Eutanasia non è dolce morte

01.04.2015

La lobby dell'eutanasia e del suicidio assistito, capitanata dall'associazione Compassion&Chioce, ha segnato un altro colpo da maestro nelle pubbliche relazioni con l’uscita del terzo video di Brittany Maynard, della quale tutti conoscono la triste vicenda.

Diciannove giorni prima che commettesse il suicidio Brittany registrò un video nel quale domandava ai legislatori californiani di legalizzare il suicidio assistito. Con voce bassa ma sicura, la ragazza sostiene che la decisione di porre o meno fine al suo “processo di morte” appartiene solo a lei e alla sua famiglia con l’assistenza di un medico e si chiede con che coraggio il governo possa porre limiti di decisionali ai malati terminali come lei.

Il video sembra aver funzionato, visto che, questa settimana (29 marzo ndr), la Commissione Salute del governo californiano ha approvato un atto chiamato “End-of-Life Option”, ovvero un atto che permette di fatto i suicidi assistiti.

Brittany aveva solo 29 anni quando scoprì di avere un cancro in fase terminale al cervello. Non potendo accedere al suicidio assistito in California andò in Oregon con il marito, dove la pratica è legale. Nella sue ultime settimane di vita cooperò con Compassion&Choice, per lanciare la campagna per il suicidio assistito anche in California. Venne intervistata dalla Cnn e dai maggiori giornali nazionali e con un team di professionisti delle pubbliche relazioni della lobby C&C registrò due toccanti video visti milioni di volte in tutto il mondo.

“Fare dell’aiuto nella morte un crimine crea ingiustificati supplizi e sofferenze a persone che sono malate terminali e soffrono tremendamente” dice la Maynard nel suo video postumo, registrato il 13 ottobre dello scorso anno. “Limita le nostre opzioni e ci priva della nostra possibilità di controllare quanta sofferenza e quando dolore possiamo provare prima di morire”.

La Commissione Salute del governo californiano ha però sentito anche la testimonianza di persone contrarie al “End-of-Life Option Act”. Marilyn Golden, analista del “Disability Rights Education” ha detto ai senatori che potrebbero esserci grossi incentivi finanziari per indurre persone depresse o persone disabili ad interrompere le proprie vite.
“E’ un mix mortale combinare il nostro sistema sanitario fallito e diretto dal profitto col suicidio assistito, che diverrebbe istantaneamente il trattamento più economico” ha detto.
La Heritage Fundation di Washington, un think tank americano diretta da Ryan T. Anderson ha pubblicato un report sui rischi del suicidio assistito. Essi sostengono che permetterlo è un gravissimo errore per quattro ragioni: prima di tutto può mettere in pericolo i più deboli e vulnerabili. Secondo può corrompere la pratica della medicina e il rapporto medico-paziente. Terzo può compromettere negativamente la vita delle famiglie e quarto può tradire la dignità umana con la legge.

Il report prosegue dicendo che invece di somministrare un suicidio assistito si dovrebbero offrire cure adeguate e presenza umana; si dovrebbe rispondere alla sofferenza con la compassione umana e con la solidarietà. I medici dovrebbero assistere i pazienti fino ad una morte dignitosa e naturale, non assisterli per ucciderli. Loro esistono per curare, non per uccidere.

Fonti:
-http://www.bioedge.org/bioethics/us-think-tank-publishes-report-on-risks...
-http://www.bioedge.org/bioethics/brittany-maynard-speaks-from-grave-to-c...