AL G20 LA CINA HA PRESENTATO LA NUOVA "VIA DELLA SETA"

12.09.2016

La Cina ha speso mesi per l'organizzazione del vertice del G20 a Huangzhou. I cinesi avevano le proprie idee ed è stata una sorta di coming out, poiché hanno mostrato alla comunità internazionale che la Cina è una vera potenza globale da un punto di vista politico ed economico.

Fino a poco prima dell'inizio del vertice, il presidente Xi Jinping ha cercato di discutere delle resistenze alla globalizzazione e all'integrazione economica mondiale. I cinesi hanno una visione completamente differente da quella attuale su come le relazioni economiche del mondo dovrebbero essere gestite.

Nel periodo precedente la globalizzazione, essi hanno beneficiato di molti vantaggi: investimenti esteri, esportazioni in tutto il mondo. La Cina si è sviluppata così tanto e così in fretta  che ora può anche far parte dei decisori che governeranno l'economia globale in futuro. Questo è quello che volevano spiegare ad altre Nazioni, specialmente ai Paesi occidentali.

La globalizzazione cinese è indirizzata verso piattaforme ispirate all’Information Technology e all’elettronica. Tutti in Eurasia sono coinvolti in una nuova “Via della seta”: il Sud-Est asiatico, l’Asia orientale, l’Asia centrale, l’Asia sud-occidentale che comprende il Kazakistan e la Turchia e, naturalmente, la Russia. Una parte della nuova “Via della seta” include inoltre la  Ferrovia Transiberiana, che include direttamente la Russia. Una maggiore integrazione tra Russia e Sud della Cina è compresa nel progetto. Mosca e San Pietroburgo diventeranno piattaforme per la comunicazione asiatico-europea. Questo è l'unico progetto economico a lungo termine presente oggi nel mondo. Nient’altro potrebbe anche solo essere paragonato con esso. Questo è l’unico grande progetto per i futuri vent’anni almeno dell’umanità.

L'Occidente non ha nulla da offrire. Gli europei vivono in stagnazione; sopravvivono in un'atmosfera di paura e paranoia, combattendo l'Islam, ma non si tratta di un vero Islam bensì di una minoranza ultra-radicale. Gli Stati Uniti sono in una situazione disastrosa, chiunque diventi il nuovo Presidente.

Al G20 l'integrazione eurasiatica è stata discussa nei termini voluti dalla Cina. Più integrazione tra Occidente e Asia, più voce nelle istituzioni internazionali. La Cina si è anche espressa sul WTO (Organizzazione mondiale del commercio). Essa vuole che ci sia un’espansione dell'economia globale ma all'interno dei meccanismi del WTO, e non apprezza ciò che gli Stati Uniti stanno cercando di fare in questo momento, e cioè il tentativo di cambiare gli equilibri geopolitici tramite l'accordo “TTIP”, con il quale vogliono controllare il commercio tra Stati Uniti ed Europa e tra gli Stati Uniti e l’Asia bypassando la Cina e aggirando la Russia. Gli Stati Uniti dimenticano che la Russia e la Cina hanno ora un partenariato strategico; entrambi sono implicati in una maggiore convergenza commerciale tra Europa e Asia.

Se guardiamo al “linguaggio del corpo” dei leader del G20, possiamo notare come Vladimir Putin e Xi Jinping si siano trovati molto bene in reciproca compagnia, a differenza di molti altri leader occidentali. Questo accade perché sanno che l'Occidente non ha nulla da offrire. La Cina vuole essere più o meno il leader del mondo in via di sviluppo. Come seconda potenza economica del mondo, la Cina è in una fase di trasformazione verso una maggiore convergenza a livello globale, a cominciare con l'integrazione tra Asia ed Europa, che avvantaggia molti Paesi in via di sviluppo.

Questo vertice del G20 è stato molto importante perché l'Occidente, forse per la prima volta, è andato lì per ascoltare, non per dettare la sua agenda.

Una delle questioni politiche più discusse è stata la situazione della Siria. Putin e Obama si sono incontrati in un “faccia a faccia” durato un'ora e mezza, un tempo abbastanza lungo. Prima c'era stata una discussione di quattro ore tra le due delegazioni e c'è stato anche un incontro tra Kerry e Lavrov.

È stato impossibile, anche con tante ore a disposizione, trovare una soluzione per il rebus siriano, soprattutto nel contesto di un vertice internazionale così complesso. La situazione non ha trovato altrettanto soluzione nei mesi scorsi, in cui ci sono stati numerosi negoziati. L'amministrazione Obama non sa più che cosa fare. Sono rimasti solo tre mesi per la presidenza Obama. Le vere decisioni saranno prese dal prossimo Presidente degli Stati Uniti. Il margine di manovra di Obama è molto redditizio però perché gli americani non sono neanche d’accordo tra di loro. CIA e Pentagono si stanno occupando a loro volta della Siria. Stanno combattendo però tra di loro. Non sanno più quali sono i gruppi da sostenere perché quelli che hanno finora difeso non esistono più. Al-Nusra è stata sostenuta in passato da Washington, ma ora hanno scoperto che è pericolosa e che è di fatto una costola di Al-Qaeida.

Inoltre ci sono i curdi. Essi sono sostenuti dagli americani e supportati dai russi, ma i turchi stanno combattendo contro di loro.
La Turchia sta invadendo il nord della Siria. Erdogan al G20 ha cercato di propagandare l'idea della cosiddetta zona "sicura" da istituire nel nord della Siria, in cui poter rimpatriare una parte dei rifugiati siriani che ora si trovano in Turchia. Sembra che nessuno stia trattando la Siria come uno Stato sovrano. I turchi dovrebbero rivolgersi a Damasco in prima battuta, non a Washington o a Mosca. La situazione sta diventando sempre più “folle”. Abbiamo un sacco di attori internazionali che stanno lottando tra di loro e l’uno contro l'altro.

Per trovare un consenso bisogna fare qualcosa. La Siria deve rimanere un Paese unito; ognuno deve lottare contro lo stesso nemico, e cioè lo Stato Islamico e i jihadisti. Solo dopo questi passaggi potrebbe essere avviato un processo politico di pacificazione. Ma gli Stati Uniti stanno cercando di costruire per prima cosa un processo politico: Assad dovrebbe rimanere secondo loro solo per i prossimi mesi e poi arriverebbero loro, gli americani, Assad se ne dovrebbe andare e si terrebbero delle elezioni. Purtroppo non funziona così. In primo luogo la guerra sul terreno deve essere portata fino alla fine, ed è impossibile risolvere tutto questo in due o tre ore di trattative in Cina.