Amazzonia, biodiversità e biopirateria

05.06.2022
Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, a Kunming, capoluogo della provincia cinese dello Yunnan, ospiterà la Copy-15 on Biodiversity, la Conferenza delle Nazioni Unite finalizzata all’elaborazione della Convenzione Mondiale sulla Biodiversità.

L’incontro è organizzato attorno a tre assi centrali: conservazione della biodiversità; il suo uso sostenibile e, il capitolo più difficile di tutti, ovvero la condivisione dei benefici derivanti dall’uso industriale e commerciale della biodiversità.

La questione della condivisione dei benefici potrebbe rendere impraticabile il documento finale della conferenza in quanto divide profondamente i paesi membri, mettendo da una parte le nazioni ricche dell’emisfero settentrionale, con i loro potenti laboratori farmaceutici, ma poveri di biodiversità, e dall’altra i paesi dell’emisfero australe, ricchi di biodiversità, ma privi dei mezzi tecnologici dei laboratori nordamericani ed europei.

Il Brasile gode di una posizione speciale alla conferenza in quanto paese che detiene il 30% dell’ambita biodiversità del pianeta solo nell’Amazzonia brasiliana e per essere stato vittima del caso di biopirateria più noto della storia.

La biopirateria è l’appropriazione illegale di risorse genetiche dai paesi ricchi di biodiversità. L’episodio a cui ci riferiamo è il furto di alberi della gomma amazzonici da parte dell’agente britannico Henry Wickham, e trapiantato nelle colonie inglesi in Asia nella seconda metà dell’Ottocento. Con la protezione del consolato britannico, Wickham ha corrotto le autorità doganali del porto di Belem, ha prelevato campioni di alberi della gomma da piantare provvisoriamente nei Royal Botanical Gardens di Londra e ha concluso la sua vita con la nomina di Cavaliere dell’Impero Britannico. La biopirateria diede all’Inghilterra il monopolio della produzione di gomma fino all’inizio della seconda guerra mondiale, quando le sue colonie asiatiche furono rilevate dal Giappone e il Brasile riprese il suo ruolo di importante fornitore di lattice per lo sforzo bellico alleato.

Il caso più vociferato da discutere a Kunming riguarda proprio la registrazione piratata dei genomi di migliaia di piante e animali senza identificarne l’origine, ma probabilmente sottratti clandestinamente alla biodiversità dei paesi poveri o in via di sviluppo e depositati in banche genetiche nei paesi ricchi.

Lo scandalo è che il sequenziamento genetico di piante e animali conservati illegalmente nei laboratori del cosiddetto primo mondo può essere utilizzato nelle industrie farmaceutiche, della chimica fine, cosmetica, alimentare, tra le altre, senza che i veri proprietari siano identificati e possano addebitare una sorta di compensazione per l’uso delle sue risorse di biodiversità. La conferenza difficilmente raggiungerà un verdetto soddisfacente su questa controversia. Sebbene i paesi ricchi di biodiversità siano la maggioranza alla conferenza, al gruppo manca la leadership diplomatica che il Brasile ha esercitato altre volte, ma che è indebolita nella situazione attuale.

Traduzione di Alessandro Napoli

Fonte: oliberal.com