Il patriarca di Siria: “Molti immigrati vogliono distruggere l’Europa”
“Molti di coloro che sono emigrati erano dei terroristi. Vogliono distruggere: non solo la Siria, ma anche l’Europa”. Parola di Gregorio III, nato Loufti Laham, il patriarca della chiesa cattolico greco-melchita siriana (una confessione che osserva il rito bizantino, ma che dal 1724 è legata a Roma e alla Chiesa cattolica). Quando per la prima volta un Papa entrò in un tempio musulmano, fu a Damasco che accadde: fu proprio Gregorio ad accogliere Giovanni Paolo II nella Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco, dove la tradizione colloca la tomba di san Giovanni Battista. Erano i tempi in cui il mondo intero guardava alla Siria come a un “esempio di laicità e apertura”, per citare le parole pronunciate a Damasco da Giorgio Napolitano, poco prima che il regime di Assad venisse invece spacciato per il più canagliesco dei governi.
I rapporti di Gregorio con gli Assad sono da tempo al centro delle polemiche, ma lui non si scompone: “Non siamo una democrazia, ma nemmeno la peggiore delle tirannie. A parte Israele e Libano, la Siria è il solo regime arabo che rispetta la libertà religiosa”. D’altra parte chi conosce bene la realtà dei “ribelli” siriani non può che confidare nel legittimo governo di Damasco, quali che siano le sue eventuali pecche. Il patriarca, per esempio, ha bene in mente le immagini di suo cugino, impiccato dalla “opposizione moderata”davanti alla sua casa, a nove chilometri da Damasco.
E ora questi stessi galantuomini si stanno spostando in Europa, in mezzo a tanti poveracci scacciati dalle loro case dall’incubo jihadista: “A causa di questa guerra – spiega – in cui sono emersi quelli dell’Isis e i takfiri, molta gente ha lasciato il Paese. Molti di coloro che sono emigrati erano dei terroristi. Vogliono distruggere: non solo la Siria, ma anche l’Europa. Il nostro più grande problema è l’emigrazione. Cinquanta dottori sono partiti solo dalla nostra comunità. Noi dobbiamo aiutare la gente a restare, a non partire”. Gregorio III spera che i cristiani del Medio Oriente non siano destinati a scomparire o a essere confinati in un ghetto: “Le nostre chiese sono piene da scoppiare. È un miracolo. Sono fiero della Chiesa di Siria, contrariamente a quanto accaduto in Iraq, dove numerosi preti sono fuggiti, qui tutto il clero è restato”.
Giorgio Nigra
ilprimatonazionale.it