Il Vertice Globale per la Pace ospita la prima tavola rotonda diplomatica sulla crisi di Gaza
Il Vertice Globale della Pace (GPS) è dedicato alla risoluzione collaborativa dei problemi e all'azione unitaria. Riunendo una gamma diversificata di partecipanti globali, il Summit cerca soluzioni pratiche alle sfide più urgenti di oggi, tutte guidate da una visione condivisa di un futuro in cui pace, giustizia e sicurezza prevalgano per tutti.
Alla “Prima Tavola Rotonda sulla Cooperazione Umanitaria sulla Crisi di Gaza”, organizzata dal Global Peace Summit, uno stimato gruppo di esperti internazionali e locali, ambasciatori, analisti della difesa e diplomatici ha raggiunto un consenso sull'urgente necessità di un cessate il fuoco a Gaza e ha chiesto a Israele di porre fine alla sua aggressione contro i civili palestinesi.
Presieduto da Shaikh Mahmud bin Ilyas, Fondatore e Presidente del Global Peace Summit, l'evento ha visto la partecipazione di personalità di spicco come il Dr. Yousif Fouzi, Direttore Generale dell'Ospedale Europeo di Gaza, e Harry Sholy della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), che hanno condiviso testimonianze di prima mano sul disastro umanitario a Gaza, concentrandosi in particolare sulla crisi medica e sulla devastazione delle strutture sanitarie e sulle sfide affrontate sul campo.
Il dottor Fouzi ha sottolineato come gli ospedali di Gaza siano sull'orlo del fallimento totale, con il personale, le forniture mediche, le attrezzature e le forniture di soccorso negate dalle forze israeliane. Migliaia di camion che trasportano aiuti vitali sono bloccati ai valichi di frontiera di Rafah e Al-Arish, aggravando la situazione. Ha sottolineato che è necessaria un'assistenza internazionale immediata per affrontare il collasso dell'assistenza sanitaria e la più ampia catastrofe umanitaria, in conformità con il diritto e le norme umanitarie internazionali.
La tavola rotonda virtuale è stata moderata dal giornalista canadese Robert Fantina. Tra i relatori c'era David Swanson, Direttore esecutivo di World Beyond War, che ha osservato: “I funzionari israeliani hanno ammesso esplicitamente di usare la fame come arma di guerra. Gli aiuti limitati forniti hanno spesso provocato vittime tra i civili e sono di gran lunga inferiori alle reali necessità. È indispensabile un'azione globale per fermare i finanziamenti e il sostegno militare a Israele”.
Alexander Lawson, Professore Associato di Diritto presso l'Università Ziauddin, ha sottolineato che l'assalto di Israele a Gaza sta entrando nel suo secondo anno. Ha discusso la causa legale del Sudafrica sul genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) e il potenziale di ulteriori azioni internazionali contro Israele in base alla Convenzione sul Genocidio.
Asham Agha Nadeem, responsabile delle comunicazioni per il Partito Verde Indipendente della Danimarca, ha notato una crescente simpatia per i palestinesi tra i cittadini europei, nonostante la posizione ufficiale di alcuni governi. La scrittrice palestinese-americana Ibtisam Barakat ha richiamato l'attenzione sulla situazione dei bambini di Gaza, che sono rimasti senza scuola per un anno a causa della distruzione delle infrastrutture educative. Ha sollecitato il sostegno internazionale all'istruzione online per mitigare il trauma psicologico a lungo termine di questi bambini.
Il professor Ramsey Hanhan, autore palestinese-americano, ha lamentato come Gaza, un tempo centro di esportazioni agricole, abbia visto la sua economia decimata dagli attacchi israeliani alle sue fattorie e frutteti.
Lailla Bal'Mahdi, del Regno Unito, membro del Comitato Editoriale di Voices Against Torture, ha evidenziato le prove del genocidio a Gaza, facendo riferimento al lavoro di Raz Segal, professore associato di studi sull'olocausto e sul genocidio, che ha affermato che l'assalto di Israele a Gaza è un caso da manuale di “intento di genocidio”. Ha inoltre citato un rapporto del giugno 2024 di 'The Lancet', notando che mentre il bilancio delle vittime era di circa 40.000 all'epoca, con un rapporto conservativo di quattro morti indirette per ogni morte diretta, il bilancio reale potrebbe essere più vicino a 186.000.
Il co-fondatore di GPS, Shozab Majeed, esperto di diritto internazionale, ha condotto il secondo turno di moderazione con i relatori pakistani, che hanno sottolineato la responsabilità della comunità internazionale di spingere per un cessate il fuoco. Gli ex ambasciatori Raza Muhammad, Presidente dell'Islamabad Policy Research Institute, e Abrar Hussain si sono chiesti perché le potenze occidentali non intervengano con più forza, suggerendo che il ciclo elettorale statunitense in corso potrebbe essere un fattore che ritarda l'azione contro Israele. Entrambi hanno espresso la preoccupazione che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu possa sfruttare questo vuoto politico per espandere il conflitto e hanno sottolineato di concentrarsi sul sostegno umanitario alle vittime.
L'economista Dr. Aneel Salman ha messo in guardia sull'impatto della crisi di Gaza sui mercati globali, in particolare sulla volatilità dei prezzi del petrolio, che potrebbe innescare l'instabilità economica in tutta la regione. Il Brigadiere (R) Said Nazir, analista della difesa, ha lanciato l'allarme sulla possibilità che Israele utilizzi armi più avanzate e letali, mentre il Magg. Gen. (R) Zahid Mehmood ha sottolineato la natura prolungata del conflitto e il rischio che si estenda ai Paesi vicini se non viene controllato.
Il funzionario politico dell'Ambasciata d'Egitto, Hager Abdellatif, ha partecipato alla conferenza. Maham Naweed dell'Islamabad Policy Research Institute (IPRI) ha analizzato le azioni di Israele a Gaza attraverso la lente del diritto internazionale. L'ex Ambasciatore Ali Sarwar Naqvi ha parlato delle sfide storiche degli sforzi transnazionali, dalla Lega delle Nazioni ad oggi, in quanto l'ONU era handicappata e gli sforzi unificati degli Stati amanti della pace dovevano unirsi per dare un messaggio chiaro a Israele per un cessate il fuoco, firmando una risoluzione.
Concludendo la sessione, il co-fondatore di GPS Syed Muaz Shah ha espresso sia preoccupazione che speranza, notando il potenziale di espansione del conflitto. Tuttavia, ha anche evidenziato i recenti sforzi diplomatici, tra cui l'unificazione delle fazioni politiche palestinesi con l'assistenza cinese e la recente spinta dell'Arabia Saudita all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per una soluzione a due Stati, che ha ottenuto il sostegno di oltre 100 Paesi. Shah ha confermato che il GPS intende tenere discussioni future su Gaza.
La tavola rotonda si è conclusa con l'impegno a compilare delle raccomandazioni da sottoporre ai governi e ai principali responsabili delle decisioni. Queste raccomandazioni mirano a influenzare la politica per promuovere la pace e la stabilità nella regione, estendendo al contempo il sostegno alle vittime nell'ambito delle capacità di ciascuna entità partecipante.
Traduzione di Costantino Ceoldo