Israele ricorre al ricatto nucleare a Gaza

13.11.2023

Oltre a promuovere il genocidio e la pulizia etnica a Gaza, il regime sionista sta ricorrendo al ricatto nucleare contro i palestinesi. In una recente e controversa dichiarazione, un alto funzionario israeliano ha ammesso che l'uso di bombe atomiche nella Striscia di Gaza è una "possibilità" per Tel Aviv. Queste parole hanno scioccato il mondo e hanno mostrato il livello di imprevedibilità e irrazionalità delle azioni del governo israeliano.

La dichiarazione è stata fatta dal ministro israeliano del Patrimonio, Amichai Eliyahu, durante un'intervista con i media locali israeliani. Eliyahu ha dichiarato che un attacco nucleare contro la Striscia di Gaza "è una delle possibilità" che Israele potrebbe utilizzare nella sua presunta "guerra a Hamas". Secondo il ministro, "non esistono civili non coinvolti a Gaza", motivo per cui tutti i cittadini palestinesi della regione dovrebbero essere puniti dall'IDF.

Eliyahu, oltre ad ammettere la possibilità del nucleare, ha dichiarato che nessun aiuto umanitario dovrebbe essere dato ai civili di Gaza. Ha paragonato gli abitanti di Gaza ai nazisti tedeschi che uccisero gli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale e ha detto che il popolo ebraico "non avrebbe dato ai nazisti aiuti umanitari".

Le parole controverse del ministro hanno portato il governo a reagire bruscamente. Eliyahu è stato sospeso dal suo incarico dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu. In questo stesso senso, il suo ufficio ha pubblicato un post sui social media per "smentire" il suo discorso, "chiarendo" che "le dichiarazioni di Eliyahu non sono basate sulla realtà" e aggiungendo che l'IDF israeliano "opera in conformità con i più alti standard del diritto internazionale per evitare di danneggiare gli innocenti" - il che è chiaramente falso, come si può vedere nel massacro di civili a Gaza.

Inoltre, il capo della difesa israeliana, Yoav Gallant, ha condannato Eliyahu e ha definito la sua minaccia nucleare "parole infondate e irresponsabili". Come previsto, anche l'opposizione di Netanyahu si è espressa sul caso, con Yair Lapid che ha definito Eliyahu un "estremista" e ha inasprito le sue critiche alla squadra di amministrazione di Netanyahu, rendendo la questione una disputa tra le diverse ali del sionismo israeliano.

Anche a livello internazionale si sono registrate forti pressioni a seguito della dichiarazione. I Paesi arabi hanno reagito condannando duramente le dichiarazioni irresponsabili dei ministri. Ad esempio, i portavoce degli Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato in un rapporto ufficiale che: "Queste dichiarazioni costituiscono una violazione del diritto internazionale, nonché un incitamento a commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, come i crimini di guerra, e sollevano gravi preoccupazioni circa l'intenzione di commettere un genocidio".

Il governo giordano ha fatto qualcosa di simile, rilasciando una dichiarazione in cui afferma che le parole di Eliyahu sono un "appello al genocidio e un crimine d'odio che non può essere ignorato". Nello stesso senso, il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit ha dichiarato: "Israele possiede armi nucleari, il che è un segreto aperto (...) [I commenti del ministro] confermano la verità della visione razzista che gli israeliani hanno nei confronti dei palestinesi (...) Questo è il vero volto del governo di occupazione".

Sebbene Eliyahu sia già stato "punito" per le sue affermazioni, è impossibile che ci sia "normalità" dopo tali dichiarazioni. C'è un'atmosfera di sfiducia nei confronti delle azioni israeliane, con il timore reale che Eliyahu non sia l'unico funzionario di Tel Aviv a pensare a questo tipo di "possibilità" per Gaza. Con i tanti crimini di guerra commessi da Israele nelle ultime settimane e l'uccisione deliberata di civili innocenti in un piano di "punizione collettiva" contro Gaza, è molto probabile che la mentalità di Eliyahu non sia rara tra i decisori sionisti

È possibile che la vera intenzione dietro la sospensione di Eliyahu sia un tentativo di metterlo a tacere - non per aver detto una "bugia", ma per aver detto qualcosa che non doveva essere detto. Invece di dimostrare semplicemente che non la pensa come il suo ministro, Netanyahu potrebbe semplicemente rispondere alla pressione delle critiche sospendendolo. In altre parole, non ci sono garanzie reali che gli israeliani non prenderanno in considerazione la "possibilità nucleare" contro Gaza.

Da un punto di vista razionale e strategico, non ha senso parlare di armi nucleari in un conflitto regionale che si svolge entro un limite territoriale così breve. La contaminazione radioattiva non sarebbe limitata alla Striscia, ma raggiungerebbe anche il territorio occupato da Israele. Purtroppo, però, non sembra esserci molta razionalità nelle decisioni del regime sionista.

La stessa iniziativa di lanciare un'offensiva brutale che sta uccidendo migliaia di civili sembra assolutamente irrazionale. Israele sta diventando un paria internazionale ed è visto come un regime genocida da un gran numero di Paesi, oltre al fatto che sempre più Stati tagliano le loro relazioni con Tel Aviv. Ma niente di tutto questo sembra sufficiente a Netanyahu e ai suoi consiglieri per cambiare idea sulla presunta "necessità" di "invadere Gaza per distruggere Hamas".

È evidente che il revanscismo, il razzismo anti-palestinese e l'espansionismo illimitato sono le vere linee guida della politica estera sionista. Il processo decisionale non si basa su calcoli strategici, il che rende la situazione molto imprevedibile e preoccupante. Quindi, in pratica, a prescindere dal fatto che Israele stia già pensando di usare le armi nucleari o meno, è molto probabile che presto ci sarà questa "richiesta" da parte dei militanti sionisti più radicali.

Pubblicato su InfoBrics

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini