primo viaggio all'estero da presidente: e non lo fa, come tutti i suoi predecessori, in Messico o in America latina, e nemmeno in Russia, ma in Arabia Saudita e poi in Israele ed in Europa". Arabia Saudita che, ricordano i russi, è il primo finanziatore dei terroristi dell'Isis. Altro punto da segnarsi: "nè Trump numero 1, nè Trump numero 2. Chi è veramente Trump?".
A Riad il presidente americano ha avuto ai suoi piedi i rappresentanti di 50 stati islamici, che gli "offrono un giuramento come vassalli medievali". Firma un accordo con l'Arabia di oltre 100 miliardi subito e di altri 200 in una seconda tranche per le esigenze militari saudite (e anche dell'isis?), al punto che, ironizzano gli analisti geopolitici russi; "i sauditi permetterebbero alla moglie e alla figlia di Trump non  soltanto di evitare il velo islamico sulla testa, ma di presentarsi in bikini al ricevimento reale". Siamo alla prima incoronazione dell'imperatore del mondo, Donald Trump, paventano a Mosca. "Lo vediamo ballare la danza Wahhabi con le sciabole, che è la danza della jihad salafita, la guerra islamica contro gli infedeli, e lo sentiamo elogiare gli islamici filo-americani, che di fatto sono tutti ai suoi piedi". Ieri Trump arriva in Israele, dove alcuni rabbini ortodossi gli hanno dato il nome cabalistico di "Adam": seconda incoronazione. Anche l'Europa e la NATO, sostengono i russi, si inchineranno a Donald The First. E il papa, che riceverà Trump in Vaticano domani? "Anche Francesco accetterà il nuovo grande potere di Trump - scommette "Geopolitica" - , passato in poche settimane da  "novizio eccentrico imprevedibile e  outsider nella politica americana che potrebbe essere sottoposto ad impeachment a vero Principe del mondo". Anche perchè pare che esistano oligarchi russi che hanno sostenuto la campagna elettorale di Hillary Clinton e che presto le tracce di questo sostegno emergeranno facilmente, causando un terremoto politico facilmente immaginabile. I motivi per la Russia di non essere (nemmeno lei) tranquilla delle prossime mosse dell'imprevedibile Donald sono quindi numerosi. Alla faccia del "Russiagate".