Parla Paul Craig Roberts
Fino a poco tempo fa Grecia ed Italia sembravano essere accumunate dallo stesso infausto destino: finire entrambe spolpate delle loro ricchezze per ripagare un debito internazionale che si è però dimostrato insanabile. Come la Grecia, anche l’Italia ha accolto un impressionante numero di immigrati non solo dall’Africa ma anche da altre parti del mondo: il mantra dell’accoglienza ha la sua origine apparente a Bruxelles, così come le politiche di austerità che sono state imposte alla Grecia e, per il momento ancora solo parzialmente, all’Italia. Tutto questo è ben inglobato in un tumulto geopolitico che vede la contrapposizione tra Stati Uniti e Russia raggiungere sempre nuovi eccessi, malgrado i tentativi di Donald Trump di instaurare un clima migliore e più ragionevole con la Russia di Vladimir Putin.
Quale futuro per noi italiani e per il mondo? Questo è il fulcro della mia ultima intervista con Paul Craig Roberts, un uomo che è diventato, nel corso degli anni, un punto di riferimento per coloro che vogliono capire gli aspetti meno evidenti della realtà che ci circonda.
Roberts parla con la sua usuale franchezza e quello che dice non è per nulla piacevole e consolatorio, al contrario della narrazione a cui i grandi media italiani ed internazionali ci hanno abituati.
Quello che Roberts ci presenta è un futuro potenzialmente orribile che parte da un presente fosco. Come definire diversamente un presente in cui l’attuale presidente americano finisce sotto attacco da parte di quelle stesse forze che invece dovrebbero difendere lui e l’America e solo perché cerca di stabilire relazioni normali con la Russia? Oppure un presente in cui lo strapotere dei grandi circoli finanziari internazionali, raccolti in un Superclan fratturato, si è avvitato in una corsa al suo stesso suicidio, in cui trascinerà purtroppo anche popoli e Nazioni?
Vedo poco spazio per quel moto di orgoglio dell’Unione Europea che, secondo Roberts, potrebbe salvare la situazione. Se è vero infatti che nessuna delle avventure imperiali americane degli ultimi anni sarebbe stata possibile senza l’aiuto e la complicità dell’Unione Europea, è ben vero anche che i governanti europei appartengono a quello stesso Superclan che è sulla strada della sua propria fine.
E qui si ritorna all’Italia e al suo nuovo governo, che si pone su una rotta di collisione con Bruxelles e pare voglia ritagliarsi degli spazi di autonomia o indipendenza impensabili in passato: il nuovo governo italiano di Giuseppe Conte potrebbe costituire un esempio contagioso? Solo il futuro ce lo potrà dire.
Di seguito l’intervista con Roberts: