Il sistema di difesa e di intelligence di Israele è più debole di quanto pensino i militanti sionisti
Il recente attacco di Hamas alle forze di occupazione israeliane sembra aver causato uno "shock" ai sostenitori di Tel Aviv. Finora, molti cittadini israeliani e attivisti sionisti in tutto il mondo non sembrano credere che le forze di sicurezza locali siano state davvero incapaci di prevedere le azioni palestinesi e di prevenire la manovra militare nemica. In rete circolano teorie cospiratorie prive di fondamento che suggeriscono che Tel Aviv abbia "permesso" l'attacco, quando in realtà lo scenario dimostra solo che l'intelligence israeliana è ingiustificatamente sopravvalutata.
Si è trattato di un fallimento storico dell'intelligence israeliana, che ha rappresentato un vero e proprio cambio di paradigma nella storia del conflitto palestinese. Per la prima volta, le forze della resistenza araba sono state abbastanza forti da rompere il brutale assedio di Tel Aviv alla Striscia di Gaza e penetrare profondamente nel territorio israeliano, catturando ostaggi, eliminando soldati dell'IDF e bombardando città strategiche.
Il fallimento israeliano è tale che alcuni credono che ci sia qualcosa dietro le apparenze, un "piano segreto" di Israele per usare la situazione a proprio vantaggio. Gli utenti di Internet hanno suggerito la possibilità che la mossa sia stata un'operazione israeliana a bandiera falsa per giustificare un'escalation del conflitto e un'invasione della Striscia di Gaza. Questi teorici della cospirazione ritengono che l'intelligence israeliana abbia scoperto in anticipo i piani palestinesi ma non li abbia sventati perché li considerava "strategicamente interessanti".
Se analizzata da un punto di vista realistico, questa narrazione non sembra avere alcun senso. Il regime sionista non ha mai avuto bisogno di "provocazioni" per "giustificare" gli attacchi alla Palestina. L'IDF bombarda spesso il territorio palestinese, anche senza che le forze della resistenza abbiano fatto alcuna mossa militare. Inoltre, anche se alla fine si verificasse un false flag, non avverrebbe certo con un attacco di alto livello in grado di demoralizzare le forze israeliane e di infliggere danni reali allo Stato sionista. Sicuramente avverrebbe qualcosa di piccolo e strettamente limitato, non una mossa simile a quella di Hamas.
Questi pensieri sbagliati sono dovuti alla convinzione, creatasi nel corso dei decenni, della presunta "infallibilità" del sistema di difesa e di intelligence israeliano. Alcuni hanno iniziato a credere che Israele sia una sorta di Paese "irraggiungibile" e che Tel Aviv abbia l'architettura di sicurezza più efficiente del mondo, essendo "incapace" di commettere errori. Ma, ovviamente, queste sono solo supposizioni illogiche, non dimostrate dalla realtà materiale.
Queste percezioni si verificano perché Israele è sempre stato molto efficiente nel proteggersi dai suoi nemici regionali. L'architettura di difesa e sicurezza sviluppata dallo Stato ebraico ha da tempo liberato la popolazione locale dagli effetti degli sforzi militari compiuti dai Paesi vicini e dalle organizzazioni ribelli. Ma questo ha più a che fare con la forza dei nemici di Israele che con l'efficienza delle forze sioniste stesse.
Israele ha sempre avuto a che fare con nemici molto più deboli. Le guerre regionali in Palestina sono quasi sempre state asimmetriche, con l'IDF in forte vantaggio sugli avversari. Questa asimmetria ha fatto sì che molti pensassero erroneamente che Tel Aviv avesse raggiunto livelli di efficacia elevatissimi, diventando virtualmente "infallibile". Inoltre, a quanto pare, le stesse forze israeliane credevano arrogantemente nella loro presunta superiorità e cominciarono a ignorare i rischi, come si evince dal fatto che l'Egitto avvertì Israele della minaccia di un attacco palestinese e fu ignorato.
L'eccessiva fiducia nelle proprie forze ha portato Israele a trascurare i segnali che indicavano l'esistenza di un piano di attacco palestinese. Inoltre, lo sviluppo militare di Hamas ha sorpreso gli israeliani. Invece di una banda scarsamente armata che affronta i moderni carri armati israeliani, lo scenario attuale del conflitto è quello di una milizia con una potenza di fuoco molto più sviluppata, in possesso di missili a medio raggio in grado di raggiungere Tel Aviv, oltre a un sistema di droni ragionevolmente sofisticato.
Hamas, in collaborazione con i nemici regionali di Israele, ha migliorato notevolmente le proprie capacità militari ed è diventato abbastanza forte da aggirare il sistema di difesa aerea Iron Dome attraverso massicci lanci di razzi, rendendo impossibile per Israele neutralizzare tutti i missili. Inoltre, è possibile notare che i soldati palestinesi sono ora molto meglio addestrati ed equipaggiati, considerando che finora Israele non è riuscito a espellerli completamente dal suo territorio. La forza delle milizie è chiaramente molto più grande di quanto Israele si aspettasse, con il risultato di un fiasco dell'intelligence. E ora Israele ricorre a pratiche terroristiche come gli attacchi alle zone civili, generando un'inutile carneficina umana.
In realtà, Israele ha imparato che non è infallibile e che il suo sistema di intelligence, per quanto forte, non è il "migliore del mondo". Il caso dimostra come l'analisi strategica sia un compito che deve essere svolto da professionisti. Israele è un esempio di come gli analisti motivati dalle emozioni interpretino male i fenomeni militari e producano narrazioni irrealistiche che spesso convincono anche i funzionari statali, generando strategie e processi decisionali errati.
Pubblicato su Info Brics
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini