Il Green Pass è da nazisti

18.08.2021

Dov’è Hannah Arendt quando serve? E soprattutto: dove sono i suoi estimatori, tutti quelli che vanno sempre in deliquio nel commentare, nel citare, nel prendere ad esempio la sua “banalità del male”?

Li vedo nelle piazze ogni 25 aprile, ogni 2 giugno e in tutte le altre feste laiche di questa nostra Repubblica delle banane. Commemorano. Discettano. Parlano. Commuovono e si commuovono. Gli alti valori della Resistenza. I partigiani. L’Olocausto. Democrazia. Libertà

Tante belle parole ma sono bastati pochi mesi di pandemia e lorsignori hanno accantonato senza ritegno tutti i bei princìpi di cui erano usi riempirsi la bocca e tediare il loro prossimo. Come era tragicamente naturale, sono stati svelti a buttarli alle ortiche, in favore di un regime sanitario che giorno dopo giorno assume sempre di più un volto sinistro, disumano e crudele.

Proviamo a ricordare le cose dal principio.

All’inizio del 2020 scoppia in Cina un’epidemia simil-influenzale. In breve tempo peggiora al punto da spingere Pechino a sigillare una zona con 60 milioni di abitanti. Ma in realtà è già troppo tardi: il virus è di tipo aereo e si sta già propagando in altre parti del mondo.

Cosa fa il governo italiano in carica in quei giorni? Chiama razzista e fascista chi suggerisce di controllare la temperatura dei cinesi che atterrano negli aeroporti italiani, un primo e comunque fin troppo blando tentativo di prevenire i contagi. Si sentono slogan idioti: “abbraccia un cinese!”, “mangia un involtino primavera!”, “nessuna discriminazione!”, “l’unico virus è il razzismo!”. Chi di noi non ricorda il segretario del Partito Democratico Italiano, Nicola Zingaretti, intento a Milano a farsi un’apericena antifascio [1]? O il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, assieme alla sua gentile consorte, impegnato in un ristorante cinese della sua città a dimostrare tutto il suo antidiscriminante antirazzismo [2]?

In pochi giorni, però, gli ospedali di Bergamo e Brescia diventano un carnaio di malati COVID, a dimostrazione che un virus aereo e molto infettivo se ne infischia delle preoccupazioni razziali del PD e dei suoi afecionados.

Curiosamente, Bergamo e Brescia avevano visto, pochi mesi prima dell’esplodere dell’epidemia, due enormi campagne vaccinali, contro l’influenza e la meningite ma, curiosamente ancora, nessuno prova interesse ad investigare se vi sia un nesso tra la mattanza da COVID e le vaccinazioni appena terminate, un qualche non voluto ed imprevisto effetto di sovraesposizione del sistema immunitario. Non interessa alla “Destra” (sic) come non interessa alla “Sinistra”. Anzi, è proprio la Sinistra italiana a manifestare un diverso slancio decisionista, facendo l’unica cosa che riesce bene ai comunisti (anche quando annacquati): imporre una dittatura.

Viktor Orban chiede poteri speciali al parlamento ungherese per contenere l’epidemia. Li ottiene, ma condizionati: per pochi mesi e comunque sotto controllo di un comitato che riferisce al parlamento. È il parlamento ungherese che decide di concedere poteri speciali al presidente Orban, non Orban che se li prende sentiti i suoi compagni di merenda. E comunque li restituisce dopo pochi mesi. Il meglio del pattume giornalistico italiano chiama Viktor Orban fascista, dittatore, lo dichiara un pericolo per l’Europa. Ma i media italiani tacciono quando il governo Conte Bis decide di imporre una gigantesca quarantena sull’intera Italia e di dichiarare uno stato di emergenza che in virtù dell’ultima proroga decisa pochi giorni fa dal governo di Mario Draghi durerà fino al 31 dicembre 2021. Il parlamento italiano è consultato poche volte, di fatto quasi di malavoglia e i risultati sono scontati. Le decisioni più importanti vengono prese da pochissimi ministri, con l’aiuto di una “cabina di regia” che ad alcuni sembra davvero avere caratteristiche surreali.

Al 31 dicembre 2021 saranno quasi due anni di stato di emergenza, con la possibilità di altre proroghe. Hitler fece proprio così: Hitler non abrogò mai la costituzione della Repubblica di Weimar ma, poco dopo la sua nomina a cancelliere avvenuta con regolari elezioni, la accantonò dichiarando uno stato di emergenza che durò fino alla caduta del Terzo Reich. Sappiamo tutti come è caduto.

Ora, in questo soleggiato agosto, nel mezzo di una campagna vaccinale con sieri anti-COVID sperimentali che non possono essere imposti alla popolazione senza violare la nostra Costituzione, viene introdotto l’obbligo di un documento ufficiale per poter entrare in una palestra, sedersi al ristorante, usare mezzi pubblici, mangiare nelle mense aziendali, perfino lavorare se si è impiegati pubblici come gli insegnanti di scuola e università. Si può avere questo documento solo se si è vaccinati o negativi ad un tampone COVID, risultato che comunque è valido per poche ore.

Lo hanno chiamato “Green Pass” perché “lasciapassare” faceva troppo nazista ma questa è la sua vera natura discriminatoria. È perfino contrario al regolamento europeo che l’Italia ha sottoscritto ma la cosa non costituisce un problema per questo governo. Qualcuno già chiede di impedire ai non vaccinati di poter entrare nei supermercati. Li vuole stanare per fame. Temo, vista l’aria che tira, che alla fine la richiesta potrebbe essere accolta e anche che saranno puniti quei vaccinati che si offriranno di fare la spesa per coloro che non lo sono. Puniti come quei cittadini che aiutavano gli ebrei perseguitati a sopravvivere.

Ci dicono che i non vaccinati sono un pericolo per i vaccinati, i quali possono infettarsi e infettare a loro volta, finendo perfino intubati in ospedale. Non vedo nessuna logica nell’usare un vaccino che non ti protegge realmente, che a volte ti invalida quando non ti accoppa direttamente come in una mostruosa roulette russa, un vaccino i cui effetti collaterali a lungo termine non sono noti ma che potrebbero, invece, essere tragicamente spaventosi. Non vedo nessuna logica se non la logica dei soldi che arricchiscono le solite multinazionali farmaceutiche. Ma la logica non interessa a chi controlla le informazioni e di sicuro non interessa a chi vuole arricchirsi sulla pelle degli altri e a tutti quelli che sognano di riscrivere la società occidentale se non addirittura quella mondiale.

Chi sono coloro che ora ci impongono il Green Pass, ipocritamente ignorando quei regolamenti europei che loro, per primi, ci tirano sempre addosso perché ad essi sempre ci dovremmo genuflettere?

Sono coloro che negli ultimi 20 anni ci hanno detto che con l’euro sarebbe stato come lavorare un giorno di meno e guadagnare come se lavorassimo un giorno di più. Che la “riforma del lavoro” avrebbe creato opportunità per tutti. Che la “riforma delle pensioni” avrebbe assicurato un futuro migliore a noi e ai nostri figli. Che la “riforma della scuola” avrebbe permesso di studiare meglio. Che la “riforma della giustizia” avrebbe difeso gli innocenti e garantito una pena equa ai colpevoli. Che la “riforma della sanità” avrebbe permesso di risparmiare denaro eliminando gli sprechi e fornendo cure migliori agli ammalati. Che abbiamo bisogno della “legge Zan” sui diritti LGBT per evitare… discriminazioni! E tutto in nome del “ce lo chiede l’Europa”. Si sono visti i risultati!

L’euro ha affossato la nostra economia. I nostri lavoratori sono stati ridotti a schiavi robot di carne e sangue, meno importanti di un martello o di un cacciavite ma prigionieri di contratti a scadenza. La scuola è di fatto quasi esclusivamente in mano alle donne, femminizzata e incapace di offrire una visione anche virile del mondo. I programmi scolastici sono oramai ridicoli e tutto il sistema scolastico non insegna ad imparare, cosa che è tra gli scopi principali di una vera Scuola. L’età della pensione si allontana sempre di più ottenendo l’effetto paradossale che i vecchi continuano ad occupare quei posti di lavoro che i giovani non riescono ad avere e i giovani vivono sempre più spesso di sussidi e impieghi occasionali. La Sanità pubblica è stata oramai ridotta ad una mangiatoia dove ognuno vuole la sua parte per gestire le proprie clientele politiche. E la giustizia italiana… beh, si potrebbero risolvere molti problemi anche grazie alla magistratura, se la magistratura italiana non fosse, purtroppo in molti casi, parte e causa dei problemi da risolvere.

E adesso anche un lasciapassare nazista. Con il plauso di tutti quelli che hanno sempre parlato ad nauseam di democrazia e libertà.

La senatrice Liliana Segre [3], ebrea italiana sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, non ha nulla da eccepire: per lei è una cosa normale che ci sia un Green Pass, un lasciapassare da nazisti e anzi si è adombrata, lei ed altri, per il paragone tra l’Italia di adesso e quella Germania nazista di allora, che tanto si impegnò per accopparla. Non le passa nemmeno per la testa che in questi nostri giorni infausti anche lei, proprio lei, potrebbe essere usata per uno scopo nascosto e infame.

Quale supremo atto di derisione e quale sottile piacere sarebbe riuscire ad usare anche i sopravvissuti alla Shoah per imporre un regime in stile nazista in Italia e nel cosiddetto “mondo libero”!

Solo il filosofo Giorgio Agamben ha avuto il coraggio di esporsi fin dall’anno scorso per metterci in guardia contro ciò che puntualmente si sta verificando. Ben pochi di noi gli hanno creduto o lo hanno anche solo ascoltato e su di lui i soliti media hanno prontamente riversato un fiume di fango. Ma quale gregge di pecore isteriche e terrorizzate ascolterebbe mai un vecchio filosofo che dice cose sgradevoli?

Apparentemente, solo la Lega Nord di Matteo Salvini ha cercato di opporsi a questa follia ma gli sforzi sono stati vani. Tuttavia, l’onorevole Claudio Borghi ha sentito il dovere di scusarsi pubblicamente per questo evidente fallimento, in suo Tweet del 5 agosto:

 

https://twitter.com/borghi_claudio/status/1423377472553377793

“Ho fatto il possibile ma ho perso. Mi scuso con tutti voi” e poi: “Letto il testo del decreto. Tutto confermato e forse peggio. Confermo quanto detto qui. Scusatemi davvero.”

Chiaramente ringraziamo l’onorevole Borghi per questo suo coraggio: si sa bene che la vittoria ha molti padri e la sconfitta è invece orfana e nel ringraziarlo prendiamo anche atto che lui ci ha messo la faccia. Questa situazione però non può continuare.

Come siamo arrivati a questo punto? La risposta è semplice: molti hanno vissuto felici come animali da compagnia e quando si vive così, il passo per diventare bestie da macello è tragicamente breve.

Allora chiedo ancora: dov’è Hannah Arendt quando serve? E dov’è quell’altra voce, quella che da Radio Londra chiamava a raccolta gli uomini forti e liberi affinché si unissero in un ineludibile e superiore scopo comune?

Ai lettori che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui suggerisco questo video di Vera Sharav:

https://www.youtube.com/watch?v=kKZmJSPiTyg

La radici del male sono spesso profonde e ben nascoste, ma il ricordare è una delle nostre armi. Oltre a resistere.

 

[1] Per esempio:

https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/02/27/foto/coronavirus_zingaretti_pd_milano-249756747/1/

[2] Per esempio: https://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/coronavirus-1.5048135

oppure: https://twitter.com/giorgio_gori/status/1227282399005945857

[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Liliana_Segre