Come l’Arabia Saudita ha diffuso l’ideologia “wahabita” nel mondo occidentale

07.01.2016

I sauditi da tempo hanno portato a compimento un progetto per promuovere l’ideologia wahabita nel mondo intero. Tale ideologia, basata su una interpretazione estremista e deviante dei testi islamici,  dimostra una attitudine aggressiva verso i credenti di altre religioni, come i cristiani e i mussulmani di altre confessioni e sostiene la necessità di sradicarli (convertirli o ucciderli).

Nel corso delle ultime decadi, l’Arabia Saudita ha speso la colossale somma di 87.000 milioni di dollari per diffondere il wahabismo nel mondo, lo assicura uno studio accademico realizzato dall’esperto sulle religioni Alex Alexiev, e pubblicato nella rivista “Middle East Monitor”. Questo importo è stato reso pubblico durante una sessione del Senato degli Stati Uniti.

Secondo l’analista della società Hess, Edward Mors, relativamente al commercio del petrolio, l’ex re saudita Fahd Abdel Aziz ha investito un importo di 1.800 milioni di dollari all’anno delle entrate petrolifere per favorire il proselitismo dell’ideologia wahabita.

Occorre segnalare che non soltanto i paesi arabi e mussulmani sono stati obiettivo di questa propaganda. Anche l’Europa è divenuta un obiettivo di detta campagna, che ha portato a che una parte, relativamente piccola, della comunità mussulmana di un continente che ammonta a circa 400 milioni di persone, abbia subito un processo di radicalizzazione, come stiamo assistendo nel trasferimento verso la Siria ed Iraq di migliaia di giovani europei per integrarsi ai gruppi terroristi come l’ISIS ed Al Qaeda.
Il regime saudita non cerca di nascondere  tutto questo processo. Molto al contrario, si vanta dei suoi sforzi in questo senso.

Secondo il giornale saudita Asharq al Ausat, il regime saudita ha edificato centri religiosi in Europa in una superficie di 3.842 m2 con un costo di circa 5 milioni di dollari. Tra di questi ci sono il centro della M-30 di Madrid (dove l’ISIS realizzava attività di reclutamento), quello di Marbella e quello di Malaga . I sauditi hanno pianificato di realizzarne altri a Cordoba e Granada, ed anche in altri posti della Spagna. Ad essi bisogna aggiungere, un centro a Ginevra, un altro a Londra, uno in Scozia, un altro a Vienna, altro a Lisbona, un altro a Bruxelles (vicino al quartiere di Molenbeek, presentato dai media come il bastione dei jihadisti in Europa), un altro a Roma e quello di Nantes-La Jolie in Francia.

Secondo il giornale pro saudita, l’Arabia sta costruendo circa 1.359 moschee in tutto il mondo, dove si diffonderà l’ideologia wahabita.
Nello stesso tempo, il regno ha costruito istituti accademici che sono stati fondati per “promuovere i vincoli tra i giovani delle minoranze mussulmane, la loro religione e la dottrina attraverso dei corsi teorici e pratici”. Alla direzione di questi, figurano le due accademie del Re Fahd a Londra e a Bonn, che impartiscono insegnamenti ufficiali primari e secondari.

Occorre segnalare che l’Istituto del Mondo Arabo a Parigi forma parte anche quello di questi progetti.
La campagna wahabita non ha ignorato le Università  dove ha cercato di ottenere cattedre di nome, come la cattedra del Re Fahd per gli studi Universitari nell’ambito dell’Isituto di Studi Orientali ed Africani dell’Università di Londra, la Cattedra Re Abdul Aziz per gli studi islamici nell’Università della California e la Cattedra Re Fahd per gli studi sulla Legislazione Islamica nella Facoltà di Diritto dell’Università di Harvad.

Si può osservare  che questa espansione si è realizzata nella sua maggior misura durante i 20 anni precedenti agli avvenimenti dell’11 Settembre , durante il regno di re Fahd.
In quell’epoca fu presente lo spettro dell’influenza della Rivoluzione Islamica dell’Iran e le sue ripercussioni culturali e religiose.
Bisogna ritenere che i paesi occidentali avevano molte più apprensioni  verso l’Iran che verso il regime saudita,  per questo motivo hanno permesso a questo regime di portare avanti tale diffusione del wahabismo in Europa e negli USA. Oggi giorno, molti anni dopo, il risultato di queste politiche si trova alla vista di tutti.

Tuttavia, curiosamente l’Occidente, nonostante dover pagare un costo in termini di radicalismo e terrorismo nel proprio territorio, prosegue con tali politiche con conoscenza di causa.

“Furono diplomati alla scuola wahabita quegli elementi  che erano dietro gli attentati di Londra nel Luglio del 20052, ha riferito Alex Alexiev nel corso del suo intervento davanti ai componenti del Senato USA.
Nell’Aprile del 2008, una responsabile del Tesoro, Rachel Ehrenfeld, disse la stessa cosa davanti al Congresso: “Una gran parte del denaro che ricevono i gruppi terroristi ed i talibani procede dall’Arabia Saudita”.
Altri esperti hanno ribadito le proprie avvertenze dopo gli ultimi attentati e la Germania ha segnalato che già non permetterà più finanziamenti sauditi per i suoi centri islamici.