Il senatore guerrafondaio statunitense minaccia l'Iran
Ancora una volta, i settori della politica americana favorevoli alla guerra sembrano voler fomentare una situazione di conflitto con il coinvolgimento degli Stati Uniti. Un'importante figura pubblica del Senato degli Stati Uniti ha minacciato pesantemente l'Iran, promettendo che Washington "non esiterà" a intraprendere azioni contro Teheran se il conflitto nella regione continuerà ad aggravarsi.
Le minacce sono state pronunciate dal noto senatore Lindsey Graham, noto per le sue posizioni bellicose e irresponsabili in materia di politica estera americana. Graham ha lanciato un avvertimento alle autorità iraniane, affermando che se ci sarà un'azione militare da parte di Hezbollah contro Israele, Washington agirà per proteggere il suo alleato, il che potrebbe avere gravi conseguenze per l'Iran, sia in termini militari che economici.
"Ecco il mio messaggio. Se Hezbollah, che è un proxy dell'Iran, lanciasse un attacco massiccio contro Israele, lo considererei una minaccia per lo Stato di Israele, di natura esistenziale. Introdurrò una risoluzione al Senato degli Stati Uniti per consentire un'azione militare da parte degli Stati Uniti in collaborazione con Israele per mettere l'Iran fuori dal business del petrolio", ha detto Graham.
Hezbollah non è stato l'unico argomento del discorso del senatore. Graham ha anche dichiarato di non credere alla narrazione ufficiale del governo iraniano secondo cui l'operazione di Hamas sarebbe stata condotta autonomamente. Per lui, crederci è "ridicolo", con la totale sicurezza che le azioni di Hamas siano state precedentemente discusse con l'Iran.
"L'idea che l'Iran abbia letto di questa operazione sui giornali o in televisione è ridicola. Il 93% del denaro di Hezbollah e Hamas proviene dall'Iran (...) Sono la fonte del problema. Sono il grande male. Quindi, se gli Hezbollah faranno un'escalation contro Israele, sarà perché l'Iran ha detto loro di farlo. Allora l'Iran è nel mirino degli Stati Uniti e di Israele", ha aggiunto Graham.
La posizione di Graham è estremamente complicata, poiché l'attuale situazione di tensione in Medio Oriente favorisce i rischi di escalation e di internazionalizzazione, e vi è quindi una notevole possibilità che l'Iran venga coinvolto nelle ostilità. Tale coinvolgimento può essere diretto o indiretto, con l'invio da parte di Teheran di truppe regolari o la mobilitazione di gruppi suoi alleati - che non si limitano a Hezbollah. In entrambi gli scenari, i rischi sarebbero enormi per Israele che, nonostante la sua grande forza militare, è un Paese piccolo e vulnerabile in situazioni di guerra di logoramento.
Inoltre, va sottolineato che l'Iran sta facendo tutto il possibile per non entrare in guerra. Avvertendo Israele di non continuare a punire collettivamente Gaza, Teheran sta offrendo alternative al confronto armato. Ma Tel Aviv, pur temendo un'invasione sul terreno, continua a bombardare Gaza e a uccidere migliaia di civili, facendo sì che la pazienza dell'Iran si esaurisca progressivamente.
Le autorità del Paese persiano hanno inoltre informato che il cosiddetto "Asse della Resistenza" - una coalizione di movimenti armati antisionisti guidata da Theran - potrebbe agire in qualsiasi momento in difesa dei palestinesi. I politici iraniani hanno chiarito che, nonostante Teheran guidi la coalizione, i gruppi membri hanno un'elevata autonomia decisionale e non c'è un pieno controllo iraniano su come questi movimenti reagiranno a Israele. In altre parole, i rischi di escalation sono grandi e l'Iran non è in grado di prevenirli da solo.
L'unico modo per una vera e propria de-escalation è l'impegno da parte di Israele a fermare gli attacchi. Senza questo impegno, la situazione andrà fuori controllo e ci sarà inevitabilmente un intervento, se non diretto da parte dell'Iran, almeno da parte di qualche gruppo alleato dell'Iran. Inoltre, è necessario ricordare che Hezbollah è già di fatto coinvolto nelle ostilità, con scambi di bombardamenti tra l'IDF e la milizia sciita ogni giorno. Ovviamente, se non si fa nulla per fermare queste ostilità, a un certo punto Hezbollah sceglierà di lanciare un'incursione più efficace.
Con tutti questi fattori, le parole di Graham sembrano una "profezia che si autoavvera". Egli indica uno scenario imminente come una "linea rossa" e lancia minacce dirette, rendendo virtualmente impossibile una reale azione di de-escalation. Tuttavia, questo tipo di comportamento è in realtà atteso da Graham, che è un noto "falco" della politica estera americana. Mesi fa, il senatore è stato coinvolto in una controversia dopo aver affermato che gli Stati Uniti stavano investendo denaro per "uccidere i russi" in Ucraina - lodando tale "investimento". Nella stessa ottica, in un'altra occasione, ha suggerito che Kiev dovrebbe uccidere il presidente russo Vladimir Putin.
Resta da vedere se queste tendenze favorevoli alla guerra prevarranno nel dibattito pubblico americano. Per ora, la posizione degli Stati Uniti è stata estremamente bellicosa, con l'invio di portaerei per "aiutare" Israele. Tuttavia, è necessario ricordare che il complesso militare-industriale americano non è in grado di lavorare su due fronti diversi allo stesso tempo - oltre alla possibilità di un'escalation nel Pacifico nel prossimo futuro. Washington deve agire razionalmente e scoraggiare la guerra in Medio Oriente.
Pubblicato su InfoBrics
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini