Finita la sbornia delle elezioni americane, torniamo ad occuparci degli affari di casa nostra
Ora che lo show a stelle e strisce è passato e che i media nostrani hanno praticamente abdicato al proprio ruolo di tenere informati i cittadini su quanto avvenga in Italia ed in Europa per un periodo abbastanza lungo, credo sia il tempo di tornare a dedicarsi a quanto avviene in "casa nostra".
Passata la sbornia dell'Election night americana, visto che siamo diventati tutti esperti e profondi conoscitori del popolo americano - divenuto d'un tratto rozzo ed ignorante perché avrebbe votato male secondo la solita intellighenzia europea sempre in ritardo con la storia - perché non cominciamo a chiedere ai nostri governanti quale idea e strategia hanno per far tornare l'Italia protagonista in Europa e come intendono difendere gli interessi europei sullo scacchiere internazionale?
La crisi ha colpito, come mai prima, il welfare e probabilmente nulla sarà come è stato fino ad oggi, per tale ragione ha senso chiedersi come affrontare senza ulteriori patemi i cambiamenti in atto che, come pochi altri, agiscono sulla carne viva delle persone.
Ci sono aree europee ed italiane depresse e prive spesso di prospettive di speranza (una su tutte il Mezzogiorno) che rischiano di essere abbandonate totalmente dall'élite finanziarie al potere, sempre più pronte ad arrovellarsi su come stabilire in modo incontrovertibile il primato dell'economia sulla politica e le vicende umane.
Nel silenzio del maistream sia in Italia che in Europa vengono ignorati i pur buoni esempi o le best practices che diversi amministratori locali, settori della commissione europea e mondo del terzo settore elaborano da tempo per far fronte alla costante carenza di risorse da destinare al welfare ed in generale alla tutela dei più deboli.
È troppo chiedere ai grandi media ed alla classe politica di accendere i riflettori sulla realtà che ci riguarda piuttosto che gettarsi in polemiche da bar dello sport dividendosi sulla vittoria di Donald Trump che, pur essendo un attore, forse quello principale, di cui non si può non tener conto sullo scacchiere internazionale, sicuramente - come giusto che sia - si occuperà innanzitutto di difendere gli interessi degli USA.
Forse è giunta davvero l'ora di promuovere e lavorare ad una rivoluzione nell'approccio alla politica che per tutti i partiti e movimenti dovrebbe avere come stella polare la difesa degli interessi dell'Europa, del proprio Paese e dei propri popoli senza demagogia.
Lo chiedono principalmente le sofferenze silenziosamente urlanti degli abitanti del Sud e di tutto il Mediterraneo.