Fed, Isis e petrolio mettono Borsa Milano al tappeto

I principali indici delle Borse europee devono fare i conti con una serie di fattori negativi. La fase di rimbalzi dopo l’inizio d’anno da dimenticare rischia di volgere al termine, in una giornata che sarà caratterizzata dovunque da volumi ridotti e rischio di volatilità, vista la chiusura delle piazze finanziarie domani e lunedì per le festività pasquali.

Il listino Ftse MIB scambia sotto i 18.000 punti. Positivi invece i Bund, i cui rendimenti decennali continuano a essere sempre più vicini allo zero. Pesa il rafforzamento del dollaro sul valutario, dopo che il numero uno della Fed di St.Louis, James Bullard, ha segnalato di essere favorevole a un rialzo dei tassi già ad aprile. Non è il primo e unico endorsement per una nuova stretta monetaria dopo quella storica di dicembre. Senza contare poi che ora la Fed rischia un ammutinamento delle sue file interne.

In Asia le materie prime hanno trainato al ribasso i listini e le principali Borse del continente hanno chiuso in rosso. A Tokyo l’indice Nikkei ha accusato una perdita dello 0,6% a 16.892,33 punti. Ancora peggio è andata alla Borsa di Sidney. Zavorrato dal comparto bancario, l’indice di riferimento della piazza azionaria australiana, l’S&P/Asx 200, ha terminato la sessione con un calo dell’1,13% a 5.084,2 punti.

Daniele Chicca

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