Mediterraneo al centro delle strategie marittime globali

25.11.2016
Presentato questa mattina a Napoli il VI Rapporto annuale del centro studi SRM

Presso la sala delle assemblee del Banco di Napoli in via Toledo a Napoli, il centro studi SRM ha presentato il sesto Rapporto Annuale su "Le relazioni economiche tra l'Italia e il Mediterraneo". 

L'Italia, con 58 milioni di tonnellate di merce, si riconferma il Paese europeo con il maggior volume di scambi nel Mediterraneo, con un export di 41,5 miliardi di dollari,  concernenti soprattutto i settori di meccanica, metalli e agglomerato Made in Italy, che comprende agroalimentare, moda, mobilio, materiali da costruzione e gioielleria.

Proprio grazie al Made in Italy l'Italia risulta essere il primo fornitore europeo degli Emirati Arabi Uniti.

Buona la posizione italiana sul mercato israeliano  (quota del 5,3% sul Manifatturiero) e in Iran, dove l'Italia, con una quota di mercato pari al 3,1%, tra i paesi europei é seconda solo alla Germania. 

Il bacino del Mediterraneo concentra il 19% del traffico mondiale, il 25% dei servizi di lonea container e il 30% del petrolio. É quanto emerge dal sesto rapporto annuale SRM, presentato questa mattina a Napoli nella sala assemblee del Banco di Napoli.

Aumenta la centralità del Mediterraneo nelle strategie marittime globali, dovuta in gran parte alla Cina con la sua One Belt One Road Intiative, la nuova Via della Seta che promuove il ruolo del Paese nelle relazioni globali, migliorando i collegamenti infrastrutturali per favorire flussi di investimento internazionali e sbocchi commerciali per le produzioni cinesi.

Si stima che per il 2020 la Cina dovrebbe esportare lungo la OBOR beni e servizi per 780 miliardi di dollari circa e importarne 573,4 miliardi.

"Dietro tutto quello che accade in Cina - ha dichiarato, in collegamento da Pechino, Sergio Bertasi, Presidente Camera di Commercio Italiana in Cina - c'è una pianificazione geopolitica ed economica a cui non siamo abituati: ci sono piani fino al 2049. La Cina sfortunatamente é ancora concepita da molti in Italia come una pura minaccia, ma è un Paese complesso che va analizzato come impresa e nel suo fare può dare beneficio alle imprese italiane".

Bertasi ha spiegato che la scelta del Mediterraneo fa parte della strategia del tredicesimo piano quinquennale cinese, che ha anche individuato la necessità di trasformare il Paese da produttore mondiale in consumatore globale, puntando sull'estero con imprese che fino ad ora sono state chiuse nel contesto nazionale e che adesso verranno lanciate al di là dei confini dal governo cinese tramite la OBOR.